Legami Che Incatenano. Amy Blankenship

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Legami Che Incatenano - Amy Blankenship

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erano più giovani lei, Hunter, Tristian e Ray si erano divertiti molto a nascondere i registri della reception e a scambiare il numero delle stanze, solo per creare casini. E la cosa ora le sembrava ancora più divertente, perché Hunter era il responsabile della stessa cosa per cui in passato erano stati tutti puniti.

      Lui scrollò le spalle: “Ho pensato che volessi stare vicina a tuo fratello.” Allungò la mano e premette il pulsante del quarto piano. “ Così, ti ho ridato la tua vecchia stanza.”

      “Sono felice di riavere la mia bella enorme stanza! – sorrise lei, compiaciuta, perché le stanze ai piani superiori erano molto più grandi di quelle dei piani bassi. Inoltre, questo la faceva sentire ancora di più a casa. “Grazie, Hunter!”

      “Beh, ho sempre pensato che voi due siate un po’ viziati – rispose lui, facendole l’occhiolino – Ecco perché ho deciso di dormire anch’io in albergo!” Tirò fuori la chiave dalla tasca. Era quella della stanza proprio vicina quella di Angel, e lui vi si era trasferito lì già da un mese. In tal modo riusciva a sentirla vicina, anche se Angel era tanto lontana!

      “Davvero ti sei trasferito a Sanctuary? – chiese lei, incredula. Lui e Ray avevano sempre fatto la spola da casa loro al resort, per evitare di lasciare la madre sola di notte… e questo già molto prima che Ray prendesse la patente! I due fratelli amavano moltissimo la madre, e facevano in modo di darsi il cambio per starle vicino.

      Quando l’ascensore toccò il piano, Hunter mise una mano sulla porta, per tenerla aperta. “Scusami, Angel, ma avevo pregato Tristian di non dirti niente. Non volevo che ti preoccupassi per noi.” I suoi occhi s'incupirono, sapendo che se lei gli avesse fatto una sfuriata avrebbe avuto perfettamente ragione.

      “Allora dimmelo ora! – esclamò la ragazza. Aveva una bruttissima sensazione. Aveva sempre pensato che Hunter non fosse il tipo da tenerla all’oscuro di qualcosa, e per la prima volta si chiese se invece non si fosse sbagliata. – Cos’è che non so?”

      “Nostra madre è morta un mese fa, perché la casa ha preso fuoco.” Deglutì a fatica come uno che si sforza di parlare. “ I vigili del fuoco hanno detto che si è trattato di un incidente. Deve essersi addormentata mentre stava cucinando.”

      Gli occhi di Angel si spalancarono e si riempirono di lacrime. “Oh, Hunter, perché non me lo hai detto? Se lo avessi saputo… sarei tornata molto prima! – esclamò.

      “Non volevo che tu… mi vedessi così..– rispose Hunter, mentre Angel lo abbracciava per la terza volta in mezz’ora.

      Lasciò andare la mano perché la porta si chiudesse, e poi premette il bottone di arresto. Questa volta il ragazzo perse il controllo e la cinse con le braccia per attirarla a sé, lasciando che il profumo dei capelli di lei lenisse in parte il suo dolore. Un dolore che non aveva niente a che fare con la morte di sua madre.

      Angel avrebbe voluto tanto confortarlo, ma non appena i loro corpi entrarono in contatto e lui la schiacciò verso la parete dell’ascensore, infilando una gamba tra le sue cosce, si sentì immediatamente presa dalla passione.

      “Oddio, Angel… – le sussurrò Hunter sulla morbida pelle del collo, mentre sentiva il pene inturgidirsi al di sotto della stoffa dei calzoni. Spingendole ancora di più la gamba tra le cosce le sollevò la testa premendo sulle sue labbra un bacio di frustrazione. Fece scivolare le dita lungo le braccia di lei, per catturarle le mani. Poi la premette ancora di più contro la parete perché, se ben ricordava, a lei piaceva sentirsi dominata. Se questo poteva chiamarsi sesso… allora erano amanti da una vita!

      Inizialmente Angel lo lasciò fare, perdendosi nella sensazione inebriante dei suoi baci, ma poi l’immagine di Ash prese forma nella sua mente e li si staccò con violenza da Hunter, interrompendo a mezzo uno dei baci. Gemette, al respiro di lui sul collo: ma poi si liberò dalla stretta delle sue mani e gliele mise sul petto, per respingerlo.

      “Stai cercando di sedurmi?” Angel teneva lo sguardo fisso sul pavimento, terrorizzata dall’idea che lui vedesse quello che realmente portava scolpito negli occhi. “ Mi dispiace…io..”

      “Schhh.. – la zittì dolcemente lui, mettendole un dito sulla bocca. Le sollevò il mento, costringendola a guardarlo. Sapeva perché lei si era bloccata. Aston Fox era già stato battuto… anche se lui era ancora ignaro. Gli occhi di Hunter si fecero più scuri, osservando quello che era riuscito a scatenare in lei semplicemente con un bacio.

      “ Non ti creare problemi. L’amore non deve mai essere una cosa di cui pentirsi. Almeno adesso so che non ce l’hai con me, perché non ti ho detto di mia madre.” Hunter la mollò e si costrinse ad alzare la mano e a disattivare il pulsante di arresto, per permetterle di uscire dall’ascensore.

      Con l’idea di tornare sul fatto della madre quando sarebbe stato possibile, Angel si precipitò fuori dell’ascensore, perché ormai non si fidava più di lei a rimanere da sola con Hunter. Una volta fuori si mise a correre, finché lui non definitivamente fuori portata. Solo allora rallentò la sua corsa.

      Poveri Hunter e Ray! Erano così affezionati alla madre, e lei li amava tanto! Angel ricordò che avrebbe tanto desiderato avere lo stesso rapporto con sua madre. Ma lei era quasi un’estranea… da sempre!

      Quando le porte dell’ascensore si richiusero, Hunter appoggiò le mani sulla parete su cui lei era stata confinata in quei pochi attimi…e da dove l’aveva respinto! Contò fino a dieci per riprendere il controllo. Chiuse gli occhi e fece dei profondi respiri, finché non si fu calmato. Quando li riaprì, aveva ripreso il controllo sulle sue emozioni.

      Compose il numero di Tristian sul cellulare e lo avvertì via messaggio che la sorella era a posto. Si accigliò, quando vide che non c’era segnale sul cellulare dell’amico.

      Angel entrò nella sua stanza, e si rilassò, vedendo che tutto era come l’aveva lasciato prima che si trasferisse. Si fiondò sul letto e chiuse gli occhi, felice. Non appena l’ebbe fatto, il ricordo di ciò che era appena successo tra lei e Hunter in ascensore riaffiorò, facendola nuovamente vibrare di desiderio.

      Era stata lontano così a lungo che aveva immaginato che lui non la volesse più. In fondo, Tristian era uscito con qualcuno… e allora perché Hunter no?

      Quando aveva iniziato la relazione con Ash, aveva cercato di dimenticare sia Tristian che Hunter. Ma ora che era tornata i ricordi sembravano perseguitarla. Si era sentita innamorata di entrambi così profondamente e tanto a lungo che aveva intrapreso la relazione con Ash proprio per questo… per dimenticare. Eppure, adesso che Hunter l’aveva toccata in ascensore, ecco che sprofondava nei suoi incubi peggiori: non amava affatto Ashton Fox, e lui non avrebbe mai scatenato in lei ciò che sentiva per Hunter!

      Fece scivolare morbidamente la mano sulla sua vagina, e si lasciò andare alla passione, inarcandosi tutta. Chiuse gli occhi quando l’immagine tremolante di Hunter svanì… per essere rimpiazzata da quella di Tristian.

      CAPITOLO TERZO . GELOSIA

      Era quasi buio quando Tristian spense la musica lenta per un po’ di rock alternativo, poi afferrò una delle bottiglie di vino che aveva nascosto nella parte bassa del Tiki-Bar. Sorrise tra sé, mentre prendeva anche tre bicchieri: da poco aveva scovato la cantina privata del nonno, nell’intrico di corridoi segreti che si aprivano parallelamente e all’interno dell’enorme resort.

      Mantenere quel posto inaccessibile a tutti gli altri membri della famiglia era una delle poche cose buone che aveva fatto quell’uomo. Adesso Tristian aveva il suo piccolo segreto. Solo un’altra persona ne era a conoscenza, Angel, ma Tristian sapeva che la sorella non era tipo da imbarcarsi in quella rete di corridoi piena di ragnatele.

      Notando

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