Riportare Alla Luce Il Re Dei Fae. Brenda Trim
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“Chi ti dice che stessi parlando con te” ribatté Ryker smettendo di sorridere.
Brokk diede una pacca sulla schiena all’amico e rivolse alla ragazza un sorriso di vittoria. “Ignoralo. Voglio che tu lavori con noi”.
Maurelle si sentì arrossire, quindi abbassò il volto. Le piaceva il fatto che Brokk flirtasse apertamente con lei, e non si spiegava il comportamento mutevole di Ryker. Era palese che lei non piacesse a Ryker, ma prediligeva le volte in cui non la trattava male.
Un sussurro sommesso la raggiunse in quel preciso istante, facendole sollevare immediatamente il capo. “Se non ci fossi tu avrei già tentato la fuga”. Maurelle poteva giurare che fosse stato Ryker a pronunciare quella frase, ma non poteva esserne certa poiché il ragazzo le stava rivolgendo un’occhiataccia.
“Ho preso le matite” annunciò Brokk facendo ritorno accanto a Maurelle, la quale non si era nemmeno accorta dell’allontanamento del ragazzo. Molto probabilmente perché quest’ultimo non aveva avvisato del proprio spostamento.
“Che cosa devo fare?” domandò Maurelle concentrandosi su Brokk.
“Devi far levitare la matita” abbaiò Ryker scuotendo il capo.
“Questo l’ho capito, Capitan Ovvio” ribatté lei con vigore.
“La Professoressa ci ha detto di concentrarci sull’oggetto ed immaginarlo di vederlo levitare” Brokk intervenne prima che lo scambio fra i due mutasse in un vero e proprio battibecco.
“Wow, sei un vero portento” annunciò Brokk qualche secondo più tardi quando la matita prese a levitare sul palmo della mano di Maurelle.
Errore numero cento, pensò. Non sapeva se suo padre fosse finito nei guai se la scuola fosse venuta a sapere che i suoi genitori l’avevano tenuta nascosta per più di un anno e che durante quel lasso di tempo Maurelle aveva fatto pratica il più possibile.
Non che si trattasse di molto, dato il rischio di esposizione, ma era molto più talentuosa rispetto a ciò che sarebbe dovuta essere nella sua posizione. “Che c’è?” domandò la ragazza schioccando le dita e facendo distruggere la matita contro il muro di pietra più vicino.
Con la coda dell’occhio notò che l’insegnante stava digitando qualcosa su un tablet. La vista di un dispositivo tecnologico la sorprese. Ai Fae non era consentito l’accesso alla tecnologia a Bramble’s Edge. Si era chiesta un milione di volte come mai gli umani volessero entrare in possesso di tali dispositivi. Di certo dei gadget tecnologici non li avrebbero resi più forti. Maurelle era pronta a scommettere che gli umani obbligassero gli insegnati ad utilizzarli in modo da monitorare gli studenti.
“Non direi” commentò Ryker scoppiando a ridere. La sua risata non si propagò però fino agli occhi, ma era meglio di quando le rivolgeva degli sguardi irritati.
Maurelle si unì alla risata del ragazzo per nascondere la propria agitazione. Avrebbe dovuto veramente concentrarsi e cercare di non pensare a lui. Non poteva far sapere a nessuno di aver acquisito i propri poteri molto tempo prima, suo padre era tutto ciò che restava a lei ed alle sorelle.
“È ufficiale, sono un bel casino. È più difficile di quanto sembri”.
“Di sicuro sei bella” mormorò Brokk portando il suo sguardo sul corpo di Maurelle dall’alto al basso. Alla ragazza piaceva il flirtare del ragazzo. Era ovvio che fosse attratto da lei, e Maurelle non si sentiva a disagio con lui.
“Se farai pratica ti risulterà più facile” disse Ryker ignorando completamente il commento di Brokk.
Aobheal si avvicinò al gruppo ed incrociò le braccia al petto, appoggiando il tablet al suo seno ridotto. “La telecinesi rappresenta un talento posseduto da tutti i Fae, quindi non ci vuole molto tempo affinché riusciate a controllarla. Fai bene ad immaginare ciò che vuoi che succeda”.
“Quando faremo pratica delle abilità di aria nello specifico?” domandò Maurelle all’insegnante. Sperava di apprendere di più di ciò che avrebbe potuto fare. I suoi genitori non avevano mai osato incoraggiarla ad esplorare le proprie abilità. L’unico dono che sapeva di avere era la psicometria.
“Nel prossimo semestre” spiegò Aobheal. “Le abilità di base devono essere le prime ad essere controllate. In tal modo vengono evitati gli infortuni”.
Maurelle annuì e si concentrò nuovamente sugli strumenti di scrittura. Ryker stava facendo ruotare la propria matita in cerchio. Anche la ragazza aveva fatto levitare la propria. La Fae realizzò inoltre un movimento oscillatorio ed uno scatto, colpendo la matita di Ryker. Entrambi gli oggetti presero a volare verso l’insegnante.
Aobheal serrò le labbra e con un solo gesto della mano fece atterrare entrambe le matite sul tavolo a lato della stanza. Maurelle guardò Ryker, ma il ragazzo si stava già dirigendo verso il tavolo, quindi lei fece lo stesso nella direzione di Brokk. Quando guardò quest’ultimo negli occhi i due scoppiarono a ridere. “Vorrei essere potente come lei” ammise il ragazzo.
‘Anch’io’ pensò Maurelle. Forse le sue emozioni erano come ovattate, ma il bisogno di rivedere la sua famiglia era più impellente che mai, e non le sarebbe stato concesso di ritornare a casa per un po’ fino a quando non sarebbe stata ritenuta innocua per la società.
CAPITOLO CINQUE
“Ehi, Ryker. Stai andando a cena?”
Ryker si voltò immediatamente al suono della voce femminile a lui familiare. Quando portò lo sguardo sulla ragazza sexy, gli si strinse un nodo allo stomaco. Principalmente era combattuto fra l’essere felice di vederla e dal desiderio di allontanarsi da lei, ma parte di sé sospettava che chi gestiva l’Accademia ricoprisse un ruolo sleale.
“Sì, ti va di venire con me?” le pose la domanda prima ancora di elaborarla nella propria mente.
Maurelle annuì e si affrettò accanto a Ryker. “Certo. Dove sono gli altri?”
La risatina che emise la ragazza lo sorprese. Considerato ciò che le era successo non credeva avrebbe sorriso quanto prima. “Stanno già mangiando. Non hanno voluto aspettarmi”.
I capelli rosa di Maurelle le finirono sulla spalla quando la ragazza inclinò la testa di lato. “Va tutto bene?”
La domanda lo spaventò, e Ryker si ritrovò a rivolgerle una finta espressione facciale. Pensava di poter essere in grado di nascondere il proprio turbamento, ma evidentemente non era così. Ryker annuì sorridendo. “Sì, sto bene”.
“Perché non ti credo?” domandò dandogli una leggera spallata.
Si trattava di un gesto tipico di famigliari ed amici. Ryker conosceva a malapena Maurelle, ma la connessione fra i due era innegabile. Il ragazzo indietreggiò comunque di un passo per frapporre una certa distanza fra loro.
Si convinse di essersi allontanato solamente data l’attrazione fisica che provava per la ragazza, optando quindi per restare il più lontano possibile da lei. Non stava facendo un ottimo lavoro,