Dannato Malloppo!. Mario Micolucci
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«No! Ti prego, se qualcosa andasse storto ucciderebbero papà, mamma ed Emily!» Ecco, la ciliegina sulla torta.
Lo sbirro continuò: «Oppure! Potrei lasciare i miei colleghi al loro infausto destino: in minoranza numerica e colti di sorpresa, non penso che riporteranno a casa la pelle.» Assai cinicamente, il tipo aveva scommesso a mani basse sui fuorilegge. La realtà, però, era diversa da quella che si era figurata. Innanzitutto, non erano in minoranza numerica, poiché i banditi avevano subito la perdita di due uomini oltre a quello di cui anche il Biondo era a conoscenza. Inoltre, il fattore sorpresa l’avrebbero avuto i ranger, visto che quella, in realtà, non era affatto una trappola.
«Farò qualsiasi cosa, ma non voglio che i miei cari muoiano! Non siamo che poveri contadini.» Finn mostrò uno sguardo implorante.
«Allora, vai a dire all'omone, che cerca di nascondersi laggiù, che quella roccia è troppo piccola per lui… e poi, digli che ho capito tutto, ma che sono disposto a non interferire con i loro piani. In cambio, mi faccio bastare tremila dollari o qualcosa di equivalente. Stando alle mie stime, la cifra dovrebbe corrispondere a metà della sua parte della refurtiva. Se il tizio che hanno ucciso a Little Pit aveva con sé qualche prezioso, ritengo che abbiano già spartito il bottino. Quindi, che non mi mandi a dire di non avere niente con sé. Ah! Digli anche che se non ci accordiamo sull'affare, saranno le armi a farlo per noi.» Quel corrotto, oltre a essere scaltro, aveva una vista d'aquila. Hugg si era appostato a quasi mille iarde dall'accampamento. Si trattava di una distanza ragguardevole: diversi fucili superavano quella gittata, ma pochi lo facevano con sufficiente precisione e ancora meno erano le persone in grado di farglielo fare. Visto che il suo Jacob Hawken era andato, tanto valeva tenersi fuori tiro.
«Tre... tremila dollari?» L'ingenuo miserabile che voleva apparire doveva considerare inconcepibile una cifra del genere.
«Riferisci quello che ti ho detto. Tremila dollari per chiudere un occhio; anzi, tremila dollari più te. Non credo che quei fessi dei miei colleghi sopravviveranno, ma devo tutelarmi rispetto a ogni eventualità. Quindi, devo fare rapporto, consegnare questa cartastraccia al comando e portarti in infermeria. Ovviamente, marmocchio, prova solo a fare menzione a qualcuno di quanto è accaduto e non solo ammazzo te, ma vado a Little Pit e, se non sono già crepati, faccio fuori anche i tuoi. Non sarà difficile individuarli: so come si chiama tua sorella. Emily, giusto? E poi, pensaci bene: crederanno a un moccioso figlio di un qualche rifiuto della società o ad un integerrimo uomo di legge?»
«No, no, Signore, non ne parlerò con nessuno! Ma a dire il vero, vorrei tornare al mio villaggio.» Lui e suo padre avevano affari ben più importanti da sbrigare e non poteva andarsene a spasso con quello sbirro.
«Senti, per me è importante che ti scorti fino all'infermeria di El Paso, faremo subito. Poi, puoi anche dartela a gambe. Anzi, se sparisci, per quel che mi riguarda, è pure meglio.» Lo spinse senza garbo nella direzione di Hugg e lo spronò: «Muoviti! Prima, sbrighiamo questa faccenda e prima potrai tornartene al tuo mondezzaio.»
“Il modo migliore per fare affari facili facili è godere di una posizione privilegiata nel bel mezzo della ressa”. Questa frase l'aveva sentita dire dal vecchio Kent, il sedicente straordinario professionista del crimine: forse, lo era stato, ma se era finito a mangiare polvere a Little Pit, tanto straordinario non lo era. A ogni modo, la massima calzava a perfezione con la rivelazione che Finn aveva appena avuto: stare dalla parte della legge ti imponeva di mettere le mani in loschi giri di denaro, ma nel contempo ti consentiva di attingerne un po'. Ovviamente, operando con la dovuta cautela. Altro che stare in quel letamaio del suo villaggio ad aspettare che passasse qualche sprovveduto con una miseria in tasca. Il Biondo, tenendo gli occhi bene aperti e chiudendone uno al momento opportuno, si stava per guadagnare la bellezza di tremila verdoni e chissà quante altre volte l'aveva già fatto.
Dalla parte della legge, era quello il posto giusto per far fruttare la sua furbizia. Pensò che, probabilmente, potesse essere quella la sua strada. D'altra parte, è cosa buona e giusta che un giovane coltivi sani propositi per il futuro…
Comunque, in quel momento, le incombenze del presente erano ben più rilevanti: aveva raggiunto suo padre e doveva convincerlo a privarsi di quella somma... senza farsi spaccare la faccia. Più di quanto avesse già fatto, s'intende.
«Pa', quel tizio lì ha occhi d'aquila. Ti ha visto e si è insospettito!» Meglio, dare a lui la colpa dell'accaduto.
Anni di lavoro come trapper, portarono l'uomo a cercare istintivamente il riparo della roccia con maggiore minuzia. Poi si riebbe e prese Finn per la collottola. «Per tutti i diavoli! Di cosa si è insospettito, esattamente!» ringhiò a un pollice dalla sua faccia.
«Ha pensato che tu fossi uno di quei fuorilegge a cui danno la caccia, e che mi abbia portato qui per far scattare una trappola ai ranger.»
«Allora, perché non l'ha detto ai suoi compagni?»
«Proprio questo è il punto, pa'. È che pare intenzionato a non avvertirli, purché gli sia corrisposta qualcosina in cambio.» La voce di Donnola andò abbassandosi progressivamente e le ultime parole non furono che un bisbiglio appena accennato.
Ahahah!
Hugg sbottò in una sonora risata. «Che corra pure ad avvertirli! Cosa vuoi che me ne importi.»
«Sì, ma è un tipo scaltro e se lo lascerai fare, si insospettirà. Poi c'è un altro particolare; tuttavia credo che per un tipo in gamba come te, non sia un problema: ha detto che in caso di un tuo rifiuto, non ci penserà due volte ad affrontarti. Certo, noi abbiamo solo le pistole, mentre lui oltre a quelle, ha anche un nuovissimo fucile Sharps. Sai, pa'? dicono che abbia una discreta gittata e che si ricarichi in un lampo. Comunque, tu sei il migliore e saprai come farlo fuori, anche se dovesse girarci intorno da lontano con il cavallo. Dico bene?» Finse di aggrapparsi a lui, come a voler cercare protezione.
Un rivolo di sudore rigò la fronte dell'uomo. «Certo, figliolo, la spunterei a mani basse... ma il problema è che se dovessi solo ferirlo, fuggirebbe e poi ci ritroveremmo un esercito di sbirri alle calcagna. Forse, è meglio assecondarlo. Quanto vuole esattamente?»
Ecco, la parte più difficile. Finn indicò un tre con le dita.
«Figlio di un cane! Vuole ben trecento dollari solo per chiudere un occhio!»
«No, pa'! Non ne vuole trecento...»
«Ah! Allora, stiamo qui ancora perdere tempo a discutere! Tieni, porta i trenta dollari che ha chiesto a quel miserabile e chiudiamo la questione.»
«No, è che ne vuole tremila...»
Ecco, lo aveva fatto di nuovo. Gli aveva spaccato la faccia un'altra volta. Donnola si ritrovò a terra a sputare sangue e polvere.
«Maledetti sbirri! Si ingozzano con le nostre tasse e poi, invece di aiutare gli onesti cittadini, si corrompono e vogliono tremila dollari per chiudere un occhio!» A Finn non risultava che il padre avesse, mai, pagato un cent di tasse. Anche sugli onesti cittadini, c'era più di qualcosa da ridire. Comunque, preferì non fargli notare quei particolari: questo, perché ci teneva alla pelle.
Hugg respirò a grandi boccate nel vano tentativo di placare l'ira e alla fine, sbottò: «Io mi rompo la schiena per procurarmi un bel malloppo, poi arriva quello lì e pretende tremila, dico tremila verdoni! Ma io lo ammazzo! Che vuoi che sia: mi basterà raggiungere quel costone e poi gli sbuco a portata di rivoltella: tanto quel fucile giocatolo neanche ci arriva a sparare fin qui!»