Legami Che Incatenano. Amy Blankenship
Чтение книги онлайн.
Читать онлайн книгу Legami Che Incatenano - Amy Blankenship страница 5
Hunter attese che il fratello fosse definitivamente fuori tiro, poi prese la chiave dalla tasca e la guardò. Decise di non riporla al suo posto, ma invece la chiuse in un cassetto della scrivania. Poi stette un attimo a riflettere, tornò al casellario delle chiavi e prese per sé la chiave di una delle stanze comunicanti con la suite.
Si sarebbe sentito più tranquillo se avesse potuto tenere d’occhio Angel… specialmente di notte!
CAPITOLO SECONDO. SEGRETI
Angel era in piedi, appoggiata alla grande vetrata, quando vide sua nonna. Era convinta che avrebbe trovato Isabel Hart nell’enorme veranda con vista sui giardini, a quell’ora del giorno.
Sentì una fitta al cuore, quando vide la cara nonna armeggiare coi comandi della sua sedia a rotelle , mentre si avvicinava a lei. L’ultima volta che l’aveva vista era in piedi, alta e fiera, che si asciugava le lacrime sulle guance mentre le diceva addio. Angel fece un profondo respiro, poi alzò la mano ad aprire la porta della vetrata.
“Nonna! – esclamò sorridendole, mentre si precipitava da lei. Il suo sorriso si fece raggiante, quando vide gli occhi della donna spalancarsi per la gioia. Chinandosi su di lei, Angel l’abbracciò stretta. “Oh Dio, nonna, quanto mi sei mancata!”
Isabel chiuse gli occhi, godendosi quell’abbraccio sincero. Questo era ciò che amava di Angel e Tristian… che erano sinceri, non come il resto della famiglia! Se amavano qualcuno, lo facevano con tutto il loro cuore!
“Ah, ecco il mio Angelo! – disse di rimando Isabel, toccando con affetto la schiena della nipote. Sentì un po’ della forza tornare in lei al solo contatto con la nipote. La ragazza aveva la capacità di intenerirla e farla sentire sempre amata! Malgrado ciò avrebbe continuato a giocare alla malata, pur di ottenere ciò che voleva. “Sono felice di poterti vedere per l’ultima volta!– esclamò Isabel, e per aggiungere incisività alle sue parole usò una voce adeguatamente strozzata.
“Cosa? – esclamò in risposta Angel, strabuzzando gli occhi e scostandosi violentemente dalla donna. – Ma nonna, che dici?” Al solo sentirla dire queste cose sentiva un dolore al cuore e gli occhi riempirsi di lacrime.
“Oh, ma non parliamo di me, cuor mio! Piuttosto, raccontami tutto quello che mi sono persa negli ultimi due anni, e dimmi: chi è questo famoso fidanzato di cui ho tanto sentito parlare?” Indossò un’aria arrabbiata. “ Non posso credere che la mia amata nipotina stia crescendo in un posto così lontano che io non posso prendere parte a ciò che le succede!”
Il cellulare vibrò nella tasca di Tristian, mentre questi usciva dalla stanza di Ash e chiudeva la porta dietro di sé. Era Ray. “Ehi, che c’è? – rispose brevemente.
“La limousine è appena partita e la tua ragazza sta salendo per la collina. I clienti sono tutti andati. Vuoi ancora serrare i cancelli d’ingresso? – chiese Ray, ben sapendo che quello era un ordine di Isabel Hart e quindi…
“Assolutamente. Lo sai che la nonna non vuole assolutamente ospiti sgraditi, questa settimana! – confermò Tristian – Chiudi tutto e poi vieni su a divertirti. Se qualcuno avrà bisogno di qualcosa…beh, dovranno arrangiarsi con quello che c’è qui!”
“Ha l’aria di un piano.– mormorò tra sé Ray.
Disattivò la cellula fotoelettrica e serrò i cancelli. Quando anche l’ultimo dei massici blocchi fu sistemato, alzò lo sguardo sulle punte acuminate delle lance decorative in alto. Da lì non riusciva a vedere bene la torretta di controllo e quindi si diresse in quella direzione. Era l’unica postazione di guardia per una cinquantina di miglia e all’improvviso ebbe la sensazione che stava per diventare inutile.
Angel aprì le porte che davano sulla terrazza e uscì fuori: aveva bisogno di una boccata d’aria, dopo la vista di sua nonna sulla sedia a rotelle! Ogni volta che le aveva chiesto della sua salute, la nonna aveva svicolato facendo domande su di lei.
Dopo aver parlato per un po’, la nonna aveva detto di essere stanca e che si sarebbe ritirata nella sua camera da letto per il resto della giornata, ma aveva fatto giurare ad Angel che sarebbe andata a trovarla l’indomani mattina. Il fatto che sua nonna si ritirasse così presto la metteva in ansia, e cominciò a chiedersi quanto stesse realmente male. Era sempre stata una donna così attiva, prima che Angel lasciasse Sanctuary per andare a vivere in California! Anzi, dopo la morte del nonno sembrava addirittura rifiorita!
Le labbra di Angel si serrarono al ricordo dell’odioso vecchio che aveva sempre visto come un mostro. Non aveva mia odiato nessuno, nella sua vita, ma proprio poche ore prima che morisse quell’uomo l’aveva sorpresa mentre tornava da una nuotata nel laghetto con Hunter.
Suo nonno le aveva urlato contro, accusandola di essere ormai troppo vecchia per stare a giocare con quella marmaglia Indiana che lavorava alla reception! Sbattè Hunter fuori dal resort e gli chiuse la porta in faccia. Vedere l’amico adorato trattato in quel modo fu una cosa terribile, per lei! Quando aveva cercato di parlare col nonno, questi si era voltato e le aveva mollato uno schiaffo in piena faccia così forte da farla cadere per terra!
Angel si era messa a urlare per il dolore, ma non aveva detto niente a nessuno, perché pensava che forse suo nonno aveva ragione. L’uomo non sapeva che da tempo lei e Hunter facevano cose che non avrebbero dovuto fare… baciarsi, leccarsi, toccarsi. Se lui l’avesse saputo, l’avrebbe picchiata di santa ragione!
“Hai visto? Te l’avevo detto che non era una statua di Angel. E’ proprio lei, in carne e ossa!” Una risata vigorosa dietro di lei la scrollò dai suoi amari ricordi. Si voltò e si trovò alle spalle i figli dello zio Robert, i gemelli monozigoti Devin e Damien.
“Ehi, ragazzi, ma come siete cresciuti! – esclamò. Sorrise mentre, uno alla volta, i gemelli la facevano ruotare su se stessa per guardarla bene da tutte le parti e poi la prendevano in braccio… Avevano la stessa età di Tristian, ma negli ultimi due anni lo avevano superato in altezza di almeno venti centimetri! Sembravano dei bodyguard, con quella pelle abbronzata e le magliette nere con su il logo di Sanctuary!
Tastò i muscoli delle loro braccia poderose, notando uno scintillio di soddisfazione nei loro occhi grigi. “Beh, questa maglietta mi fa capire la mansione che avete al resort. Per il resto che mi dite? Siete riusciti a rimanere fuori dai guai? – chiese, ridendo.
“ Chi, noi? – rise Devin mettendola giù, facendo scivolare le mani sui fianchi e le gambe di lei.
“Dovresti conoscerci, ormai! – esclamò Damien, cingendole la vita col braccio e sottraendola alla presa del fratello. Era un gioco che facevano fin da piccoli, quei due: fare a gara tra loro per aggiudicarsi la ragazza più carina.
“Buon per voi, ragazzi! – esclamò Hunter, sorridendo, mentre Angel trasaliva e si girava al suono della sua voce.
Lei sorrise, posando lo sguardo su di lui dopo due anni di lontananza. All’improvviso un’ondata di ricordi la sommerse, facendole battere forte il cuore e tremare le ginocchia. Email e telefonate non erano niente, rispetto al fatto di vederlo di persona!
Aveva i capelli più lunghi di quanto ricordava, e anche più scuri. Sembrava uno di quei personaggi dei romanzi d’appendice in cui si vedono un Nativo Americano e una donna bianca che si baciano. Arrossendo al pensiero, si staccò dai cugini e si avvicinò a lui.
“Sei più alto