Riportare Alla Luce Il Re Dei Fae. Brenda Trim

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Riportare Alla Luce Il Re Dei Fae - Brenda Trim

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mano sulla spalla nel tentativo di consolarla. Maurelle non gli sorrise nemmeno quando alzò il viso, quindi il ragazzo sollevò la mano non desiderando avvicinarsi ulteriormente a lei nonostante il lutto la distruggesse. In quel momento il maschio si rese conto che doveva essere appena successo.

      Spiegava il perché indossasse ciò che sembrava un pigiama piuttosto che la divisa nera della scuola con tanto di logo. Come potevano aver ucciso sua madre per poi obbligarla a presenziare ad un banchetto di benvenuto come se non fosse successo niente?

      Ryker si rese quindi conto che forse le voci che giravano circa l’Accademia, specificatamente circa gli umani che la gestivano, erano vere. Dopo tutto ogni storia di paura era basata su fatti realmente accaduti.

      Poteva non trattarsi di un accadimento isolato. Erano troppo preparati per piegare questa ragazza ai loro ordini. La politica del terrore assicurava poche obiezioni. Avrebbero potuto farle degli incantesimi o altre cose per far sì che Maurelle non parlasse, ma non avrebbero alleviato il suo dolore.

      La reazione che aveva avuto quando era stata portata nella mensa aveva attirato l’attenzione di tutti. Senza dubbio alcuni studenti attorno a loro avevano sentito ciò era accaduto. La notizia della morte della madre di Maurelle sarebbe rimasta per un bel po’ al campus.

      “Non sei sola” le promise. “Sfortunatamente sospetto che troverai qualcun altro che condivida ciò che hai passato”. La speranza che lesse negli occhi di lei gli aveva fatto aggiungere l’ultima considerazione per fare in modo che comprendesse il fatto che Ryker non stava parlando di se stesso.

      “So che hai ragione. È per questo che…ugh” disse sussultando come dal dolore e portandosi una mano sulla testa. Il pallore della sua pelle mutò in una sfumatura sul verde.

      “Non sembri molto in forma. Ti sei fatta visitare da un guaritore?”

      Maurelle scosse il capo agitando le sue ciocche rosa. “Non mi sentivo bene quando mi sono venuti a prendere. Sono appena arrivata. Mi hanno fatto venire qui per prima cosa”.

      “L’infermeria si trova al secondo piano dell’ala est” l’informò. Era tutto ciò che poteva suggerirle. Non aveva intenzione di rendersi bersaglio più di quanto lo fosse già.

      “Grazie” mormorò lei alzandosi in piedi.

      Ryker l’accompagnò per qualche metro, desiderava poter fare di più per migliorare la situazione di lei. I due rimasero in silenzio. Si comportò da stronzo e non la salutò nemmeno quando presero strade diverse, lui si diresse verso il quarto piano dove si trovava il proprio dormitorio.

      Gli si agitarono le budella quando le sue parti basse decisero che fosse una bella idea assecondare l’attrazione che provava nei confronti della ragazza. Era il caso che si facesse una doccia fredda, dato lo scompiglio causato dal fatto che aveva trattato Maurelle come una seccatura.

      CAPITOLO QUATTRO

      “Gli orari sono sempre così impegnativi?” domandò Ryker al suo coinquilino. Era all’Accademia da qualche giorno, ed i programmi erano più pesanti del lavoro part-time che aveva prima di venir portato a scuola.

      La maggior parte dei giovani adulti Fae lavoravano per contribuire al sostentamento delle loro famiglie ma s’applicavano raramente più di dieci ore al giorno, informazione in contrasto con quanto presentato durante le lezioni di storia. Gli insegnanti avrebbero dovuto sapere che gli studenti non si sarebbero bevuti le loro fandonie. Erano loro a lavorare veramente fuori dall’Accademia per aiutare le loro famiglie ad arrivare a fine mese.

      Sembrava che ciò che venisse insegnato all’Accademia fosse a favore degli umani. Gli insegnanti raccontavano loro di come gli umani avevano salvato Bramble’s Edge dalla rovina, ed era qualcosa che faceva infuriare ma anche riflettere.

      Appena arrivato all’Accademia, Ryker aveva provato l’impulso di scatenarsi contro chiunque avesse blaterato tali bugie. Con il passare del tempo aveva però compreso meglio il meccanismo. Non credeva comunque al fatto che gli umani li avessero salvati, poiché erano stati loro ad attaccare i Fae.

      Le loro armi surclassavano le abilità dei Fae e debilitavano il loro reame. Sua madre gli aveva detto abbastanza per fargli comprendere la strategia dietro la guerra. I Fae avevano tentato di difendersi, mentre gli umani avevano fatto il possibile per neutralizzare i poteri di cui era dotato il popolo di Ryker.

      Parte del potere del Re e della Regina Fae manteneva l’equilibrio all’interno del reame, sia fra le specie che fra i vari individui. Sua madre gli aveva spiegato che ogniqualvolta qualcuno lasciava che il proprio potere prendesse il sopravvento, il Re interveniva e rimetteva il soggetto in riga. La loro mera presenza nel regno apportava qualcosa che stabilizzava l’intera specie.

      Ciò ebbe fine con la morte del Re e della Regina, quando la popolazione ne risentì emotivamente e venne generato così tanto caos da permettere agli umani di subentrare e prendere il controllo del reame dei Fae.

      Inizialmente così tanto potere risultò difficile da controllare per la maggior parte degli esseri sovrannaturali, specialmente per i Fae. Questi ultimi rappresentavano infatti una specie passionale, in ogni aspetto. Ryker aveva sentito sua madre lamentarsi un migliaio di volte della piega presa dall’Accademia, la donna contestava infatti il concetto che lo scopo principale della scuola fosse di assistere i Fae a controllare i propri poteri—gli umani avevano rovinato ciò che aveva creato il Re Oberon.

      Ryker aveva compreso esattamente ciò che intendeva sua madre in base al numero di volte in cui i suoi nuovi amici non erano stati in grado di vederlo, o tutte le occasioni in cui si era svegliato sporco come se avesse fatto il bagno nello stagno accanto alla macelleria dove lavorava sua madre. Non aveva inteso esattamente lo scopo della scuola, ma gli era chiara la parte sul controllo.

      Ai suoi coinquilini continuavano ad accadere diverse cose, ma Ryker notò certi aspetti che lo resero confuso. Non era ancora sicuro di quali fossero i propri poteri. Anche i professori che avevano effettuato la sua valutazione erano rimasti perplessi, quindi l’avevano assegnato alla lega dell’aria.

      Sembrava aver dimostrato molte abilità associate con i Fae che controllavano l’aria. Non era certo di come sentirsi al riguardo. Aveva visto molto poco circa l’abilità di manipolare i pensieri o i sogni, o comunicare direttamente con qualcuno tramite la mente. Insieme ad altri poteri della mente.

      Ryker non vedeva l’ora di apprendere di più riguardo ciò che fosse in grado di fare la propria mente, ma allo stesso tempo era attratto dalla lega del fuoco. Il modo in cui la rabbia si accendeva in lui, oltre alla propria tendenza a dare inizio alle liti sembravano lasciar intendere che il fuoco fosse il suo elemento. Tali impulsi spiccavano rispettato alle altre sue abilità.

      Ogni Fae era dotato di abilità base. Si trattava di una ragione per cui Ryker non era ancora sicuro della voracità dei pregiudizi di sua madre circa gli umani. Gli umani non vivevano tanto a lungo quanto i Fae. Inoltre non erano dotati di forza e udito superiore. Non guarivano velocemente tanto quanto loro.

      I Fae erano inoltre in grado di mascherare il proprio aspetto fino ad un certo punto. Potevano amplificare le abilità che possedevano in misura ridotta, e coloro i quali erano dotati di un certo talento nella moda avevano realizzato e messo in vendita scudi che avrebbero camuffato l’aspetto dei Fae in modo che potessero andarsene da Bramble’s Edge per cercare un altro posto dove vivere al di fuori delle baraccopoli. Per questo quindici anni prima era stata costituita una squadra di detective.

      Il padre di Eitin era un detective impiegato al confine, fermava i Fae ed i mezzo-sangue affinché non oltrepassassero il limite. Alla madre di Ryker non piaceva che fosse amico di Eitin, ma i due erano inseparabili.

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