Calore. Amy Blankenship
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Alicia lo cercò nellâoscurità , pronta a seguirlo quando lo avrebbe visto, ma non câera niente... â¦nemmeno il rumore dei passi. Si sentiva dispiaciuta per lui e per il dolore che lui stava sopportando per colpa sua.
Si avvolse le braccia intorno, sentendosi improvvisamente più sola di quanto si aspettasse e desiderò disperatamente che lui non fosse andato via. Doveva dirgli che le dispiaceva...voleva dirgli grazie e in realtà voleva colpirlo di nuovo per non averle detto che era ferito. Dove stava andando? Cosa facevano i vampiri quando erano feriti?
Lui voleva che restasse lì e facesse quello che Michael aveva chiesto. Con un sospiro, decise di obbedire per una volta...ma non lo faceva per Michael.
Dando le spalle al balcone, Alicia tornò nella sua stanza e si sedette sul letto. Fissò il telefono per qualche istante, chiedendosi cosa avrebbe dovuto se avesse squillato. Avrebbe dovuto rispondere? E se non fosse Michael? Cosa sarebbe successo se qualcuno come Warren o Quinn avesse chiamato Michael e avesse risposto lei al telefono?
Damon aveva ragione...doveva abbastanza ad entrambi da dover aspettare almeno la mattina, prima di prendere decisioni o fare qualcosa che non avrebbe dovuto. Ricordò il tono della voce di Michael quando aveva detto a Damon di portarla a casa. Nessuno la voleva lì stanotte, tranne Damon forse...unâaltra cosa di cui avrebbe potuto ringraziarlo.
Desiderando che il tempo passasse più in fretta, si alzò e indossò una maglietta sottile. Tirando le coperte sul letto, si distese e cercò di mettersi a dormire. Presto iniziò a fare troppo caldo, anche se aveva lasciato il balcone aperto per far entrare la brezza fresca. Per quasi unâora si girò e si rigirò, e alla fine alzò una mano per asciugarsi il sudore sulla fronte.
La sua pelle era più calda di quanto avrebbe dovuto essere, così allontanò le coperte nel tentativo di raffreddarsi. Frustrata, sistemò le coperte finché non furono come un lungo cuscino poi rotolò su un fianco, abbracciandolo e poggiandoci una gamba sopra. Iniziò a muoversi contro la coperta, gradendo quella sensazione tra le cosce e le strinse ancora più forte.
Gli occhi di Alicia si spalancarono quando improvvisamente riconobbe i sintomi di quello che le stava accadendo. Aveva letto a riguardo e lo aveva visto con una delle sue compagne di scuola.
âNo...â sussurrò, sentendo la paura assalirla a quel pensiero. âTi prego, faâ che io non sia in calore.â
*****
Damon attraversava la città tra le ombre, dirigendosi verso i quartieri più malfamati in cerca di qualcosa o qualcuno da uccidere. Cercò di allontanare Alicia dalla sua mente, ma sembrava che più tempo passava accanto a lei, più profondamente lei si infiltrava sotto la sua pelle. La cosa più strana era che...a lui questo piaceva.
Aveva basato la propria vita sul non preoccuparsi di niente...e di nessuno. Era anche orgoglioso di averla usata come regola per prendere quello che voleva. Lui voleva lei e lei doveva smetterla di tentare il diavolo. Quando era saltato dal balcone, pregò che lei fosse abbastanza intelligente da non seguirlo. Fortunatamente, la ragazza aveva un poâ di auto-conservazione.
Finalmente lui raggiunse il suo obiettivo: una zona degradata di Los Angeles. Damon rimase sul ciglio buio del marciapiede, sorridendo quando le auto della polizia passavano e tutti sparivano. Non appena i poliziotti furono lontani, la feccia sarebbe uscita dal nascondiglio e si sarebbe rimessa allâopera come al solito.
Damon sogghignò verso due donne poco vestite e continuò a camminare mentre loro cercavano di attirarlo con i loro corpi. Forse qualche settimana prima avrebbe potuto prendere la cosa in considerazione, ma adesso...non voleva avere niente a che fare con lâaltro sesso. Il pensiero di prosciugare una di loro gli diede un poâ il voltastomaco.
Girando un angolo, Damon notò due teppisti più avanti ed entrambi lo guardavano mentre si avvicinava. Adesso era questo di cui aveva più voglia.
âCome va?â chiese uno con voce profonda. Infilò le mani nelle tasche della giacca, in attesa di vendergli un poâ di roba. Quando vide lo sguardo nei suoi occhi selvaggi lasciò perdere, pensando che questo ragazzo avesse già preso la sua roba altrove.
Damon non rispose e continuò a camminare. Sapeva cosa stava per accadere e aspettava con ansia. Questi due ragazzi erano probabilmente i re di questa strada, con muscoli possenti e scuri occhi inespressivi. Poteva sentire lâodore di sangue vecchio sui loro vestiti e vide le nocche rovinate, proprie dei bulli. Sì, probabilmente si consideravano delle leggende.
âEhi.â gridò il secondo âIl mio amico ti ha fatto una domanda.â
âE il mio silenzio avrebbe dovuto fargli capire che non ero dellâumore adatto.â lo avvertì Damon, poi girò la testa per guardarli. Fece un sorriso malvagio, con le zanne che brillarono alla luce soffusa del lampione, quando essi videro le iridi rosse nei suoi occhi. âTuttavia, una cena con entrambi mi sta bene.â
Damon si mosse rapidamente, afferrando il primo e prosciugandolo in meno di un minuto. Iniziò a sudare per il dolore quando altri proiettili iniziarono ad uscire più velocemente e caddero a terra con udibili tintinnii metallici. Inclinando la testa, rise senza fiato prima di lasciar cadere lâuomo morto.
Lâeco del secondo uomo che scappava attirò la sua attenzione e Damon corse dietro di lui, avvolgendosi di nuovo nelle tenebre per nascondersi nellâinseguimento. Il dolore e lâadrenalina mantenevano i propri livelli.
Raggiunse il robusto delinquente e lo seguì per qualche istante, godendo dellâodore della paura. Quando lâuomo iniziò a rallentare Damon ridacchiò nellâoscurità , portando lâuomo a correre di nuovo. Sì, era questo quello di cui aveva bisogno...liberare il mondo da un paio di delinquenti mentre si nutriva del sangue necessario per guarire.
Iniziando ad annoiarsi dellâinseguimento, Damon raggiunse lâuomo e lo scagliò in un vicolo. Câè da dire che la lotta dellâumano fu valorosa, ma in confronto alla forza superiore di Damon...il risultato fu inevitabile.
Alla fine, la lotta dellâuomo cessò e Damon lo lasciò cadere sul cemento. Durante la lotta, piccoli pacchetti di polvere bianca erano caduti dalle tasche dellâuomo insieme ad una mazzetta di soldi abbastanza spessa e ad una pistola. Damon si inginocchiò accanto al cadavere e, usando un angolo della camicia, si ripulì il viso da qualsiasi prova, prima di prendere i soldi e infilarseli nella tasca posteriore, poi si allontanò.
Raggiungendo lâingresso del vicolo, Damon infilò le mani in tasca ed iniziò a camminare lungo il marciapiede come se non gli importasse di nulla. Ora che il suo bisogno di uccidere e di nutrirsi era stato parzialmente soddisfatto, poteva scegliere la sua prossima vittima con un gusto più piacevole.
Misery aveva osservato lâintera scena tra il vampiro e i due esseri umani che lui aveva scelto come vittime. Voleva avvicinarsi a lui ma era troppo debole per farlo. Invece, si soddisfò alimentandosi con la paura dei due umani mentre il vampiro li prosciugava. La loro morte era stata deliziosa.
Lâincontro con Kane quella sera lâaveva costretta ad usare a tutto il potere che aveva accumulato da quando era fuggita dalla grotta. Quando aveva combinato il proprio potere con il sangue di Kane, aveva usato quasi tutto quello che aveva. Creare crepe nelle pareti dimensionali di questo mondo era un processo noioso e ci sarebbe