Comando Primario: Le Origini di Luke Stone—Libro #2. Джек Марс
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Luke era da solo, in un completo nero, e stava studiando la folla alla ricerca di qualcuno che si aspettava di trovare: un uomo chiamato Kevin Murphy.
Davanti a tutti c’era una fila di sedie bianche. Una donna di mezza età vestita di nero si stringeva a un’altra. Accanto a loro, una guardia d’onore composta da tre Ranger, due Marine e un Aviere stava togliendo la bandiera dal feretro per ripiegarla con cura. Uno dei soldati si abbassò su un ginocchio di fronte alla donna in nero e le presentò la bandiera.
“A nome del presidente degli Stati Uniti,” disse il giovane Ranger con voce rotta, “dell’esercito degli Stati Uniti e di tutta la nazione, la prego di accettare questa bandiera come simbolo di riconoscenza per l’onorevole e fedele servizio reso da suo figlio.”
Luke guardò di nuovo gli uomini della Delta. Uno si era allontanato dal gruppo per incamminarsi da solo su una collina erbosa tra le lapidi bianche. Era alto e snello, con capelli biondi tagliati molto corti. Portava un paio di jeans e una camicia azzurro chiaro. Nonostante la sua magrezza, aveva spalle ampie e braccia e gambe muscolose. Le braccia sembravano quasi troppo lunghe per il suo corpo, come quelle di un giocatore di basket d’élite. O di uno pterodattilo.
Avanzava lentamente, senza alcuna fretta. Sembrava non avesse impegni pressanti. Teneva lo sguardo chino sull’erba mentre camminava.
Murphy.
Luke lasciò il servizio funebre e lo seguì sulla collina. Aveva il passo più rapido dell’altro uomo e guadagnò in fretta terreno.
Martinez era morto per diversi motivi, ma quello più ovvio era che si era fatto saltare il cervello nel suo letto d’ospedale. E qualcuno gli aveva portato una pistola per farlo. Luke era sicuro al cento percento di chi fosse stato.
“Murphy!” disse. “Aspetta un minuto.”
L’altro uomo alzò lo sguardo e si girò. L’istante prima era parso assorto nei suoi pensieri, ma il suo sguardo si fece subito attento. Aveva un volto stretto come quello di un rapace, a modo suo attraente.
“Luke Stone,” disse con voce piatta. Non sembrava felice di vederlo. Non sembrava neanche dispiaciuto. I suoi occhi erano duri. Come quelli di tutti gli uomini della Delta, brillavano di una luce fredda e calcolatrice.
“Facciamo un po’ di strada insieme, Murph.”
Lui scrollò le spalle. “Come preferisci.”
Ripresero a camminare fianco a fianco. Luke rallentò per adeguarsi al passo dell’altro. Avanzarono per un momento senza dire una parola.
“Come te la passi?” gli chiese. Era uno strano convenevole con cui iniziare. Era andato in guerra con quell’uomo. Avevano combattuto insieme decine di volte. Adesso che Martinez era morto, loro erano gli ultimi due sopravvissuti della notte peggiore della vita di Luke. Si sarebbe pensato che tra di loro ci fosse una certa intimità.
Ma Murphy non gli concesse niente. “Sto bene.”
E poi si azzittì.
Nessun “Come stai?” Nessun “È nato tuo figlio?” Nessun “Dobbiamo parlare”. Non aveva voglia di fare conversazione.
“Ho sentito che hai lasciato l’esercito,” riprese Luke.
Murphy sorrise e scosse la testa. “Che cosa posso fare per te, Stone?”
Luke si fermò e gli strinse una spalla. L’altro uomo si voltò, scrollandoselo di dosso.
“Ti voglio raccontare una storia.”
“Fai pure,” replicò Murphy.
“Ora lavoro per l’FBI,” iniziò. “In una piccola sezione distaccata all’interno del Bureau. Raccolta d’informazioni. Operazioni speciali. La gestisce Don Morris.”
“Buon per te,” rispose l’altro uomo. “Lo dicevano tutti, sai. Stone è come un gatto. Atterra sempre in piedi.”
Luke l’ignorò. “Abbiamo accesso a certe informazioni. Le migliori. Sappiamo tutto. Per esempio so che hai disertato all’inizio di aprile e che sei stato congedato con disonore sei settimane dopo.”
A quella dichiarazione Murphy scoppiò a ridere. “Devi aver scavato un po’ per scoprirlo, eh? Hai mandato una talpa a esaminare il mio fascicolo? O te lo sei fatto mandare per email?”
Lui insistette. “La polizia di Baltimora ha un informatore che è un luogotenente di Wesley ‘Cadillac’ Perkins, il capo della gang dei Sandtown Bloods.”
“Interessante,” rispose l’altro. “Il lavoro della polizia deve essere davvero affascinate.” Si voltò e riprese a camminare.
Luke lo seguì. “Tre settimane fa, Cadillac Perkins e due guardie del corpo sono stati aggrediti alle tre del mattino mentre stavano entrando in auto nel parcheggio di un nightclub. Secondo l’informatore, sono stati attaccati da un uomo solo. Un uomo bianco alto e magro. Ha fatto perdere i sensi alle due guardie nel giro di due o tre secondi. Poi ha colpito Perkins con la pistola e gli ha rubato una valigetta contenente almeno trentamila dollari in contanti.”
“Sembra un uomo bianco molto audace.”
“Il bianco in questione gli ha anche preso la pistola, una Smith & Wesson .38 inconfondibile, con uno slogan particolare inciso sul calcio. La forza crea il diritto. Ovviamente né l’aggressione né il furto del denaro e della pistola sono stati denunciati alla polizia. È solo una faccenda che l’informatore ha riportato al suo contatto.”
Murphy non lo guardava.
“Che cosa stai cercando di dirmi, Stone?”
Luke guardò davanti a sé e notò che si stavano avvicinando al cimitero John F. Kennedy. Una folla di turisti era radunata attorno al lastricato per fotografare la fiamma eterna.
A un’estremità della lapide commemorativa c’era un basso muretto di granito. Appena sopra si vedeva il monumento a Washington dall’altra parte del fiume. Incise sul muro stesso c’erano diverse citazioni del discorso di inaugurazione di Kennedy. Una particolarmente famosa catturò l’attenzione di Luke:
NON CHIEDERTI CHE COSA IL TUO PAESE PUO’ FARE PER TE…
“La pistola che Martinez ha usato per uccidersi aveva la frase La forza crea il diritto incisa sul calcio. Il Bureau ha fatto risalire l’arma a due omicidi in stile esecuzione collegati alle guerre per la droga a Baltimora. Uno era l’assassinio e la tortura di Jamie “Il Padrino” Young, l’ex capo dei Sandtown Blood.”
MA CHE COSA PUOI FARE TU PER IL TUO PAESE.
Murphy scrollò le spalle. “Tutti questi soprannomi. Il Padrino, Cadillac. Deve essere dura tenerli a mente.”
Luke continuò. “Chissà come, quella pistola ha lasciato Baltimora ed è finita nel North Carolina, nella stanza d’ospedale di Martinez.”
L’altro uomo riportò lo sguardo su di lui. I suoi occhi erano piatti e morti, come quelli di un assassino. Murphy non aveva ucciso un solo uomo nella sua vita, ne aveva ammazzati a centinaia.
“Perché non arrivi