Riportare Alla Luce Il Re Dei Fae. Brenda Trim
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Quando Eitin aveva manifestato i propri poteri non c’era dubbio che sarebbe stato assegnato alla lega del fuoco. Ryker si chiese come sarebbe stata valutata Maurelle. Non l’aveva più vista da quando le aveva suggerito dove si trovava l’infermeria, ma non riusciva a smettere di pensare alla bellissima femmina. ‘Non metterti nei guai’ s’ammonì per la millesima volta quella settimana.
Era una fortuna non vederla. Gli rendeva più semplice stare lontano da lei.
La testardaggine del ragazzo gli impediva però di pensare a qualsiasi altra cosa; Ryker si chiedeva se Maurelle sarebbe stata assegnata alla lega dell’aria o del fuoco, o forse anche a quella di acqua o di terra. In base a ciò che aveva visto di lei dubitava che la ragazza fosse una Fae di terra, poiché se così fosse stato avrebbe sicuramente provocato dei terremoti o agitato dei macigni causa la sua irritazione generata dal momento in cui era stata portata all’Accademia.
Per ragioni analoghe non era probabile che si trattasse nemmeno di un Fae d’acqua. Le guardie che l’avevano trattenuta non avevano sanguinato dagli occhi, e dall’oceano circostante non si erano levate onde anomale. Parte di lui sperava che Maurelle fosse stata assegnata alla lega dell’aria come lui, ma se così fosse stato non si era ancora presentata a lezione. Il che era positivo, si ricordò nuovamente. L’ultima cosa di cui aveva bisogno erano altri incontri imbarazzanti con la ragazza.
Mise da parte i pensieri circa Maurelle ed il modo in cui il lutto della ragazza lo esasperava, quindi Ryker uscì dalla propria stanza applicando ogni protezione possibile alla porta. Qualcuno facente parte della propria lega non doveva essere in grado di manipolare i metalli come faceva lui, poiché si trattava di un’abilità riservata ai Fae di terra. Ryker non voleva però che qualcuno entrasse nella sua stanza in sua assenza.
“Ehi Ryk. Stai bene? Non hai fatto colazione” commentò Daine quando lo vide. I dormitori erano situati in estesi fabbricati di cinque piani, e la pianta del loro appartamento era pensata per garantire agli occupanti molta privacy—maggiore di quanta ne avesse a casa, aspetto che rendeva l’Accademia piacevole.
Daine non sembrava molto entusiasta di alzarsi dal divano per andare a lezione, mentre Sol e Brokk avevano già in mano i libri ed i quaderni. Le camere presenti nell’appartamento erano disposte attorno ad un living centrale, dove facevano pratica e studiavano.
“Sì, mi sono solo addormentato” mentì sistemando i propri libri. Non era certo di potersi fidare dei propri coinquilini condividendo con loro le domande che gli frullavano in mente. I propri dubbi e le obiezioni circa l’Accademia erano diminuiti con il tempo, ma non se n’erano andati completamente.
Sol ridacchiò e scosse il capo. “Nemmeno io volevo alzarmi alle cinque del mattino. Quel fottuto materasso è fatto di nuvole o qualcosa del genere. Non pensavo che i letti potessero essere così comodi”.
Il volto di Ryker sicuramente nascondeva alla perfezione le emozioni caotiche del ragazzo. Quindi annuì e proseguì verso la porta. “Sicuro. Ho sempre dormito nel mio letto, e mia mamma sicuramente ci ha trascorso più tempo di me”. Possedere un letto morbido e nuovo rappresentava un lusso per la maggior parte degli abitanti.
Ryker discese le scale ascoltando i suoi compagni parlare delle differenze fra le loro case e l’appartamento al dormitorio. Stava per intromettersi nel discorso, commentando che effettivamente il petto gli faceva meno male rispetto a quando era a casa, e gli organi funzionavano meglio grazie all’aria pulita, ma proprio in quel momento Maurelle uscì da una stanza al piano inferiore al loro.
Vacillò e riuscì a malapena ad aggrapparsi alla ringhiera per non cadere giù dalle scale. Definirla stupenda era un eufemismo. Si era lavata ed i suoi capelli splendevano, sul suo viso non troneggiava più il pallore tipico di chi si sente male; la sua bellezza era innegabile.
I suoi coinquilini si resero conto che era rimasto indietro, quindi si voltarono verso di lui. Ryker fece per dire qualcosa, ma Brokk l’interruppe. “Ehi Maurelle, sembri stare meglio”.
La femmina arrossì appena e sorrise. “Grazie. Mi sento molto meglio”.
“E wow, sei così sexy” proseguì Brokk guardandola dall’alto al basso. Ryker provò il desiderio di dargli un pugno sulla sua bella faccia. Si sarebbe trattata però di una reazione inappropriata. Avrebbe dovuto incoraggiare l’ammiccamento dell’amico in modo da non mostrare il proprio interesse per Maurelle.
Ryker voleva però baciare quelle labbra piene e sentire ogni curva del bellissimo corpo della ragazza, ma si trattenne. “Smettila” abbaiò poi. Quindi si schiarì la voce e proseguì in tono più calmo. “Maurelle non ha bisogno di essere importunata. Come stai? Non ti vedo da un po’”.
“Il mio prode cavaliere” lo stuzzicò Maurelle. Ryker le rivolse un’occhiataccia nonostante gli piacessero fin troppo il sorriso e l’ironia pungente della Fae. “Ma non è necessario. I complimenti sono una bella distrazione dalla prospettiva di iniziare qui all’Accademia. Io e la scuola non andavamo d’accordo quando ero più giovane, quindi sono un po’ agitata. A parte quello mi sento molto meglio. Mi hanno tenuta in infermeria fino a ieri sera e mi hanno somministrato dei tonici ed altri trattamenti”.
Ryker si mantenne a distanza mentre scesero le scale in gruppo. “Come stai gestendo la perdita di tua mamma? Dato che non stai urlando o prendendo a pugni nessuno immagino che tu la stia affrontando bene”.
La ragazza sollevò bruscamente il capo al commento di Ryker. Scosse il capo ed attese che Sol aprisse la porta che li conduceva all’esterno prima di rispondere. “È terribile. Mi manca più di qualsiasi altro, ma…beh. Vorrei che non avesse interferito con gli agenti”.
Tale atteggiamento era profondamente diverso dalla rabbia che aveva dimostrato quando era arrivata. Brokk si spostò alla destra di Ryker mentre Sol si trovava davanti a loro. Maurelle era abbastanza intelligente da non aprirsi completamente. A Ryker piacevano i suoi coinquilini, ma fidarsi di loro era qualcosa di ben diverso. I ragazzi non gli avevano mai dato occasione di fidarsi, era quindi meglio che la ragazza restasse a distanza.
“Ciò che ti è accaduto è qualcosa di traumatico” commentò Ryker mentre uscirono dall’edificio. Definire traumatica l’esperienza di lei era un eufemismo. Maurelle percepiva il muro che Ryker aveva frapposto fra loro due, ed allo stesso modo si rendeva conto che il ragazzo era molto cauto. Non sapeva per certo come mai si stesse comportando in quel modo, ma in quel momento non aveva l’energia di scoprirlo.
Per la prima volta in quasi una settimana, il corpo ed il cuore di Maurelle non le dolevano in maniera insopportabile. La ragazza inclinò il capo all’indietro, lasciando che il sole le scaldasse il volto mentre la brezza oceanica le scompigliava i capelli. A Maurelle piacevano molto i giardini dell’Accademia. La flora, l’aria e l’acqua pulita nutrivano la sua anima con così tanta energia che non aveva mai provato prima.
A Bramble’s Edge i Fae erano circondati da troppa flora ed edifici di pietra. Era tutto coperto da terra e sporcizia, oltre a diversi elementi chimici che le facevano bruciare la pelle ed i polmoni. Data la connessione dei Fae con gli elementi, l’essere circondati da un ambiente incontaminato e privo di tossine era cruciale.
Guardò nei bellissimi occhi verdi di Ryker, ma distolse subito lo sguardo quando notò la rabbia sul volto di lui. Non aveva idea del perché fosse irritato, ma aveva già abbastanza di cui occuparsi piuttosto che cercare di farlo stare meglio.
“Allora, in che