Calore. Amy Blankenship

Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Calore - Amy Blankenship страница 8

Calore - Amy Blankenship Legami Di Sangue

Скачать книгу

le guerre demoniache erano finite...banditi in questo mondo solo per sbarazzarsi di una parte della popolazione maschile. Kriss non lo sapeva, ma Dean era molto più vecchio.

      Dean era stato uno dei capi della ribellione che pose fine alla guerra tra demoni...sebbene inviando alcuni purosangue sottoterra per aver massacrato senza motivo ibridi che non erano demoniaci. Alcune cose erano peccaminose...non importa cosa si pensa.

      Kriss ebbe un flashback di quando voleva uccidere Kane e poi aveva trovato un’anima lacera, ma stranamente pura, che lo fissava. Non aveva mai visto una tale stranezza. Se Kane era umano o demone con un’anima così danneggiata...lui sarebbe stato male puro. Lui sarebbe stato male puro. Si chiese se Dean avesse ragione...se forse aveva perso la propria capacità di giudizio.

      Vivere tra gli umani da così tanto tempo gli aveva insegnato che anche le migliori intenzioni hanno sempre un lato oscuro. Aveva deciso molto tempo fa che avrebbe serbato la morte solo per la forma più concreta del male, il resto lo avrebbe lasciato risolversi da sé.

      â€œPer quanto tempo intendi seguirlo?” chiese Kriss con curiosità.

      â€œFinché non capisce che non sono una minaccia.” rispose Dean misteriosamente.

      Kriss inclinò la testa e guardò Dean, notando diversi fori di proiettile sui suoi vestiti. “Che diavolo hai combinato? Puzzi di fumo e quelli sui tuoi vestiti non sono buchi di tarme.”

      â€œLascia che ti chieda una cosa.” Dean non guardò Kriss. “Sei davvero qui per me? O hai solo bisogno di una distrazione perché stai evitando i tuoi sentimenti per Tabatha?”

      Kriss si allungò, strattonando il braccio di Dean e girandolo, per guardarlo in faccia. “Perché è sempre guerra con te?” gli chiese.

      Dean scosse il braccio dalla presa di Kriss “Forse perché posso vedere nella tua anima quello che tu non vedi.”

      Kriss distolse lo sguardo e quando si girò Dean se n’era andato.

      *****

      Kane aprì silenziosamente la finestra della camera da letto di Tabatha e sgattaiolò dentro. La stava osservando attraverso le finestre ma sentire la sua agitazione non gli piaceva, e il fatto che non riuscisse a leggere i suoi pensieri lo stava facendo impazzire. Tutto quello che poteva sentire erano sussurri quasi silenziosi provenienti dalla sua mente.

      Guardò il soffitto, chiedendosi di chi fosse stata la brillante idea di fare di lei l’unica persona che lui non poteva ascoltare, quando poi era l’unica che volesse davvero sentire. Kane mantenne l’oscurità attorno a sé mentre si appoggiava alla porta aperta e la vide alzarsi dal divano nel salotto.

      Tabatha spense la radio. Aveva pensato che la musica di sottofondo avrebbe reso l’appartamento meno vuoto, invece le dava solo fastidio. Le mancava il suo coinquilino.

      Kriss era sparito da settimane e sapeva che era in grado di badare a se stesso, ma questo non le impediva mai di preoccuparsi. Quel demone, la sua pelle rabbrividì al ricordo, era stato capace di intrappolare Dean, anche se solo per un paio d’ore. Era difficile accettare che là fuori ci fossero cose che potrebbero fare del male a Kriss.

      Si passò le dita sulla spalla e sul petto dove era stata ferita, non sentendo altro che la pelle morbida intatta. Pensava di essere stata un genio, facendo credere a Kane di essere sotto il suo incantesimo...lo scherzo le si era ritorto contro. Inoltre, lui le aveva detto di non ricordare di aver visto Misery...ma lei la ricordava ancora. Alzando lentamente le dita si toccò le labbra, desiderando ricordare esattamente quello che Kane le aveva fatto.

      Forse era stata sotto il suo incantesimo per tutto il tempo e per qualche motivo ne ricordava solo una parte. Le aveva detto che avrebbe vegliato su di lei...l’avrebbe seguita. Tabatha sentì i peli sulla nuca drizzarsi e la stanza sembrò rimpicciolirsi.

      Allontanando le dita dalle labbra sussurrò “Kane, sei qui?”

      Kane afferrò il telaio della porta per non andare verso di lei, ma nessun potere sulla terra poté impedirgli di rispondere “Sì.”

      La sua voce era spettrale, portando Tabatha a girarsi intorno alla ricerca di lui. Fu presa dalla delusione e dalla paura quando non lo vide in piedi dietro di lei. “Sono così cattiva che devi nasconderti da me?” Il suo respiro stava divenendo un po’ più veloce e si chiese in silenzio se stessa giocando con il fuoco.

      Kane lasciò che l’oscurità intorno a sé si diradasse e la guardò mentre gli occhi di lei si posarono su di lui. “Forse sono io quello cattivo.”

      Tabatha deglutì. Lui sembrava quasi malvagio, stagliato sulla porta della sua camera da letto...lei doveva ammetterlo. “Forse non sembreresti così malvagio se avessi bussato alla porta d’ingresso.” disse lei, chiedendosi da quanto tempo fosse nel suo appartamento. Sentendo una leggera debolezza nelle ginocchia si voltò, si sforzò di camminare tranquillamente verso il divano e si sedette.

      â€œMi avresti fatto entrare?” chiese Kane curioso, mentre entrava nella stanza. Notò il modo in cui lei si voltò e sollevò i piedi sul divano, stringendoli a sé mentre si appoggiava al bracciolo imbottito.

      â€œNon ne sono sicura.” rispose Tabatha. “È la prima volta che vieni qui?”

      â€œNo.” Kane non si preoccupò di mentirle. Perché mentire quando poteva farle dimenticare di essere stato qui?

      â€œAllora ti invito ad entrare. Siediti.” indicò il divano. Se fosse qui per farmi del male, allora lo avrebbe già fatto...no? Lei osservò il modo in cui lui si muoveva lentamente, mentre faceva come gli aveva chiesto. Era una farsa...aveva visto la velocità con cui lui si muoveva quando voleva. Stava attento a non spaventarla e questo la rendeva ancora più nervosa.

      Kane alzò un sopracciglio “È così che tratti i tuoi stalker?” chiese lui in tutta serietà. “Invitandoli per tè e pasticcini?”

      Tabatha scosse la testa “Io non bevo tè e odio i pasticcini. Una tazza di caffè e un bagel andranno bene.”

      Kane le sorrise debolmente. “Come fai a sapere che non ti farò del male?”

      â€œSe avessi voluto farmi del male, lo avresti già fatto.” rispose Tabatha, dando voce al pensiero che aveva avuto solo poco prima. Pensandoci meglio, aggiunse rapidamente “Anche se tendo ad essere ferita quando tu sei nei paraggi.”

      Kane trasalì dentro di sé e alla fine si sedette all’altra estremità del divano che lei aveva indicato, voltandosi verso di lei e appoggiandosi al bracciolo opposto. Alzò la gamba destra, piegandola sul ginocchio, e si sedette in uno stile mezzo indiano con un braccio piegato sullo stomaco.

      â€œAllora dimmi, cara, perché mi hai invitato?” le chiese Kane.

      â€œTu perché sei qui?” Tabatha evitò la domanda.

      Kane sorrise. “Sai che è da maleducati rispondere ad una domanda con una domanda.”

      Per un attimo Tabatha fu sorpresa dal

Скачать книгу