Comando Primario: Le Origini di Luke Stone—Libro #2. Джек Марс

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Comando Primario: Le Origini di Luke Stone—Libro #2 - Джек Марс

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Joint Special Operations Command, né lavoro per la Central Intelligence Agency. Tuttavia ho piena fiducia nel giudizio degli uomini e delle donne che…”

      Barrett agitò le mani per aria, come per ordinargli di smetterla.

      “Che opzioni abbiamo, generale?”

      “Signore, ne abbiamo solo una. Dobbiamo salvare quegli uomini. Più veloce che possiamo, se possibile prima che inizino a interrogarli. Dobbiamo anche impedirgli di tenersi il sommergibile, questo è importante. Ma l’individuo di cui le ho parlato… o lo salviamo, o lo eliminiamo. Finché sarà vivo e in mano dei russi, rischiamo il disastro.”

      A David Barrett servì un momento per riprendere a parlare. Il generale voleva salvare gli uomini, il che suggeriva una missione segreta. Ma il motivo per cui erano stati catturati era una falla nella sicurezza. Quindi avevano una talpa e per quel motivo volevano pianificare un’altra missione segreta? Era pensiero circolare all’ennesima potenza. Ma non sentiva nemmeno il bisogno di sottolinearlo. Sperava che fosse ovvio anche al più imbecille nella sala.

      Allora gli venne un’idea. Ci sarebbe stata una missione e sarebbe stato lui ad assegnarla, ma non alla CIA né al Pentagono. Erano stati loro a creare il problema e non poteva fidarsi che lo risolvessero. Affidarlo a qualcun altro avrebbe scontentato molte persone, ma se l’erano cercata.

      Sorrise tra sé e sé. Per quanto dolorosa fosse quella situazione, gli forniva anche un’opportunità. Era l’occasione per riprendersi il potere. Era il momento di tagliare fuori da giochi la CIA e il Pentagono, l’NSA, la DIA e tutte le altre agenzie di spionaggio esistenti.

      La consapevolezza di quello che stava per fare fece sentire David Barrett di nuovo in controllo, per la prima volta dopo molto tempo.

      “Sono d’accordo,” disse. “Dobbiamo salvare quegli uomini, e il più in fretta possibile. E io so esattamente come faremo.”

      CAPITOLO TRE

      10:55 a.m. Ora legale orientale

      Cimitero nazionale di Arlington

      Arlington, Virginia

      Luke Stone stava guardando Robby Martinez nella trincea. L’uomo urlava.

      “Arrivano da tutte le parti!”

      Aveva gli occhi sgranati. Le sue pistole erano finite chissà dove. Aveva preso un AK-47 da un talebano e stava pugnalando con la baionetta chiunque oltrepassasse il muro. Luke lo fissò in preda all’orrore. Martinez era un’isola, una minuscola barca che lottava contro un’onda di combattenti talebani.

      E lo stavano sommergendo. Svanì, sepolto sotto i loro corpi.

      Era notte. Stavano cercando di arrivare vivi al sorgere del sole, ma quello si rifiutava di sorgere. Avevano finito le munizioni. Faceva freddo e Luke non aveva più la camicia. Se l’era strappata nella foga del combattimento.

      Guerriglieri talebani barbuti e col turbante si riversavano oltre le mura di sacche di sabbia dell’avamposto. Scivolavano, cadevano e si gettavano in avanti. Uomini gli gridavano tutt’intorno.

      Uno oltrepassò il muro con un’accetta di metallo.

      Gli sparò in faccia. Il combattente giacque a terra contro le sacche, con un buco sanguinolento al posto del volto. Non aveva più la faccia, ma ora Luke aveva la sua accetta.

      Si gettò tra i guerriglieri che circondavano Martinez, agitando la lama. Il sangue schizzò. Li fece a pezzi, li tagliò a brandelli.

      Il suo commilitone riapparve, chissà come ancora in piedi, sferrando colpi con la baionetta.

      Luke affondò l’accetta nel cranio di un nemico. Penetrò troppo. Non riusciva più a staccarla. Persino con l’adrenalina che gli scorreva nel corpo non gli rimanevano più forze. La strattonò, e poi di nuovo… e alla fine si arrese. Guardò Martinez.

      “Stai bene?”

      L’altro scrollò le spalle. Aveva il volto rosso di sangue. La sua maglia ne era satura. Di chi era? Il suo? Il loro? Martinez cercò di riprendere fiato e indicò i corpi che li circondavano. “Sono stato meglio di così. Te lo garantisco.”

      Luke batté le palpebre e il suo commilitone svanì.

      Al suo posto c’erano file su file di semplici lapidi bianche, a migliaia, che si estendevano sulle basse colline verdi a perdita d’occhio. Era una bella giornata, assolata e calda.

      Alle sue spalle, una cornamusa solitaria suonava “Amazing Grace”.

      Sei giovani Ranger dell’esercito stavano trasportando un feretro lucido, coperto dalla bandiera americana, verso una tomba aperta. Martinez era stato un Ranger prima di unirsi alla squadra Delta. I soldati avevano un aspetto formale nelle loro alte uniformi e i berretti beige, ma sembravano anche giovani. Molto, molto giovani, quasi bambini che giocassero a travestirsi.

      Li fissò. Non riusciva quasi a pensare a loro. Fece un profondo respiro. Era esausto. Non riusciva a ricordare un momento—non quando era stato all’accademia per i Ranger, né durante il processo di selezione per la Delta e nemmeno in zona di guerra—in cui era stato tanto stanco.

      Il bambino, Gunner, suo figlio appena nato… si rifiutava di dormire. Né di notte né di giorno. Quindi neanche lui e Becca chiudevano occhio. In più Becca non riusciva a smettere di piangere. Il dottore le aveva diagnosticato la depressione post partum, complicata dalla stanchezza.

      La madre della donna era andata a vivere nel cottage con loro. Non stava andando bene. La madre di Becca… da dove iniziare? Non aveva mai lavorato un solo giorno in tutta la sua vita. Sembrava sbalordita che ogni mattina Luke uscisse per affrontasse il viaggio fino ai sobborghi della Virginia, a Washington DC. E sembrava ancora più sconcertata che non tornasse fino a sera.

      Il cottage rustico, che si trovava su una splendida scogliera sopra Chesapeake Bay, era di proprietà della sua famiglia da un secolo. La donna ci andava sin da quando era una bambina e ora si comportava come se fosse casa sua. In effetti lo era.

      Aveva cominciato a insinuare che lei, Becca e il bambino avrebbero fatto meglio a trasferirsi nella sua casa ad Alexandria. Per Luke la parte più difficile era che gli stava iniziando a sembrare una buona idea.

      Aveva preso a fantasticare di arrivare al cottage dopo una lunga giornata e di trovare il posto completamente vuoto. Riusciva quasi a vedersi. Luke Stone apre il frigo, afferra una birra ed esce nella veranda sul retro. È arrivato appena in tempo per godersi il tramonto. Si siede sulla sedia da giardino e…

      CRACK!

      Luke trattenne un sobbalzo.

      Alle sue spalle una squadra di sette fucilieri aveva sparato una raffica in aria. Il suono riecheggiò tra le colline. Poi spararono ancora. E ancora.

      Un saluto con ventun colpi, sette fucili alla volta. Era un onore che non meritavano tutti. Martinez era un veterano pluridecorato in due teatri di guerra. Ora era morto per sua stessa mano. Ma non doveva andare così.

      Tre dozzine di soldati erano in formazione vicino alla fossa. Una manciata di agenti ed ex agenti della Delta in abiti civili erano poco distanti. Gli uomini della

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