Branchi. Stephen Goldin
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Garnna si fermò in un luogo dove la terra era regolarmente lavorata a fini agricoli. I metodi di coltivazione differivano poco in tutte le società che aveva investigato fino ad allora, probabilmente perché la forma seguiva la funzione e la funzione era chiaramente la stessa. Queste creature stavano arando con un attrezzo grezzo trainato da un erbivoro remissivo con due corna. Questo stadio dell'agricoltura piuttosto primitivo non sembrava adattarsi a una civiltà che poteva produrre anche così tante onde radio. Per risolvere questo paradosso apparente, Garnna raggiunse con la sua mente uno dei nativi, fino a toccarla.
Questo era un altro vantaggio della mente liberata. Sembrava possedere la capacità di “ascoltare” i pensieri delle altre menti. Era telepatia, ma in modo ristretto, nel senso che funzionava solo da una parte. Garnna era in grado di ascoltare i pensieri degli altri, ma lui stesso non era rilevabile.
Tuttavia il fenomeno non era utile quanto poteva sembrare a prima vista. Gli individui intelligenti pensano in parte con le parole della propria lingua, in parte con concetti astratti e in parte con immagini visuali. I pensieri passano molto velocemente e poi se ne vanno per sempre. Specie diverse hanno modelli di pensiero diversi basati fondamentalmente su differenze dei loro input sensoriali. E all’interno di una razza ogni individuo aveva il proprio codice simbolico privato.
La lettura della mente, poi, tendeva a essere un lavoro doloroso e molto frustrante. Garnna doveva passare attraverso numerose impressioni senza significato che lo bombardavano a un ritmo incredibile per arrivare al semplice nocciolo di un'idea. Per fortuna, riusciva a leggere qualche emozione generalizzata e a imparare qualcuno dei concetti base che esistevano nella mente che contattava. Ma era un esperto in questa procedura e non temeva il lavoro duro se era per il bene del Branco, così si mise all'opera.
Dopo una serie di tentativi e ancor più di congetture, Garnna fu in grado di formare un piccolo quadro di questo mondo. C’era solo una razza intelligente lì, ma si era frammentata in molte culture individuali. Parecchi modelli costanti emergevano , tuttavia, in quasi tutte le culture. I gruppi iff qui sembravano in genere essere composti da pochi adulti, in genere imparentati o accoppiati, più i loro discendenti. Lo scopo del gruppo iff era più orientato verso la crescita dei giovani che verso la sicurezza dell'individuo. Sembravano esserci pochi individui che sopravvivevano completamente senza gruppi iff. Il Branco qui era più un concetto astratto rispetto alla realtà quotidiana che c’era su Zarti.
Apprese anche che alcune delle culture sul pianeta erano più ricche di altre. La più ricca si trovava attualmente nella zona notturna del pianeta. In quella particolare cultura molte delle cose che erano fatte a mano qui erano fatte dalle macchine, e si presumeva che ci fosse parecchio cibo per tutti. Il pensiero che una parte del Branco potesse essere sovralimentata mentre un’altra parte fosse affamata sembrava assurda per uno Zartico. Ricordò a se stesso ancora una volta di reprimere le sue emozioni. Era lì solo per osservare, e faceva meglio a concentrarsi su quello.
Decise di investigare quella cultura molto ricca. Nella valutazione di queste creature come potenziale minaccia per il Branco, i suoi superiori sarebbero stati interessati solo alle loro capacità più alte. Non aveva alcuna importanza cosa facessero le culture più povere se quelle più ricche possedevano un metodo di navigazione interstellare fisico unito a una natura bellicosa.
Alla velocità del pensiero, Garnna attraversò un'enorme distesa oceanica e arrivò nell’emisfero immerso nell’oscurità. Trovò immediatamente parecchie città costiere che mandavano le loro luci verso di lui. Queste creature potevano essere diurne, ma certamente non permettevano che l'oscurità limitasse le loro vite. C’erano parti delle città che erano illuminate come se fosse giorno. C'era un luogo in una delle città dove una moltitudine di creature si era riunita e seduta per vedere quanto accadeva tra un numero limitato di creature in un campo appositamente costruito. Il modello era simile a quello che era stato osservato in molti altri mondi, in modo particolare dove onnivori e carnivori erano dominanti —competizione istituzionalizzata. Invece di dividere equamente quello che c'era per il bene del Branco, come si sarebbe fatto su Zarti, queste creature si sentivano obbligate a competere, con i vincitori che prendevano tutto e i perdenti nulla. Per quanto si sforzasse, Garnna non riusciva a capire completamente cosa significasse questa competizione per queste creature.
Si mosse. Osservò le abitazioni degli indigeni e le trovò in molti casi strutturalmente superiori a quelle su Zarti. Le macchine per i trasporti erano anch'esse avanzate, essendo sia efficienti sia in grado di viaggiare a grandi velocità. Ma notò anche che usavano combustibili chimici per alimentarle. Questo, per il momento, toglieva questi essere dalla lista delle possibili minacce. Chiaramente non avrebbero usato combustibili chimici se avessero scoperto un modo efficiente di usare l'energia nucleare, e nessuna razza poteva sperare di costruire un mezzo di navigazione interstellare usando solamente combustibili chimici. Queste creature potevano conoscere l'esistenza dell'energia nucleare —in effetti, a giudicare dalla loro abbondante tecnologia, Garnna si sarebbe sorpreso che non lo fossero —ma da questo alla navigazione interstellare il salto era troppo grande; gli Zartici non avevano bisogno i preoccuparsi che questa razza potesse costituire una minaccia nel prossimo futuro. Anche gli Zartici non avevano ancora perfezionato un viaggio interstellare —ma certamente, c'erano state circostanze attenuanti.
Passò la maggior parte del tempo raccogliendo il materiale che pensava fosse necessario per la sua relazione. Come sempre, c’era una sovrabbondanza di dati, e dovette eliminare con attenzione alcuni dettagli interessanti per fare spazio alle tendenze che lo avrebbero aiutato a costruire nella sua mente un’immagine completa di questa civiltà. Ancora una volta, il tutto aveva la precedenza sulle parti.
Terminò la sua investigazione e si rese conto che aveva ancora un po’ di tempo libero prima di dover ritornare nel suo corpo. Poteva anche usarlo. Aveva un piccolo hobby, innocuo. Anche su Zarti c’erano le coste marine e Garnna era nato vicino a una di quelle. Aveva passato la sua giovinezza vicino al mare e non si stancava mai di vedere le onde arrivare e infrangersi sulla riva. Così, ogni volta che si trovava su un mondo alieno con del tempo libero, cercava di fantasticare a ritroso nel tempo alla sua giovinezza sulla riva dell'oceano. Lo aiutava a sentire più familiare il mondo alieno e non creava danno a nessuno. Così si librò dolcemente lungo la costa di quell'oceano enorme di quello strano mondo, guardando e ascoltando l'acqua nera e quasi invisibile che si infrangeva sulle sabbie scure di questo pianeta, a un centinaio di parsec dal suo luogo di nascita.
Qualcosa attirò la sua attenzione. Sulla cima delle scogliere prospicienti a quel punto della spiaggia, una luce stava brillando. Doveva essere un esempio di un individuo solitario della società stabilitosi lontano dal più vicino grande gruppo di altri esponenti della sua razza. Garnna fluttuò verso l'alto.
La luce proveniva da un piccolo edificio, piuttosto povero rispetto agli edifici della città ma senza dubbio confortevole perché ci vivesse una singola persona. C’erano due veicoli parcheggiati all’esterno, entrambi vuoti. Poiché i veicoli non erano automatici, questo implicava che dovevano esserci almeno due alieni all’interno.
Essendo una pura mente Garnna passò attraverso le mura del cottage come se non esistessero. All'interno c'erano due creature, che parlavano tra loro. L'episodio non sembrava molto interessante. Garnna si fece una breve nota sull'arredamento della stanza e stava per andarsene quando all'improvviso una delle creature attaccò l'altra. Prese per il collo il suo compagno e cominciò a strangolarlo. Senza neppure dover estendersi, Garnna poteva sentire il furore che si