Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 12. Edward Gibbon
Чтение книги онлайн.
Читать онлайн книгу Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 12 - Edward Gibbon страница 28
93
Niceta salvò, indi sposò una nobile vergine, che un soldato, επι μαρτυτι πολλοις ονηδον επιβρωμωμενος,
94
Intorno al valor generale di tutto lo spoglio il Gunther lo riguarda tale,
95
96
Nel Concilio di Lione (A. D. 1295) gli ambasciatori d'Inghilterra valutarono la rendita della Corona, inferiore a quella del clero straniero, che ascendeva a sessantamila marchi annuali (Mattia Paris, p. 451; Hume
97
Niceta descrive in patetica guisa il saccheggio di Costantinopoli e le sciagure che personalmente il percossero (p. 367-369, e
98
Se ho ben inteso il testo greco di Niceta, le loro vivande predilette eran cosce di manzo a lesso, maiale salato condito coi ceci, zuppa con aglio ed erbe forti, o acide (p. 582).
99
Niceta si vale di espressioni durissime αγραμματοις βαρβαροις, και τελεον αναλφαβητοις
100
Niceta, nativo di Cona in Frigia (antico Colosso di S. Paolo) era pervenuto al grado di Senatore, di Giudice del Velo e di gran Logoteta. Dopo la rovina dell'Impero, di cui fu vittima e testimonio, si ritrasse a Nicea, ove compose una compiuta e accurata storia che procede dalla morte di Alessio Comneno insino al regno di Enrico.
101
Un manoscritto di Niceta (nella biblioteca Bodleana) contiene questo singolare frammento che riguarda lo stato di Costantinopoli, e che o ad arte, o per vergogna, o piuttosto per trascuratezza è stato ommesso nelle precedenti edizioni. Lo ha pubblicato il Fabrizio (
102
Per darne un'idea della statua di Ercole il sig. Harris ha citato un epigramma, e presentata la figura scolpita in una bella pietra; ma questa non offre l'atteggiamento di un Ercole, senza clava, col braccio e la gamba stesa siccome di questa statua vien detto.
103
Ho trascritte letteralmente le proporzioni indicate da Niceta, le quali mi sembrano oltre modo ridicole, e forse ne condurranno a giudicare che il preteso buon gusto di questo senatore ad ostentazione e vanità riducensi.
104
105
Niceta in due passi (edizione di Parigi, p. 360, Fabrizio p. 408) rampogna aspramente i Latini οιτου καλου ανεραστοι Βαρβαροι,
106
Winkelmann, Storia dell'arti, t. III, p. 269-270.
107
108
Fleury,
109
Conchiuderò questo capitolo con alcuni cenni sopra una Storia moderna che descrive colle sue particolarità la presa di Costantinopoli per opera dei Latini; ma venutami fra le mani alquanto tardi. Paolo Ramusio figlio del Compilatore de' Viaggi, ebbe dal Senato di Venezia la commissione di scrivere questa Storia: ma ricevè un tal ordine in gioventù e lo eseguì solamente anni dopo, pubblicando un'opera ingegnosamente scritta che ha per titolo,
110
111
Dopo aver parlato di un Elettore francese che avea dato il suo voto al Doge, Andrea Dandolo parente dello stesso Doge ne trova ragionevole l'esclusione.
112
Niceta, p. 384, vano e ignorante, quanto un Greco di que' tempi doveva esserlo, indica il Marchese di Monferrato come Capo di una potenza maritima λαμπαρδιαν δε οικεισθαι παραλιον,
113
I Veneziani pretesero che il Morosini si obbligasse con giuramento a non ammettere nel capitolo di S. Sofia, cui spettava il diritto delle elezioni, altri individui fuor de' Veneziani, e di quelli inoltre che avessero abitato dieci anni in Venezia. Ma ingelosito il Clero della prerogativa che questi arrogavansi, il Papa non la confermò, onde fra sei patriarchi Latini che ebbe Costantinopoli, solamente il primo e l'ultimo furono Veneziani.
114
Niceta p. 383.
115
Le lettere d'Innocenzo III somministrano ricchi materiali alla Storia delle istituzioni civili ecclesiastiche dell'impero Latino di Costantinopoli. La più importante di tali lettere (delle quali Stefano Baluzio ha pubblicata la raccolta in due volumi in folio) trovasi nell'opera,