Yellow Peril: Quel Brutto Muso Giallo. Patrizia Barrera

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Yellow Peril: Quel Brutto Muso Giallo - Patrizia Barrera

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Pacific Railroad, 1869

       Inaugurata nel 1869 La Pacific Railroad fu un’impresa colossale, che coinvolse due grandi compagnie nate all’ uopo, la Union Pacific e la Central Pacific, ma impegnò moltissimo anche il Governo degli Stati Uniti. La costruzione della ferrovia, che univa due punti strategici per i commerci Americani, e cioè la costa Atlantica con la California e il Pacifico, rappresentò l’inizio dell’era moderna non solo per l’America ma per il mondo intero, dando il via al sistema delle ferrovie. Fu un’impresa mastodontica, ma lo scandalo che ne conseguì sui preventivi ” gonfiati ” e le sovvenzioni Statali per poco non generò il crollo del sistema democratico Americano, dato il provato coinvolgimento del presidente Ulysses Grant.

      

      

      Pochissimi in America erano a conoscenza delle grame condizioni in cui erano costretti questi moderni schiavi, rapiti dalla loro Patria spesso per conto degli Stati Uniti o immigrati in America per sfuggire alla fame. Con la famiglia in ostaggio in Cina e le Leggi Americane che , con la scusa di frenare l’introduzione clandestina di donne destinate alla prostituzione vietava alle mogli di raggiungere i propri mariti, questi poveracci non avevano una vita propria e si trovavano di fatto tra tre fuochi: la madrepatria, l’America e la Mafia, che lavoravano all’ unisono per sfruttarli meglio. La prosperità delle botteghe di Chinatown era spesso fittizia e pochissimi realmente ne beneficiavano; gli incassi del gioco d’azzardo, delle case dell’oppio e dei liquori passavano direttamente nelle mani della mafia, che a sua volta ne versava una buona fetta alle Autorità locali. L’America stessa si ingrassava con il commercio dei prodotti Cinesi, che nel 1870 arrivarono a comprendere anche frutta verdura pesce e generi di prima necessità che venivano ” acquisiti ” oltreoceano a bassissimo costo, mandando sul lastrico le aziende locali che non riuscivano a competere coi prezzi. Intorno al 1880 l’intera economia nazionale iniziò a dipendere dall’ import- export con la Cina la quale, sulla base di una filosofia del tutto orientale per la quale “se non puoi abbattere il nemico dall’ esterno fallo dall’ interno ” impose un Commissariamento per verificare ” le condizioni dei suoi sudditi in Patria straniera “. In pratica, grazie alla sua Mafia ,si assicurò il controllo completo dell’immigrazione Cinese in America, per super affollarla di Cinesi e mantenere gli States in una sorta di sudditanza occulta. Per parare il colpo e riprendere il controllo sul proprio Paese senza perdere i benefici dei traffici con la Cina ecco allora che furono promulgate le famose Leggi Razziali , a cui seguì tutta l’ondata di libri, manifesti e seminari sul “ Pericolo Cinese”

      

      

       Thomas Nast images Chinese peril

       Pungente e acuto, Thomas Nast criticò apertamente il sistema politico Americano e le sue leggi razziali, su uno dei giornali più quotati dell’epoca l’ Harper’s Weekly.

       Ecco qui uno dei suoi disegni intitolato Go West- Go East – dove espone d’impatto le rovinose leggi Jim Crow .

      

      Fidando nel congenito desiderio di manipolazione del popolo Americano e del suo radicato razzismo il Governo definì precisamente i Cinesi come ” indesiderabili “, privandoli di qualsiasi personalità giuridica e concedendo piena immunità al singolo, che quindi si sentì autorizzato a ” farsi giustizia da solo “.

      Il massacro di Los Angeles fu diretta conseguenza di questo perverso meccanismo : come al solito in tempi di crisi sono gli stessi Governi che , per coprire le proprie colpe, indicano il capro espiatorio e gli unici che alla fine traggono beneficio dalle guerre tra poveri.

      L’ incendio di Chicago dell’8 ottobre 1871 completò il quadro: si trattò di uno dei disastri più tragici dell’ America, nel quale l’intera città fatta di legno fu rasa al suolo lasciando per terra i corpi carbonizzati di 300 persone, in strada 110.000 senza tetto e nella memoria 18.000 edifici dei quali rimase un unico muro. L’inchiesta che ne seguì determinò che si trattò di uno di quegli eventi nefasti scatenati unicamente dall’ ira di Dio e, dopo aver steso un velo pietoso sulla bufala della mucca

      ( Irlandese ) che avrebbe appiccato casualmente il fuoco facendo cadere per terra una lampada, il caso fu archiviato.

      In realtà molte voci sussurrarono che NON FU la mano del destino bensì quella umana a originare l’incendio, e per i soliti sporchi motivi di denaro e di potere.

      Molte cose non quadrano di quell’ incendio, come ad esempio l’intervento dei Vigili del Fuoco, il cui corpo eroico era considerato un esempio di organizzazione e di vigilanza per gli Stati Uniti, impegnato com’ era a difendere dal fuoco una città di legno e in pieno sviluppo in cui la media degli incendi era di…2 al giorno! Il Dipartimento era attrezzatissimo: nel 1866 vantava undici camion completi, due impianti estintori manuali, tredici carrelli flessibili, un camion elevatore con scala,120 vigili di ruolo,125 volontari e 53 cavalli. Nel 1871 inoltre era stato dotato, unico nel suo genere, del Knocke-Pattent Hose Elevator, una torre d’acqua in grado di generare e indirizzare un getto d’acqua di elevata potenza. Ciò a significare quanto esperto e attrezzato fosse il Corpo dei Vigili del Fuoco che la notte dell’8 ottobre 1871 si trovò a sedare le fiamme del famoso incendio. Tuttavia si segnalano almeno due grossolani e imperdonabili errori del Dipartimento, tali poi da far perdere completamente il controllo sulle fiamme.

       Chicago fire, 1871

       Il grande incendio di Chicago costò all’America circa 200 milioni di dollari dell’epoca. Ecco un’immagine tratta da Harper’s Weekly disegnata da John Chapin, che mostra il ponte in Randolph Street completamente distrutto dalle fiamme.

      

      

      Il primo riguarda il Pronto Intervento: si sa che i Vigili si attivarono SOLO 2 ore dopo la prima segnalazione, e unicamente perchè alla prima se ne aggiunsero molte altre.

      Il Dipartimento si giustificò adducendo il fatto che ” pensavano che la nube di fumo segnalata appartenesse ad un altro incendio, sedato nella stessa zona il giorno prima “.

      Molto strano e quasi grottesco, per Pompieri esperti. Inoltre negli annuari del Dipartimento non si fa menzione di un incendio simile che, ancora più strano, si era originato in un deposito di legnami.

      L’errore successivo è assurdo: comprendendo che si tratta di un nuovo incendio il Dipartimento invia le pompe…ma in tutt’ altra direzione! Si parlò di ” errore di comunicazione” tra gli addetti, cosa incomprensibile per gente avvezza a scambiarsi velocemente e con precisione un tale tipo di informazione! Inoltre, e questo mi puzza, per tutta la mattinata il Dipartimento era intervenuto a sedare quattro piccoli incendi di natura dolosa proprio in quella stessa zona, per cui la conosceva molto bene. COME può non aver pensato che anche il quinto fuoco della giornata potesse essersi sviluppato LI’?

      Comunque

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