Augusto De Angelis: Tutti i Romanzi. Augusto De Angelis
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— Come lo avete saputo?
— L’ho visto e riconosciuto, coi miei occhi!… Sapevo che mia cognata s’era messa alle calcagna di suo marito da due giorni e che aveva nella borsa una rivoltella carica… Volevo evitare che lei compisse la sua vendetta scioccamente, abbattendolo in un luogo pubblico, per farsi poi inevitabilmente arrestare…
— Lo avevo seguito ai giardini e lui mi vide! Salì sulla carrozzella delle caprette, per salvarsi!…
Non c’era sarcasmo nelle sue parole e il volto era rimasto immobile.
Virginia s’era voltata ad ascoltarla e assentì, poi riprese:
— Per questo, quando fu aperta la Fiera e io fui sicura che Jeremiah non si sarebbe mosso per due giorni da Piazza Mercanti, mi misi a spiarlo… Nel pomeriggio del sabato, lo vidi allontanarsi dal banco in compagnia di un uomo e riconobbi in costui Giorgio Crestansen… Era Iddio che lo mandava!… Lo seguii e seppi che abitava all’Hôtel d’Inghilterra… Allora, decisi di agire la sera stessa… Alle nove andai in albergo… Avevo indossato un abito nero di Giacomo… mi ero messi la barba e gli occhiali… Quelli… Li avete trovati!… Anche se non li aveste trovati, d’altronde, avrei confessato, perché sapevo oramai che eravate pronto ad accusare Giacomo e temevo che Lolly avesse potuto confermare il vostro sospetto, fornirvi persino la prova che vi mancava, con qualche sua parola sconsiderata, lei che non sapeva nulla e che poteva credere che fosse stato suo fratello a compiere la vendetta che tutti noi avevamo giurato di compiere!…
Si fermò, come se volesse riprender forza. Quando aveva parlato di suo nipote s’era accalorata, la voce le si era fatta vibrante, piena di note basse, calda. L’altra accanto a lei non si era mossa.
— Proseguite!…
— Sì… Ma facciamo presto!… Quando arriva Giacomo dev’esser tutto terminato!… Giacomo non può ricevere un altro colpo… Non può, non deve!… Io sono pronta a dirvi tutto… Ma voi dovete promettermi che lo risparmierete. Egli è innocente!…
— Proseguite!…
— C’è poco da dire! In albergo mi feci annunziare col nome di Jeremiah Shanahan… Giorgio Crestansen doveva attenderlo e lo avrebbe ricevuto… Infatti, mi fecero salire… Una volta in camera sua, la cosa fu facile… Egli non mi conosceva e non sospettò, credette a quel che io gli dicevo di essere stata mandata da Jeremiah… Gli parlai di laggiù… gli parlai di Olivier O’Brien… Lui, come gli altri due, lo credevano vivo!… Noi soltanto sapevamo che Olivier era morto! Morto di crepacuore!… Colsi un momento in cui Crestansen s’era voltato, per saltargli alle spalle e mettergli il fazzoletto inzuppato di cloroformio sotto il naso… Il resto… il resto venne dopo…
— Ah! – fece il commissario. Non poté dir altro. Vedeva il piccolo grumo di sangue sul petto del morto…
— Lo composi sul letto e me ne andai. Erano le nove e un quarto… In un quarto d’ora, avevo potuto compiere la prima parte del mio dovere… con l’aiuto di Dio!…
— Non nominate Iddio! – scattò De Vincenzi.
— Egli ha permesso che l’infamia compiuta dai tre uomini non rimanesse impunita… Egli mi ha dato le forze per condurre a bene la mia impresa di giustizia!…
Una pazza lucida!… Le parole che pronunciava erano pervase da una tale profonda convinzione!…
— E Giobbe Tuama?
— Uscita dall’Hôtel d’Inghilterra tornai al Presbiterio, sapevo che Giacomo era assente. Passai per la porta di via Sant’Orsola e potei raggiungere la mia camera, senza esser veduta da Matteo. Ma il vecchio si trovava in cucina, quando andai nella stanza del Pastore, per nascondere il cappello di paglia, gli occhiali e la barba, e li vide… Gli dovetti raccontare una storia e mi feci promettere che non avrebbe mai detto ad alcuno di averli veduti e di sapere dove fossero… D’altronde, io non ho creduto che la mia azione sarebbe stata scoperta e che la polizia avrebbe potuto dubitare del Pastore!…
— E Giobbe Tuama? – ripeté quasi con violenza De Vincenzi: adesso, anche lui voleva far presto. Si sentiva oppresso. Le ombre degli angoli ingigantivano e lo sopraffacevano.
— Appena qui, decisi di non fermarmi. Avevo abbattuto il primo, la mia opera doveva continuare, doveva esser compiuta in quella stessa notte! Sapevo dove trovare Jeremiah… sapevo anche che era in compagnia di Beniamino O’Garrich… Non sapevo, naturalmente, che Jeremiah sarebbe rimasto solo e mi avrebbe offerto il modo di sopprimerlo silenziosamente… Ero pronta a tutto… La mia determinazione era quella di ucciderli entrambi a colpi di rivoltella… Mi avrebbero arrestata; ma io di questo non mi preoccupavo… non mi sarei mai preoccupata… Ma Giacomo tornò al Presbiterio e io dovetti attendere ch’egli fosse salito nella sua camera, che si fosse coricato… Arrivai in Piazza Mercanti che la piazza era buia e quasi deserta… Dei due che ero andata a trovare, c’era soltanto Jeremiah… che parlava con uno sconosciuto… Attesi; rimase solo. Stava accanto al banco. Mi avvicinai e gli dissi che il Pastore voleva parlargli subito… Lui non aveva mai saputo chi fossi realmente io… come io, in tutti questi anni che lo vedevo e lo conoscevo col nome di Giobbe Tuama, non avevo saputo che fosse stato lui l’uomo che aveva spezzato la vita di mio fratello, per sposarne la moglie… È stata mia cognata a rivelarmelo, quando per caso si è incontrata con lui… pochi giorni or sono… Anche Giacomo non conosceva il carnefice di suo padre…
— Sì… Io non sapevo che quel mostro fosse venuto proprio qui… e appartenesse alla Chiesa di mio figlio!… Iddio lo ha voluto!…
— Mentre si chinava per prendere il cappello sotto il banco, lo afferrai al collo e strinsi… Non mandò neppure un gemito… Quando lo lasciai, era morto… Gli misi le mani in croce sul petto e me ne andai… Nessuno mi aveva veduta!…
— E l’orologio? Perché gli avete tolto l’orologio?
— Gli era caduto dalla tasca e lo raccolsi da terra… macchinalmente…
— E questa sera… variando ancora una volta modo e mezzo criminosi… avete avvelenato Beniamino O’Garrich!…
— Iddio lo ha voluto – rispose, ripetendo come un’eco le parole di sua cognata. – Ero salita per tutt’altra ragione…
— Volevate trovare e far sparire qualcosa, che avevate cercato invano nei cassetti di quella scrivania!
— Sì. Sapevo oramai che voi sospettavate Giacomo… Mio nipote stasera, dopo l’incidente del cane, che doveva avervi rivelato i legami che correvano tra lui e… sua madre e sua sorella, aveva dubitato della verità… e, fingendo d’essere stato aggredito alla sua volta, aveva voluto distogliere i vostri sospetti da questa casa… Povero Giacomo!…
— Beniamino O’Garrich era il terzo uomo condannato dal vostro odio!
— Non dite odio!… – esclamò con forza Dorotea Winckers Shanahan. – Voi non sapete che cosa quei tre avevano commesso… Beniamino aveva sete… Quando sono entrata nella cucina, sorgendo davanti a lui dalla botola, mi chiese un bicchier d’acqua… Io avevo con me una dose di atropina cristallizzata…