Comando Primario: Le Origini di Luke Stone—Libro #2. Джек Марс

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Comando Primario: Le Origini di Luke Stone—Libro #2 - Джек Марс

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hanno steso cavi di comunicazione lungo il fondale marino da Sebastopoli a Sochi, aggirando quelli che attraversano la Crimea.

      “La missione del Nereus era di trovare questi cavi, e se possibile accedervi. In questa maniera se i russi avessero deciso di attaccare la Georgia, la flotta di Sebastopoli lo avrebbe saputo in anticipo. E anche a noi avrebbe fatto comodo quest’informazione.”

      Stark si fermò.

      “E la missione è stata un fallimento totale,” concluse Barrett.

      Il generale non lo contestò.

      “Esatto, signore. È così.”

      Il presidente doveva rendergliene atto. Molte volte quegli uomini cercavano di mentirgli o di gettargli fumo negli occhi. Beh, lui ne aveva avuto abbastanza, e Stark si meritava qualche punto in più per non averci nemmeno provato.

      “Sfortunatamente, signore, il fallimento della missione non è il problema che dobbiamo affrontare. Il fatto è che i russi non hanno ancora ammesso di aver preso il sommergibile. Si rifiutano di rispondere alle nostre domande sulla sua ubicazione, o sulle condizioni degli uomini a bordo. Al momento non sappiamo nemmeno se siano vivi o morti.”

      “Sappiamo per certo che lo abbiano loro?”

      Stark annuì. “Sì. Il mezzo è dotato di un localizzatore, che però è stato spento. Ma a bordo ha anche un minuscolo chip elettronico che trasmette la posizione al sistema satellitare GPS. Il chip funziona solo quando è in superficie. Sembra che i russi ancora non se ne siano accorti. È nascosto nel sistema meccanico. Dovranno smontare l’intero sommergibile, o distruggerlo, per renderlo inutilizzabile. Nel frattempo sappiamo che lo hanno portato in superficie, e che ora è in un piccolo porto a diversi chilometri a sud di Sochi, vicino al confine con l’ex stato sovietico della Georgia.”

      “E gli uomini?” domandò il presidente.

      Stark scrollò le spalle con un cenno del capo. “Crediamo che siano con la nave.”

      “Nessuno sa di che questa missione?”

      “Solo noi e loro,” rispose il militare. “La cosa più probabile è che qualcuno tra i partecipanti alla missione si sia lasciato sfuggire delle informazioni, o ci sia stata una fuga di notizie dalle agenzie. Non ci piace sospettare di loro, ma la Poseidon Research opera da due decenni e non abbiamo mai avuto motivo di pensare che la sicurezza sia stata violata in passato.”

      Allora Barrett fu attraversato da uno strano pensiero.

      Qual è il problema?

      Era una missione segreta. I giornali non ne sapevano nulla. E gli uomini coinvolti conoscevano bene i rischi che stavano correndo. Anche la CIA li conosceva, e lo stesso valeva per i pezzi grossi del Pentagono. Sotto sotto dovevano aver saputo quanto fosse avventato. Di sicuro non avevano chiesto il permesso al presidente degli Stati Uniti. Lui ne era stato informato solo dopo che era andato tutto all’aria.

      Era uno degli aspetti che più detestava della cosiddetta comunità dell’intelligence.

      Tendevano a confessare i guai quando ormai era troppo tardi per farci qualcosa.

      Per un istante, si sentì come un padre arrabbiato che aveva appena saputo che il figlio adolescente era stato arrestato dalla polizia locale per vandalismo. Lasciatelo marcire dietro le sbarre per stanotte. Verrò a prenderlo domani mattina.

      “Possiamo lasciarli lì?”

      Stark inarcò un sopracciglio. “Signore?”

      Barrett si guardò intorno nella sala. Tutti gli occhi erano su di lui. Ne era dolorosamente consapevole. Occhi giovani nelle file più indietro, occhi anziani circondati da rughe attorno al tavolo, occhi sgranati dietro il vetro di occhiali. Di norma sarebbero stati tutti pieni di rispetto, ma in quel momento sembravano guardalo in un altro modo. Parevano confusi, e anche vagamente…

      Compassionevoli?

      “Possiamo lasciarli lì, e negoziare il loro rilascio senza tanta pubblicità? Ecco cosa voglio sapere. Sarebbe possibile, anche se servisse un po’ di tempo? Se servisse un mese? Sei mesi? Un negoziato potrebbe essere un buon modo per evitare l’ennesimo incidente.”

      “Signore,” rispose il generale. “Temo che non possiamo farlo. L’incidente c’è già stato.”

      “Certo,” replicò Barrett.

      E di colpo esplose. Fu silenzioso, come il frantumarsi di un ramoscello. Ma ne aveva avuto abbastanza. Quell’uomo lo aveva contraddetto una volta di troppo. Si rendeva conto di chi aveva davanti? Puntò un lungo dito sul militare.

      “Ormai il coniglio è fuori dal cilindro, è questo che mi sta dicendo? Dobbiamo fare qualcosa! Lei e i suoi burattini avete combinato un guaio, là fuori sul confine tutti da soli, e ora volete che il governo ufficiale eletto dal popolo vi tiri fuori dai pasticci. Per l’ennesima volta.”

      Scosse la testa. “Mi sono stancato, generale. Come le sembra? Non ne posso più, va bene? Il mio istinto mi dice di lasciare quegli uomini ai russi.”

      David Barrett studiò di nuovo i presenti sala. Molti di loro avevano distolto lo sguardo; fissavano il tavolo che avevano davanti, il generale Stark, il rapporto nel lucido raccoglitore ad anelli. Qualsiasi cosa tranne il loro presidente. Era come se avesse sganciato una scoreggia particolarmente puzzolente, o come se sapessero tutti qualcosa che a lui non avevano detto.

      Stark confermò subito che era proprio così.

      “Signor presidente, non volevo sollevare l’argomento, ma non mi ha lasciato altra scelta. Uno degli uomini a bordo del sommergibile ha avuto accesso a informazioni di natura estremamente sensibile. È stato parte integrante di operazioni sotto copertura in tre continenti per più di un decennio. Ha una conoscenza enciclopedica della rete spionistica americana all’interno della Russia e della Cina, ma anche del Marocco e dell’Egitto, così come del Brasile, della Colombia e della Bolivia. In alcuni casi, è stato lui stesso a creare quelle reti.”

      Il militare si interruppe. Nessuno fiatò nella sala.

      “Se i russi torturassero quell’uomo durante un interrogatorio, perderemmo le vite di decine di persone, tutte importanti risorse dell’intelligence. Ancora peggio, i nostri avversari avrebbero accesso anche alle informazioni dei nostri agenti, il che causerebbe persino più morti. Reti estese, che abbiamo costruito nel corso di anni, finirebbero per essere distrutte in pochissimo tempo.”

      Barrett lo fissò. La faccia tosta di quella gente non conosceva limiti.

      “Che cosa ci faceva in missione quell’uomo, generale?” Ogni sua parola grondava acido.

      “Come ho detto, signore, la Poseidon Research International opera da decenni senza mai essere sospettata di niente. Il nostro uomo si nascondeva in bella vista.”

      “Si nascondeva…” ripeté piano Barrett. “In bella vista.”

      “È così che si dice, signore. Esatto.”

      Il presidente non rispose. Si limitò a fissarlo. E Stark alla fine si rese conto che la sua spiegazione non era sufficiente.

      “Signore, e di nuovo lo dico con tutto il rispetto, io non

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