Riportare Alla Luce Il Re Dei Fae. Brenda Trim
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Non aveva idea di dove sarebbe potuta andare se fosse riuscita a fuggire. Tutti i Fae erano al corrente delle dicerie circa il sottosuolo, ma non sapeva dove si trovasse e dove l’avrebbe condotta. Non c’era niente oltre Bramble’s Edge e gli stabilimenti umani.
“Non potete portarla via. Non si sente bene e adesso non può andare all’Accademia” sua madre cercò di far ragionare l’agente.
Nyx ed Erlina si affrettarono lungo il corridoio, fermandosi bruscamente quando videro gli agenti. Gli occhi verde paglierino delle sorelle furono in quelli di Maurelle, e la ragazza vi lesse il terrore che provavano.
“Tornate in camera” disse con il labiale alle sorelle minori, enfatizzando il tutto con un gesto della mano.
“L’indisposizione non l’esenta dal frequentare l’Accademia. Deve venire con noi, adesso!” ordinò il medesimo agente.
Maurelle rovesciò il contenuto della tazza addosso all’uomo prima di affrettarsi lungo il corridoio. Nyx ed Erlina balzarono indietro per lasciarla passare. Maurelle avanzò verso la camera dei genitori, appropriandosi di un paio di scarpe di sua madre.
Un grido la fece voltare in tempo per vedere le sorelle bloccare il corridoio. L’espressione di Nyx era assolutamente altezzosa e sprezzante quando incrociò le braccia al petto ed esordì con “Lasciate stare mia sorella”.
Maurelle quasi sorrise quando vide Nyx sistemarsi il reggiseno in modo da evidenziare il petto. Era una tecnica di distrazione che falliva raramente. Specialmente con i maschi dei Fae. I Fae erano una specie molto lussuriosa.
Non era qualcosa di cui le avevano parlato i genitori, ma non avevano avuto bisogno di farlo, poiché il desiderio ardente che provava era sufficiente per far comprendere a Maurelle quanto il sesso fosse importante. Sua sorella Nyx si trovava allo stesso stadio, per questo non vedeva l’ora di uscire a pranzo con Alek.
L’avere uno sfogo sessuale placava i Fae aiutandoli a restare in salute. Maurelle era certa che la propria mancanza di partner fosse uno dei motivi per il quale era malata. Non aveva modo di equilibrare i suoi poteri, esternando la frustrazione.
Rimase a bocca aperta quando l’agente Fae non prestò minimamente attenzione a Nyx. Quando l’uomo allontanò sua sorella, Maurelle spostò l’attenzione dalla finestra. Gettò una delle scarpe che aveva in mano colpendo l’uomo in testa. Erlina scoppiò a piangere ed aderì al muro di fronte a Nyx.
A Maurelle scoppiava la testa causa il trambusto, e le si agitò anche lo stomaco. Le salì la bile in bocca, quindi si affrettò verso l’uomo. Udiva sua madre discutere con l’altro agente in salotto, ma doveva concentrarsi su quello nella camera padronale.
La ragazza aggirò l’agente furioso, frapponendo il letto fra di loro. “Non ci scapperai. Ti conviene arrenderti”.
Maurelle scosse il capo e cercò una via d’uscita. Se avesse potuto raggiungere la finestra sarebbe potuta volare via. Non era certa di quanto si sarebbe potuta allontanare, dato il mal di testa e lo stomaco in subbuglio, ma non aveva intenzione di arrendersi.
Quando l’uomo si lanciò verso la ragazza Maurelle balzò in alto lamentandosi dal dolore. Diede istintivamente un calcio al Fae. Doveva sembrare una scena comica, pensò. Sollevò le braccia al cielo ed i capelli scompigliati le finirono in viso.
Il piede di Maurelle raggiunse il lato della testa dell’uomo, facendola voltare di scatto. In seguito lo afferrò per i capelli. Il braccio di lui collise con il petto della ragazza, facendola finire dalla parte opposta della stanza.
Maurelle cadde contro al comò con più forza di quanto credeva possibile. Con la mano spinse a terra i ninnoli di vetro di sua madre generando un forte tonfo. Si fece piccola al rumore prodotto dall’impatto degli oggetti con il pavimento di legno.
“Maurelle” esclamò Nyx.
Quando Maurelle sollevò lo sguardo vide l’uomo saltare sopra al letto, atterrando proprio accanto a lei. L’agente si allungò dietro di sé ed estrasse un cappio d’argento. L’oggetto emetteva una carica elettrica, e le fece seccare la gola dalla paura.
Maurelle riprese vigore nello scontro, agitando i gomiti con la speranza di rompergli il naso. L’uomo le cingeva la vita con un braccio, e premeva forte sullo stomaco. La ragazza credeva che avrebbe vomitato.
L’agente portò il cappio alla bocca con la mano libera, mormorò quindi qualcosa, e l’oggetto oscillò. Prima che Maurelle potesse rendersi conto di ciò che stava succedendo, l’uomo fece aderire l’oggetto al fianco di lei. Il metallo mutò forma, stringendosi attorno al torso di Maurelle.
In base all’imprecazione dell’uomo, sembrava che l’intenzione di lui fosse che il cappio si stringesse attorno ad un’altra parte del corpo della ragazza. Le ali di Maurelle erano libere, così come le sue mani. Quest’ultima afferrò il metallo, intenzionata a liberarsi dal vincolo.
Nel momento in cui posò la mano sull’oggetto, la stanza ed il Fae che la stava attaccando scomparvero. Come ogni altra volta in cui Maurelle utilizzava i propri poteri, non era in grado di concentrarsi su qualcosa per qualche secondo.
L’unica cosa che si ricordava prima di riacquistare la vista era l’impressione generale del ricordo a cui accedeva. Sembrava che l’oggetto avesse causato molta paura e resistenza.
Maurelle ritenne di non doversi sorprendersi poiché l’arma veniva brandita da un agente il cui compito era di reclutare studenti. Quest’ultimo era un Fae, ma alla ragazza sembrava ovvio che non provasse nemmeno un briciolo di empatia e non fosse dotato di un’identità individuale.
Si trattava di un pensiero inquietante che le faceva domandare che cosa fosse successo all’Accademia che avesse cancellato la sua personalità in modo così completo. Dal modo in cui i suoi genitori le avevano descritto il loro passato all’università, Maurelle non aveva dubbio che con il passare del tempo era stato trasformato in una scuola completamente differente.
Quando la nebbia si diradò nella sua mente, la ragazza visualizzò il Fae più bello che avesse mai visto. Era forse il lungo periodo d’astinenza ed il forte desiderio sessuale a farle credere che l’uomo nella sua visione fosse così bello?
La ragazza non lo ritenne possibile. Aveva visto i suoi tratti cesellati ed i suoi meravigliosi occhi verde foresta. I suoi capelli neri erano scompigliati e gli finivano sulla fronte.
L’espressione determinata di lui riverberò in ciò che Maurelle percepì come istanti. Il suo cuore prese a battere con vigore quando il ragazzo aveva ringhiato all’agente e si era librato in volo qualche secondo più tardi. Maurelle voleva urlare qualcosa per avvertirlo.
Le braccia gli erano state fermate ai lati del corpo, quindi non aveva avuto la possibilità di andare molto lontano. Maurelle si rese conto che il medesimo mezzo di restrizione che veniva utilizzato su di lei in quel momento era stato prima adoperato sul ragazzo.
Più il ragazzo si allontanava dal Fae che l’aveva fermato, più la gola di Maurelle si stringeva. Il cappio non la starebbe cingendo se lo sconosciuto fosse riuscito a scappare. Il volo del ragazzo vacillò quando quest’ultimo si voltò indietro per controllare dove si trovasse l’agente.
Quando Maurelle vide l’oceano nella visione, la ragazza trattenne il respiro. L’Accademia