Il Fiume Di Gennaio. Enrico Tasca

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Il Fiume Di Gennaio - Enrico Tasca

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alle 9.50. A parte il fatto che Davide odiava alzarsi presto il mattino, che senso aveva arrivare a Milano così presto? Decise quindi per la opzione più comoda, un volo British Airways. Avrebbe poi raggiunto Malpensa con un taxi, tanto era a rimborso spese e pagava la sua agenzia. Mandò nuovamente dei messaggi alle due brasiliane e si incamminò verso l'albergo. Si sarebbe fatto portare qualcosa da mangiare in camera, magari si sarebbe visto un film porno alla tv a pagamento e poi sarebbe andato a dormire presto. "Un bel programma davvero", pensò ironicamente.

       L'appartamento di Federico era molto grazioso, si trovava non lontano dal porto e aveva una terrazza con vista mare. Era arredato con buon gusto e aveva molti oggetti presi in Brasile tra cui una collezione di quadretti naif che le ragazze riconobbero immediatamente e un balangandã d'argento, un insieme di amuleti che portavano le schiave nei giorni di festa. Quando erano gentili con il padrone questi regalava loro un nuovo pendaglio, per cui finivano per essere ornamenti piuttosto pesanti e appariscenti.

       Fortunatamente Federico aveva il numero di cellulare della donna che faceva di tanto in tanto le pulizie nell'appartamento e l'aveva chiamata da Nizza. Sapeva che non andava a dormire tanto presto e si fece quindi consegnare le chiavi per entrare. Non prevedeva certo di passare da Mentone per andare da Rio a Milano!

      Nello studio o stanza della televisione c'era un divano letto matrimoniale e Federico decise che lui avrebbe dormito lì. Le due ragazze si sarebbero sistemate nella sua camera da letto dove c'era un lettone king size. Estela aveva un po' arricciato il naso, ma non le sembrava cortese fare tante storie a casa d'altri. In fondo dovevano solo dormire.

      Nel grande letto matrimoniale Beatriz era crollata per la stanchezza. Aveva fatto appena in tempo a fare la pipì e a lavarsi i denti e poi si era addormentata di botto. Non era abituata all'alcol ed era piombata in un sonno profondo e senza sogni. Federico e Estela erano rimasti a chiacchierare in soggiorno.

      Â«Ti ho detto una piccola bugia quando ci siamo conosciuti in aereo» esordì Federico.

      Â«Cioè?» domandò Estela.

      Â«A proposito di Teo, ti ho detto che non lo conosco perché avevo paura che tu volessi attaccarmi un bottone, ma lo conosco bene, siamo amici»

      Â«Quale bottone, non capisco» rispose Estela.

      Federico passò al portoghese e spiegò che, non conoscendola, temeva che fosse una di quelle donne invadenti, ma si era sbagliato.»

      Â«E adesso pensi di conoscermi?» continuò la ragazza nella sua lingua madre.

      Â«Certo che no ed infatti stiamo parlando. Mi piacerebbe sapere come sei veramente, cosa pensi, cosa ti piace e cosa odi. Non parli molto di te»

      Â«Non c'è granché da dire. Non ho avuto un'adolescenza felice, se è questo che vuoi sapere, ma preferirei parlare d'altro.» Trascorsero più di un'ora esplorandosi a vicenda. Estela all'inizio sembrava avere addosso una maschera impenetrabile, forse una forma di difesa. Federico glielo disse e aggiunse che gli sarebbe piaciuto sapere cosa si celava dietro quella maschera.

      Â«Tu mi sembri diverso dagli uomini che ho conosciuto finora, Dado compreso. Sei gentile, sensibile, sai ascoltare la gente, con te mi sento a mio agio. Mi pare di conoscerti da un sacco di tempo.» fu la risposta della modella che però eluse la domanda che le era stata rivolta.

      Federico era leggermente imbarazzato. Non sapeva cosa rispondere. Stava però assistendo alla trasformazione da una Estela che stava sulle sue in una Estela più intima, più aperta, più umana.

      A un certo punto la ragazza annunciò che sarebbe andata a dormire e anche Federico si ritirò nello studio.

      Quando Beatriz, nel sonno, aveva appoggiato una mano sul corpo di Estela, forse pensando che fosse Davide, la carioca si infastidì parecchio, si alzò senza pensarci troppo e seminuda com'era andò a bussare nello studio dove dormiva Federico.

      Â«Posso dormire qui?» chiese come se fosse la domanda più naturale del mondo «Beatriz mi sta facendo delle avances e poi io non riesco a dormire con una donna vicino.»

      Federico era in una fase di dormiveglia e non era sicuro di aver capito bene.

      Â«Mi stai dicendo che vorresti il mio letto? E io dove vado a dormire?»

      Faceva il finto tonto ma, pur mezzo addormentato aveva intuito dove Estela voleva arrivare e la cosa l'aveva lasciato senza fiato. La camicia da notte che la brasiliana indossava nascondeva ben poco della sua statuaria bellezza e Federico si era sentito non solo spiazzato, ma eccitato come raramente gli era capitato nella vita. Forse i primi tempi con Luma aveva provato delle emozioni simili, ma allora era molto giovane.

      Â«Stai tranquillo Federico, non voglio sedurti, voglio solo dormire. Fammi un po' di posto, non ti darò fastidio.» E senza aspettare una risposta si infilò sotto il piumone dove Federico giaceva nudo come un verme. Era un'abitudine che aveva preso quando viveva in Brasile e dopo di allora non era più riuscito ad indossare il pigiama, neppure durante i freddi inverni milanesi.

      La ragazza emanava un sottile profumo di papaya, che ben si mescolava all'odore intenso ma eccitante della sua pelle.

      Federico si era girato di schiena, anche per nascondere un'erezione che, suo malgrado, gli era venuta alla vista di tanto ben di Dio.

      Pur abituato ad avere a che fare con donne di ogni genere era forse la prima volta che non sapeva come comportarsi. Se fosse stata Beatriz a entrare in camera non si sarebbe sorpreso più di tanto. In fondo tra di loro si era creato un bel feeling e nella vita tutto può succedere. Ma da Estela proprio non si aspettava una cosa del genere. Che fosse davvero così ingenua da pensare che uno poteva dormire tranquillamente avendo vicino una tale bomba di sesso? O forse credeva che Federico fosse talmente vecchio da non rappresentare un pericolo?

      Questa ipotesi era quasi offensiva. Pur essendoci quasi 20 anni di differenza tra i due, l'italiano era ancora in grado di soddisfare una donna. Anzi faceva meglio l'amore adesso di quando era giovane, un'epoca in cui l'irruenza e la fame di sesso caratterizzavano le sue azioni amatorie.

      Invecchiando aveva capito che l'amore si fa con il cervello, il corpo era solo uno strumento, uno strumento musicale che andava accordato e messo in condizione di suonare in maniera melodica. Più che il suo piacere ricercava il piacere della sua partner, era quasi un'ossessione che alle volte lo spingeva ad esagerare un po'. Amare è davvero un'arte difficile e non si smette mai di imparare. Preso da questi pensieri, restò quatto quatto, cercando di respirare piano, anche se il suo cuore batteva all'impazzata.

      Estela parve accorgersi dello stato d'animo di Federico e gli chiese sottovoce se stava già dormendo.

      A questo punto l'uomo decise di voltarsi e non aprì bocca. Estela, accortasi dell'eccitamento del suo compagno di letto, gli prese la mano e la posò delicatamente tra le sue cosce. Lui percepì degli umori inequivocabili e dentro di sé scattò come una molla che gli fece cercare avidamente le labbra carnose della ragazza. Le loro lingue si toccarono e si intrecciarono con movimenti frenetici, i loro corpi erano ormai guidati da un comune desiderio che cresceva ad ogni contatto delle loro epidermidi. Federico iniziò ad esplorare il corpo di Estela, fino a incontrare i suoi capezzoli scuri che si erano inturgiditi. Scese sempre più giù sino a raggiungere un triangolo perfetto di peli scuri, rasati a pochi millimetri di lunghezza. Ci si immerse come un subacqueo alla ricerca di un tesoro sommerso, alla ricerca del punto che provocasse nella sua compagna occasionale il massimo piacere. Pensava alla "ricciolina"

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