Calore. Amy Blankenship

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Calore - Amy Blankenship Legami Di Sangue

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perché adesso mi dovete un favore.”

      â€œTi darò tutto quello che ho!” esclamò Devon con un sorriso.

      â€œCompresa Envy?” chiese Tabatha, con gli occhi scintillanti.

      â€œNeanche per sogno.” rispose Devon, facendole l’occhiolino.

      Tabatha si finse delusa. “Beh, questo toglie tutto il divertimento.”

      Envy ridacchiò quando Tabatha uscì impettita dalla stanza, fingendo di sbattere la porta nel mentre.

      Capitolo 2

      â€œMettimi giù, succhiasangue impazzito!” gridò Alicia, graffiando la schiena di Damon dalla spalla su cui lui l’aveva issata. Nel momento in cui si era resa conto che non erano diretti al Night Light voleva che lui si fermasse...ovviamente volere ed ottenere erano due cose diverse. “Voglio andare da Micah!”

      â€œMichael mi ha detto di riportarti qui e qui resterai.” ordinò Damon, entrando con calma nella stanza di Alicia. La gettò sul letto e sussultò quando le sue unghie gli lasciarono lunghi segni sulla schiena. Ringhiando aggiunse “Non credo che il tuo ragazzo rimarrà troppo deluso se arriverai con ritardo nel suo...letto.”

      Alicia sbuffò e cercò di precipitarsi giù dal letto, ma Damon la afferrò immediatamente con le mani ben salde sulle spalle.

      Damon guardò verso di lei, cercando ancora una volta di lanciarle il suo incantesimo addomesticante. “Dannazione, ti ho detto di fermarti!”

      â€œNon sono un cane, io sono un gat...” La mente di Alicia si svuotò per un attimo mentre lo fissava, guardando il modo in cui i suoi capelli pendevano lungo quel viso perfetto. Sentì qualcosa nella bocca dello stomaco risvegliarsi con desiderio. Abbassando lo sguardo sulle sue labbra, ricorse all’unica cosa a cui riuscì a pensare per scacciare dalla mente il pensiero di baciarlo...l’aggressione.

      â€œTu non sei il mio padrone!” Alicia lo colpì al petto, ma se ne pentì quando Damon chiuse gli occhi per il dolore e si chinò verso di lei.

      â€œTi hanno mai sculacciata per farti crescere?” ringhiò Damon tutto sudato. Si rotolò via da lei per sdraiarsi supino.

      â€œTi piacerebbe.” Alicia aggrottò la fronte, chiedendosi come fosse possibile che l’avesse appena portata dall’altra parte della città come un uomo di Neanderthal, e ora sembrava che stesse per svenire solo perché lei lo aveva colpito. “Stai bene?” chiese lei con sospetto, non volendo sentirsi in colpa per la propria reazione.

      Damon aprì gli occhi solo per trovarsi faccia a faccia con un stupido orsacchiotto. I suoi occhi di ametista si limitarono a leggere il collare che esso indossava...c’era scritto ‘Micah’...

      â€œSto alla grande...e tu?” le rispose mentre si metteva a sedere, chiedendosi perché finiva sempre per essere coinvolto con gli esseri umani...soprattutto le donne. Portano solo guai. Alzandosi, si diresse verso la porta sperando di non fare qualcosa di patetico, come svenire. “Se provi a lasciare questa casa prima che torni Michael ti farò mangiare quell’orsacchiotto.”

      Alicia guardò la porta finché non se ne fu andato, poi alzò un sopracciglio verso il suo innocente orsacchiotto “Beh, io so quello che ho fatto...ma tu che hai fatto per farlo incazzare?”

      Roteò gli occhi e si allungò per accendere la lampada. Damon l’aveva gettata sul letto così in fretta che non avevano nemmeno acceso la luce. Stava per prendere l’orsacchiotto ma si bloccò quando qualcosa sul letto attirò la sua attenzione. Proprio lì dove Damon era steso c’era una macchia rossa recente. Allungò la mano e stava per toccarla quando si ritrasse.

      Alzandosi dal letto, Alicia uscì sul balcone e scivolò verso l’altra porta a vetri che conduceva in camera di Damon. Quello che vide le fece crollare il cuore sul pavimento.

      Damon sbatté la porta della camera da letto e si strappò via la camicia nera, lanciandola nella stanza. Così facendo, alcuni proiettili rimasti all’interno della camicia colpirono il pavimento e le pareti. Il suo corpo li stava costantemente spingendo fuori dalla sua carne nel tentativo di guarire. Lui fece un respiro profondo e guardò le ferite sanguinanti con doloroso disgusto. Erano i proiettili ancora in espulsione ad impedire alle ferite di chiudersi.

      Vedendo un proiettile fuori a metà dal petto, lo estrasse completamente. Con l’altra mano strinse il palo del letto così forte che il legno cominciò ad incrinarsi e rompersi. Se non fosse per il sangue del licantropo che aveva prosciugato prima, adesso sarebbe inginocchiato ad urlare come un dannato. A pensarci bene, probabilmente non sarebbe affatto uscito da quella villa.

      Il sangue di un essere paranormale era più potente del sangue umano, ma era ovvio che, se voleva guarire più velocemente, allora doveva trovare altro sangue. Nessuno l’aveva mai accusato di essere paziente.

      Con un grugnito, Damon lasciò cadere sul pavimento il proiettile che aveva appena estratto e andò all’armadio per prendere un’altra camicia. Tutto quello che trovò furono alcuni pullover...ne prese uno nero dalla gruccia e lo indossò prima di dirigersi verso il balcone.

      Alicia teneva la mano sulla bocca per non piangere, vedendo le numerose ferite sul petto di Damon. Alcuni fori di proiettile erano ancora sanguinanti e alcuni stavano effettivamente spingendo i proiettili fuori dalla sua pelle. Non c’era da stupirsi che si fosse contorto quando lei l’aveva colpito. Sentì un lampo di dolore afferrare il proprio petto. Come poteva essere stata così crudele?

      Fece per aprire la porta ma si fermò quando Damon si voltò, afferrò un maglione dall’armadio e lo infilò. Voleva piangere davvero quando vide la sua schiena insanguinata, che era messa peggio del suo torace. Quante volte lei lo aveva colpito sulla schiena prima che entrassero nella sua stanza. Alicia sentì le ginocchia indebolirsi a quel pensiero.

      Quando lui si diresse verso il balcone, lei si spostò rapidamente e si girò, appoggiandosi al muro di mattoni tra le due camere. Portandosi una mano sul proprio petto illeso, trattenne il fiato e sperò che lui non uscisse e la sorprendesse a spiarlo.

      Il panico cedette rapidamente il posto al dolore...poi alla rabbia e alla confusione. Damon le aveva mentito alla villa...tutto quel sangue era suo. Perché lo aveva fatto? Perché l’aveva protetta e non le aveva detto di essere ferito? Avrebbe potuto essere ucciso...e per cosa? Per salvarla?

      Gli occhi di Alicia si spalancarono quando il balcone improvvisamente si aprì e Damon saltò sulla balaustra della terrazza guardando la strada sottostante. Era in equilibrio sulla solida ringhiera ma, prima che potesse saltare, sentì la sua presenza dietro di sé. Poteva sentire tutte quelle emozioni nella sua aura e sospirò...era stanco e ferito e non aveva più voglia di lottare con lei stasera.

      â€œMichael ha cancellato il loro ricordo di te lì stasera. Se torni da Micah prima che ti chiamino...annullerai tutto quello che lui ha fatto per aiutarti. Se non vuoi restare per me...allora fallo per Michael, almeno.” Detto questo, Damon saltò giù dal balcone sull’erba.

      Alicia sussultò e corse alla ringhiera di pietra, guardando giù mentre lui cadeva ciecamente. I suoi occhi si spalancarono

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