Augusto De Angelis: Tutti i Romanzi. Augusto De Angelis
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— Mi avete promesso di risparmiare Giacomo! – supplicò Virginia Worth.
La madre si era voltata e guardava con occhi ardenti verso la porta.
La risposta all’ultima domanda del commissario, egli non doveva averla che il giorno dopo, perquisendo a fondo ogni stanza e ogni mobile del Presbiterio.
Quella sera, fece condurre a San Fedele Virginia Worth e lasciò madre e figlio soli nella Chiesa, a ogni uscita della quale aveva messo un agente.
Miss Lolly, fuggita dal Presbiterio era corsa a casa e fu lì che Cruni, mandatovi da De Vincenzi, la trovò. Appena seppe che suo fratello era vivo ed era innocente, corse a raggiungerlo.
De Vincenzi fece ritorno al suo ufficio di San Fedele e trascorse la notte a leggere. Cercava di non pensare alle ore terribili che aveva vissute, dal momento in cui, in Piazza Mercanti, aveva assistito alla scoperta del cadavere di Giobbe Tuama… Una sequela di delitti orribili… in un’atmosfera di follia!…
Poteva un essere umano compiere freddamente una simile atroce vendetta?…
Cercava di non pensare al dramma, De Vincenzi, e non ci riusciva!…
Quale, dunque, era la colpa di quei tre uomini?
Il giorno dopo, fra le carte del Pastore, trovò un ritratto di Oliver O’Brien e qualche ritaglio di giornale americano.
E la verità di quell’altro dramma lontano gli apparve. I particolari, che non erano nei giornali, gli vennero rivelati da Dorotea Winckers Shanahan, che era stata la moglie di Olivier O’Brien e che aveva divorziato da lui, quando il Tribunale di Detroit lo ebbe condannato a venti anni di reclusione, per appropriazione indebita continuata e per truffa ai danni della Società per il commercio dei brillanti, di cui era consigliere delegato.
O’Brien era innocente. Jeremiah Shanahan, venuto nel Michigan dal Transvaal con Giorgio Crestansen e Beniamino O’Garrich, aveva fondato con O’Brien la società. Molto probabilmente nulla sarebbe avvenuto, se Jeremiah non si fosse innamorato della moglie di O’Brien e non avesse ordito, d’accordo coi suoi due complici – essi erano legati fra loro a filo doppio da precedenti azioni delittuose compiute a Pretoria – il più infame dei piani criminosi, per toglier di mezzo per sempre colui che egli considerava come un ostacolo all’appagamento della sua morbosa passione.
Non soltanto, con avidità infernale, i tre erano riusciti, falsificando libri e scritture, a far apparire O’Brien come un ladro; ma Jeremiah aveva anche inscenato tutta una infame commedia, per far credere che O’Brien avesse per amante una donna di facili costumi, per la quale aveva profuso le somme rubate.
Aveva falsificato lettere e, a prezzo d’oro, aveva fatto testimoniare il falso alla donna.
Dorotea Winckers – davanti al tradimento del marito – aveva chiesto e ottenuto il divorzio e, prestando fede alle proteste d’amore di Jeremiah, il quale aveva finto ipocritamente di aver fatto tutto il possibile per salvare almeno l’onore di O’Brien, lo aveva sposato.
Era stato soltanto in seguito che la verità le era apparsa – mentre Jeremiah si trovava a Sing-Sing sotto l’accusa di ricettazione – rivelatale da Giorgio Crestansen, il quale si riteneva tradito alla sua volta dal suo complice.
Ella, allora, era fuggita di casa coi suoi figliuoli e aveva tentato di rivedere il suo Oliviero… Troppo tardi! O’Brien era morto di crepacuore in carcere…
E Jeremiah Shanahan, uscito da Sing-Sing era scomparso…
La fatalità aveva voluto che tutti i tristi protagonisti di quella dolorosa vicenda si fossero ritrovati a Milano, dove l’epilogo tragico era scoppiato…
R
Epilogo
Le caprette
Era il pomeriggio…
Sotto un albero, la carrozzella delle caprette, vuota, attendeva i suoi clienti minuscoli, fatta come un veicolo di altri tempi, con la serpa alta, il corpo centrale a giardiniera, un ultimo sedile posteriore. Tutta fiorita di trombette a pompa, dipinta di giallo, coi cuscini di cuoio sbiadito.
Un nugolo di bimbi l’assaltò, l’invase… Le caprette si mossero… Il padrone camminava loro accanto, stimolandole… I bimbi gridavano dalla gioia… e suonavano le trombette.
Il veicolo gioioso percorreva i viali… Un signore, seduto su di una panca, si volse a un vicino e, indicando la carrozzella, disse:
— Se aveste veduto venerdì scorso chi salì su quella carrozzella, avreste riso di gusto!
— Ho veduto!
C’eravate?
Sì. Ma non ho riso di gusto! L’uomo che si era seduto nella carrozzella delle capre aveva paura… E il venerdì porta disgrazia!
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