Dannato Malloppo!. Mario Micolucci
Чтение книги онлайн.
Читать онлайн книгу Dannato Malloppo! - Mario Micolucci страница 6
«Allora, perché non è venuto ad avvisarci?» obiettò un tizio biondo che sonnecchiava nei pressi del bivacco usando la sella come cuscino. Aveva tutta l'aria di non volersi scomodare.
«Potrebbero averlo fatto fuori o, peggio ancora, potrebbero averlo fatto prigioniero per estorcergli informazioni! Ammettilo che te la stai facendo sotto!» lo incalzò l'altro.
«Ehi, modera le parole! Non ti spacco la faccia, solo perché per farlo, mi dovrei alzare, e io ho tutta l'intenzione di farmi un altro paio di ore di sonno. Inoltre, cribbio! Ieri ci siamo fracassati le natiche a seguire la pista e ora pretendi che mi rimetta in groppa prima ancora dell'alba. Va bene essere ligi, ma per quella miseria che ci dà il Governatore, non sono disposto a tanto!»
«Forza e coraggio, Rick alza le chiappe! Non c'è tempo da perdere!» insisté.
«Tu non sei nessuno per darmi ordini! Non rompere!» L’uomo si girò dall’altra parte come a voler riprendere sonno.
«Suvvia! Ci molli proprio ora che abbiamo l'occasione di acciuffare quei banditi!»
«O quella di farci impallinare da loro!»
«Ha ragione Gregory, non è il momento di starsene con le mani in mano.» L'atteggiamento del nuovo intervenuto era quello di chi, là, comandava.
«Signor sì, Capitano! Ma visto che l'esito dell'incursione non è poi così scontato, la prassi non prevederebbe che uno di noi faccia rapporto al comando più vicino? A titolo precauzionale, intendo. Magari potrei approfittarne anche per scortare questo povero ragazzino all'infermeria di El Paso: dobbiamo o no, tutelare l'incolumità dei cittadini?» mediò il Biondo.
«Non devi essere tu a dirmi ciò che prevede la procedura e, soprattutto, non spetta a te stabilire chi debba andare a fare rapporto! Il tuo menefreghismo rasenta la diserzione. A ogni modo, se ci tieni tanto, ti voglio accontentare, cagasotto! Fai come hai detto, ma sappi che questa storia ti costerà tre settimane di stipendio e, ovviamente, l’annullamento dei tuoi diritti sul premio per la cattura di quei criminali.» Il capitano scribacchiò due righe su un foglietto, lo accartocciò e glielo tirò addosso. «Agente Richard Keen, qui ci sono le sanzioni che ti ho comminato!»
«Non ti sembra di esagerare James? Addirittura tre settimane! D’accordo, mi hai convinto: ora mi alzo e vengo con voi.» Si mise a sedere.
«Non James, Capitano Bluemann per te! E poi, mi spiace, ma è troppo tardi per cambiare idea. Il mio è un ordine, non una proposta. Sarai tu a fare rapporto e ti giuro: prova solo a non consegnare il foglio delle sanzioni, che quando torno, ti metto su un verbale tale da mandarti dritto alla forca! Ne ho abbastanza di te, buono a nulla!» L’uomo era paonazzo.
«Fate presto voi capi: buttate giù due righe e un povero ranger perde diverse decine di dollari di salario. E questo, dopo giorni di duro lavoro!» si lamentò Rick.
«Smettila di piagnucolare, e ricordati ciò che ti ho detto! Uomini, armatevi di coraggio e salite groppa! La legge chiama!» Il capitano montò sul cavallo, batté sugli speroni e si avventurò nel deserto seguito dagli altri.
«Idioti!» blaterò il Biondo passandosi una mano sulla faccia. Si alzò assai lentamente, il suo fisico era prestante. Sbadigliò, si stiracchiò per bene e, con un balzo improvviso, fu su Donnola.
«Allora moccioso, sputa il rospo!» lo minacciò tenendolo per i capelli cisposi come le piante di quelle squallide lande.
«Ma signore, non so a cosa ti riferisca!» Finn rese la voce tremante.
«Senti piccoletto! Potrai darla a bere quel pallone gonfiato di James o all’altro babbeo di Greg, ma non a me! Primo: così conciato non ce l’avresti mai fatta ad arrivare sin qui. Secondo: figuriamoci se dei fuorilegge navigati possano farsi sfuggire un marmocchio sotto il naso. E terzo: conosco come lavora Lane Sadlaan. È un raffinato, un perfezionista, direi quasi un artista del dolore. Le sue vittime non vengono semplicemente pestate, ma mutilate con grande perizia.»
“Hai capito lo sbirro?” constatò Finn. Il tizio non era il superficiale che voleva apparire, sembrava un avversario alla sua altezza: in termini di malizia, s'intende. Se voleva spuntarla su di lui, doveva rimanere in silenzio il più possibile onde capire quali fossero i suoi pensieri e agire di conseguenza.
«Ora taci, eh? A quanto pare, ho colto nel segno! Va bene, vorrà dire che ti darò un aiutino: vediamo quanto la mia congettura si avvicina alla realtà. Probabilmente, sei spaventato e penso di sapere perché; tuttavia se le cose sarò stato io a dirle, non sarai stato tu a spifferarle e avrai mantenuto la parola!» Era furbo, ma lo stava sottovalutando. Pertanto, stava commettendo l’errore di parlare troppo. Quando si gioca a poker, bisogna badare a che l’avversario non scorga la tua mano: questo, l’uomo lo sapeva benissimo, ma non si era reso conto che l’avversario fosse proprio quel moccioso che teneva per i capelli. In quelle terre di sciacalli, il fisico emaciato e il fare timido avrebbero potuto essere limiti non trascurabili; tuttavia il ragazzo aveva imparato a sfruttarli a suo vantaggio per apparire innocuo.
«Iniziamo. Lane e i suoi sono giunti al tuo villaggio e lo hanno messo a ferro e fuoco: su questo non ho dubbi. Ora, mi resta oscuro il perché di tutto ciò! Non è che tu mi puoi aiutare? Avete fatto qualcosa per provocarli?»
A questo punto, doveva fornire una mezza verità, altrimenti avrebbe cominciato a dubitare di lui.
«Prima di loro era giunto un uomo solo. Aveva un bel cappello e dei bei stivali. Inoltre, appena attinto dal pozzo, aveva guardato l’ora da un orologio da taschino che sembrava d’oro. Studd ha pensato che potesse avere con sé altri oggetti di valore, così gli ha sparato per prendere la sua roba. In effetti, gli hanno trovato addosso alcuni preziosi, quindi è scoppiata una ressa per accaparrarseli. Sul più bello, però, sono arrivati i suoi compari: erano in nove e hanno fatto tutto quello che ho detto prima.»
«Ecco, adesso il racconto mi sembra più coerente! A Little Pit, avrebbero potuto attenderli degli sbirri, così hanno mandato uno di loro a controllare, forse il volto meno noto. Evidentemente, il tizio non sapeva che non è mai opportuno mostrare a un branco di cani affamati una bistecca succulenta. Bene, visto che hai cominciato a collaborare, ti do un altro aiutino. Secondo me, sei stato mandato qui dalla banda di Sadlann. Ti hanno imposto di metter su questa messa in scena per far scattare una trappola e, onde evitare che facessi scherzi, tengono in ostaggio i tuoi famigliari. Dico bene?» Era chiaro che, dagli indizi a sua disposizione, il Biondo era stato abile nel trarre la conclusione più plausibile. Un ragazzino malridotto era l’esca perfetta: d’altra parte, per altri scopi, anche suo padre aveva pensato la stessa cosa. Fortunatamente, non vi erano evidenze che potevano far dedurre all’uomo che uno dei criminali fosse fuggito intascandosi tutto il bottino. Inoltre, ciò che era realmente accaduto dopo aveva seguito risvolti casuali e impossibili da immaginare.
Il silenzio di Finn fu preso per un’esitazione nel dare una risposta affermativa. Se la risposta fosse stata negativa, il no sarebbe stato immediato. Voleva dare l’impressione di voler parlare, ma di aver paura di farlo. Ci riuscì benissimo.
«Ecco vedi. L’ho detto io. Tu non hai spifferato nulla.» La presa sui capelli divenne un'arruffata. «Allora, continuiamo con questo gioco. Se tu sei qui, vuol dire che qualcuno ha detto loro dove stavamo: hai visto qualche prigioniero?»
Tacere era il modo migliore per farlo giocare a carte scoperte e fu esattamente quello che Donnola continuò a fare.
«Benissimo!» Anche se non ricevette risposta, era evidente che si fosse convinto del fatto