Branchi. Stephen Goldin

Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Branchi - Stephen Goldin страница 10

Branchi - Stephen Goldin

Скачать книгу

sceriffo potesse aggiungere alla bravura del suo vice. Forse, pensò amaramente Maschen, dopo tutto questo tempo mi trovo realmente destinato a essere un burocrate e non un poliziotto. Si chiese se non poteva essere un triste resoconto della sua vita.

      Simpson terminò il suo lavoro quasi simultaneamente all’arrivo dell’ambulanza. Quando il corpo della signora Stoneham fu portato via verso l'obitorio, Maschen chiuse a chiave il cottage e, insieme a Simpson, ritornarono verso la città. Erano quasi le otto e trenta, e lo stomaco di Maschen stava cominciando a ricordargli che tutto quello che aveva avuto come colazione era solo una tazza di caffè.

      “Cosa ne pensi dell’omicidio?” chiese all’impassibile Simpson.

      “È insolito.”

      “Beh, sì, questo è ovvio. Nessuna persona normale... lascia che mi corregga, nessun killer normale ridurrebbe un corpo in quel modo.”

      “Non è quello che intendevo. L’omicidio è stato fatto prima.”

      “Cosa intendi?”

      “L'omicida prima ha ucciso la donna, poi l'ha legata.”

      Maschen tolse per un attimo gli occhi dalla strada per guardare il suo vice. “Come lo sai?”

      “Non c’era nessuna interruzione nella circolazione quando le mani sono state legate e quei nodi erano terribilmente stretti. Inoltre, il cuore aveva smesso di pompare sangue prima che fossero fatti. Era stata uccisa prima che fossero fatti quei tagli sul suo corpo, altrimenti sarebbe schizzato fuori molto più sangue.”

      “In altre parole non si tratta del tipico sadico che lega una ragazza, la tortura e poi la uccide. Mi stai dicendo che quest’uomo prima l’ha uccisa, poi l'ha legata e l'ha smembrata?”

      “Sì.”

      “Ma tutto questo non ha alcun senso.”

      “Per questo ho detto che è insolito.”

      Percorsero il resto del tragitto in silenzio, ognuno ripensando per conto proprio alle inusuali circostanze del caso.

      Quando furono di ritorno alla stazione, Simpson si diresse immediatamente verso il piccolo laboratorio per esaminare i reperti. Maschen aveva cominciato a salire le scale del suo ufficio quando Carroll, la sua segretaria, gli venne incontro a metà strada. “Faccia attenzione,” gli sussurrò. “C’è una squadra di reporter pronti a tenderle un’imboscata lassù.”

      Come si riuniscono velocemente gli avvoltoi, pensò Maschen. Mi chiedo se qualcuno li ha informati, o se riescono solamente a sentire l’odore della morte e del sensazionalismo e arrivano di corsa. In realtà non se li era aspettati così presto, e non si era preparato nulla da dire. Il suo stomaco gli stava facendo presente con insistenza che non aveva mangiato nulla di solido nelle ultime quattordici ore. Si chiese se avrebbe fatto ancora in tempo a sgattaiolare via per una veloce colazione prima di affrontarli.

      Non ce ne fu. Una faccia sconosciuta apparve alla fine delle scale. “Ecco lo sceriffo,” disse l’uomo. Maschen sospirò e proseguì a salire le scale dietro a Carroll. Lo aveva saputo che non sarebbe stato un buon giorno.

      Fu ancora più sorpreso quando raggiunse la cima delle scale e si guardò intorno. Si era aspettato una manciata di reporter da un paio dei giornali della contea. Invece la stanza era stipata di gente, e l'unico che fu in grado di riconoscere fu Dave Grailly del San Marcos Clarion. Tutti gli altri erano degli sconosciuti. E non c'erano solo persone, c'erano anche varie attrezzature. Videocamere, microfoni e altro equipaggiamento per le trasmissioni erano disposte con attenzione, con le sigle delle tre reti nazionali principali così come delle stazioni locali delle zone di Los Angeles e San Francisco. Fu sopraffatto dal pensiero che questo caso stava attirando molta più pubblicità di quanto si attendesse.

      Nell’istante in cui apparve, iniziò un forte brusio visto che venti diverse persone cominciarono a porre venti diverse domande allo stesso tempo. Disorientato, Maschen riuscì solo a restare lì in piedi per un momento di fronte al fuoco di fila delle domande, ma alla fine riacquistò il suo autocontrollo. Si diresse nella zona dove avevano allestito i microfoni e annunciò, “Signori, se avete un attimo di pazienza, rilascerò una dichiarazione fra pochi minuti. Carroll, prenda il suo blocco stenografico e venga con me in ufficio”

      Si recò nel suo ufficio e chiuse la porta, appoggiandovisi contro. Chiuse gli occhi, cercando di regolare il suo respiro e di calmare i suoi nervi. Gli eventi si stavano accumulando troppo in fretta per lui. Era solo lo sceriffo di una piccola contea, abituato a un ritmo rilassato e a un’atmosfera tranquilla. All’improvviso il mondo sembrava aver perso il controllo, sconvolgendo il monotono tran tran a cui era abituato. Di nuovo gli passò per la mente il pensiero che forse non doveva fare il poliziotto. Ci dovevano essere centinaia di altri lavori al mondo meglio pagati e meno faticosi.

      Sentì bussare alla porta dietro di lui. Si spostò e l’aprì. Carroll entrò con il blocco in mano. Maschen all’improvviso si rese conto di non avere la più pallida idea di cosa dire. Ogni parola sarebbe stata di estrema importanza perché stava parlando non solo a Dave Grailly del Clarion, ma ai network televisivi, il che potenzialmente significava a ogni singola persona degli Stati Uniti. La sua bocca si seccò all’improvviso per la paura del palcoscenico.

      Alla fine decise di attenersi ai fatti come li conosceva e di lasciare che i giornali traessero le proprie conclusioni; lo avrebbero fatto comunque. Camminò avanti e indietro per la stanza dettando alla segretaria e fermandosi di frequente per farle rileggere quando aveva detto e correggere alcune frasi che sembravano scorrette. Quando ebbe terminato, glielo fece rileggere ad alta voce due volte, solo per essere sicuro della sua accuratezza. Quindi la mandò a batterlo a macchina.

      Mentre Carroll lo stava facendo, si sedette dietro la scrivania e cercò con la forza di volontà di far smettere le sue mani di tremare. Il pensiero di non essere adatto al suo lavoro non gli usciva dalla testa. Era stato un buon poliziotto trent’anni prima, ma allora le cose erano molto più semplici. Il tempo lo aveva superato in modo permanente lasciandolo indietro con solo una parvenza di realtà? L’unica ragione per cui era stato in grado di aver successo come sceriffo era perché non era successo nulla di impegnativo in quella piccola contea costiera? E, ora che alla fine il presente sembrava voler presentargli il conto, sarebbe stato in grado di affrontarlo come avrebbe dovuto?

      Carroll entrò con una copia battuta a macchina e una copia carbone per avere la sua approvazione prima di produrre i duplicati. Maschen lo esaminò con molta attenzione, prendendosi un notevole lasso di tempo per leggere l’intero documento. Quando non poté più posporre l’inevitabile, la firmò con le sue iniziali e restituì la copia carbone per farne le copie. Dopo essersi schiarito parecchie volte la gola, uscì dal suo ufficio.

      Fu salutato da una serie di flash che lo accecarono temporaneamente mentre cercava di raggiungere i microfoni. Procedette a tentoni fino a quando li trovò. “Ho una dichiarazione ufficiale da farvi,” disse. Guardò il foglio di carta che aveva tra le mani e fu a malapena in grado di vedere le parole a causa di tutti i puntini blu che sembravano non volersene andare dai suoi occhi. Con esitazione, riuscì a procedere col suo discorso. Descrisse le circostanze del ritrovamento del corpo e lo stato piuttosto orribile del corpo stesso. Menzionò la frase scritta sulla parete, ma non parlò dell’ipotesi di Simpson riguardante le fasi dell’omicidio. Concluse dicendo, “Copie di questa dichiarazione saranno rese disponibili a chiunque ne desiderasse una.”

      “Ha già qualche sospetto?” gli chiese un reporter.

      “Beh, no, è troppo presto per saperlo, stiamo ancora esaminando

Скачать книгу