Yellow Peril: Quel Brutto Muso Giallo. Patrizia Barrera

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Yellow Peril: Quel Brutto Muso Giallo - Patrizia Barrera

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era in grado di pagare l’ingentissima somma. Accompagnato a casa dalla Polizia si scoprì che il denaro era nascosto nel tronco di un albero, ma che ce n’era tanto, tanto in più! Una ricchezza enorme frutto di traffici clandestini, che ingolosì i Tutori dell’Ordine e non solo.

      Uno degli Agenti presenti quella mattina del 24 ottobre 1874 fu un certo Jesus (!) Bilderrain ,poliziotto di oscura fama noto per essere avido, ladro e profondamente razzista. C’erano inoltre parecchie denunce contro di lui per vari reati di furto, soprattutto di galli da combattimento . Era anche un giocatore d’azzardo incallito e, insieme a suo fratello Ygnacio, aveva controllato e organizzato per anni i famosi blocchi delle elezioni contro la Comunità Latina di Los Angeles per conto del partito Democratico, impedendo così alla minoranza etnica di votare . Un tale soggetto fu però teste di eccellenza e riverito come un eroe sia da parte dei Giudici che della Stampa quando si aprì l’inchiesta sul massacro, e le sue parole furono valutate come oro.

       Triadi Cinesi 1900

      Bilderraine affermò che la sera del 24 ottobre si era recato in Negro Alley con altri uomini perché attirato da alcuni spari; entrato in un vicolo fu poi ferito e sembra abbia chiamato in aiuto l’agente Thompson, che rimase ucciso da colpi sparati dallo stesso Yuen. L’omicidio a sangue freddo sembra abbia poi aizzato la folla che in poco tempo si è organizzata e abbia preso d’assalto la zona, arrivando infine al massacro. Benché atroce l’intero episodio fu quindi liquidato come una pazzia generale generata da un clima di malumore contro i Cinesi, che a quanto pare affamavano e sprofondavano nel vizio la città ricavandone cifre favolose. Fu addirittura rispolverata la storiella che i Cinesi stavano raccogliendo tali somme per conto di un Mandarino che aveva la velleità di diventare Governatore della California: una bufala che risaliva alla febbre dell’oro spacciata però come vera da alcuni libri dell’epoca e che purtroppo era già stata usata per sfornare le famose Leggi Razziali in base alle quali “ Nessun Cinese poteva testimoniare in processo contro un bianco” Malgrado il massacro si sia svolto praticamente sotto gli occhi del mondo, grazie anche ai resoconti impietosi scritti in tempo reale da H.M. Mitchell , cronista della Star, il processo si concluse velocemente assolvendo in pratica la città “ vittima degli orrendi commerci dei Cinesi e del clima di violenza della sua Mafia.” Non c’è dubbio che poteri politici influenti abbiano determinato l’archiviazione del processo, quegli stessi che in seguito si servirono del ricordo del massacro per imporre il famigerato “ Chinese Exclusion Act “ del 1882 La verità dei fatti, come al solito, è molto più amara e perfino banale. del massacro, che raschiò a fondo nell’ animo gretto e razzista dei falsi moralisti dell’epoca, c’è l’avidità e il furto.

       Cinesi fumatori d'oppio 1890

       Contrariamente a quanto si crede in Cina l’ oppio non era utilizzato con gli stessi fini di vizio e patologici dell’Occidente, bensì il suo uso era a scopo terapeutico e religioso. Fu solo in seguito alla caduta dell’Impero Qing e alle guerre Anglo-Cinesi del 1830/40 che l’oppio fu volutamente distribuito dalla stessa Inghilterra a larghe mani tra la popolazione Cinese, allo scopo di accrescere il proprio monopolio e convertire gran parte delle coltivazioni agricole necessarie in coltivazioni di oppio, atte all’ esportazione in tutto il mondo. La Cina tentò di frenare la diffusione, ma inutilmente. In seguito alle migrazioni in America la cattiva abitudine e i traffici legati ad essa approdarono in America gestiti , di comune accordo sia dalla Mafia Cinese che dallo stesso Governo degli Stati Uniti. Nella foto una classica sala da oppio Cinese nel 1890.

      

      

      Lo scandalo seguito alla tragedia mise in luce quanto povero e crudele fosse l’animo dei protagonisti, grazie alle numerose inchieste e testimonianze dei sopravvissuti, innanzuùituttolo stesso Hing che mise in piazza prove documentarie della collusione tra lui stesso, la Mafia e la polizia locale e dei “favori ” intercorsi tra di loro. Subito dopo tutta la documentazione e gli atti processuali furono archiviati e l’intero macello nascosto sotto il tappeto. Sarebbero saltati fuori solo molti molti anni dopo grazie alla estenuante ricerca degli Storici e a..congiunture favorevoli, che vedono oggi la Cina come la grande Potenza economica del futuro.

      Al di là di ogni possibile considerazione l’interesse primario di questo libro è informare e aiutare a conoscere i grandi eventi del passato, legati alla old America e al suo primigenio rapporto con la comunità Cinese. . Quindi mi limiterò a raccontarvi come andarono realmente le cose, quella notte del 24 ottobre 1882 a Chinatown.

       Bilderrain quella notte andò in Negro Alley per rubare l’oro di Yuen insieme ad altri suoi compari, un

      ” favore ” chiesto dallo stesso Hing per pareggiare i conti con quel farabutto di Yuen.. L’alleanza e la protezione di Hing, tuttavia, non bastò a salvare Bilderrain dalla raffica di spari degli scagnozzi di Yuen che stavano di guardia al vicolo. C’è da dire che Bilderrain non era uno sceriffo ufficiale ma uno di quei tanti vigilantes autorizzati dalla Polizia stessa, a ” mantenere l’ordine ” nel ghetto: per questo si chiudeva un occhio sugli accordi privati che intercorrevano tra i vigilantes e la Mafia Cinese, ed entrambi gli occhi quando si trattava di favorire traffici clandestini o assassinii privati. D’ altronde la Polizia percepiva una larga fetta degli eventuali proventi e controllava tutti gli eventi in programma, grazie ad una fitta rete di informatori. Così anche quella notte era stata regolarmente informata delle intenzioni dei vigilantes; il suo unico compito era quello di osservare, lasciar fare e nel caso sgombrare il campo da eventuali ostacoli. Lo stesso Maresciallo Frances Baker, capo della Polizia di Los Angeles, aveva traffici personali con la Mafia, in particolare era specializzato nel recupero delle schiave Cinesi che talvolta riuscivano a fuggire, tentando di imbarcarsi clandestinamente verso l’Europa. Le ricompense per l’atto eroico del recupero delle povere donne, accusate legalmente di furto, era molto alta: l’avidità legava quindi a doppio nodo la Polizia con una o l’altra delle bande rivali,in genere chi pagava di più.

      Sulla base delle successive dichiarazioni di Yuen, scampato al massacro, quella notte Bilderrain era addirittura in compagnia di Hing, e per questo era stato aperto il fuoco contro di lui. Col senno di poi c’è da credergli. Le due fazioni mafiose si trovavano quindi alla resa dei conti: unico compito della Polizia era quello di rimanere neutrale.

       retrobottega negozio Chinatown 1880

       Le Autorità Americane, in primis la Polizia locale, hanno sempre avuto intimi rapporti con la Mafia Cinese. Veniva esercitato un esclusivo controllo non solo sull’ oppio e sulle spezie, ma soprattutto sul commercio ( ufficiale o clandestino) di manodopera e prodotti Cinesi che venivano importati in America a bassissimo costo , incidendo negativamente sui prezzi dei prodotti nazionali, che quindi crollavano. I grandi Imprenditori, inoltre, come le ferrovie che ricevevano enormi sovvenzioni statali ,utilizzavano spesso i lavoratori Cinesi preferendoli a quelli Americani ed Europei poichè costavano di meno e lavoravano il doppio. Durante l’epoca dei primi Sindacati i Cinesi furono utilizzati come ” crumiri ” dagli stessi imprenditori per bloccare le rivendicazioni della classe operaia. . Tutto ciò inasprì enormemente l’opinione pubblica, che iniziò a vedere i Cinesi come pericolosi e intenti alla concorrenza sleale. Nella foto il retro di un classico negozio di spezie a Chinatown, 1880.

      

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