Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I. Amari Michele
Чтение книги онлайн.
Читать онлайн книгу Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - Amari Michele страница 14
Il lavoro da me intrapreso mi portò a confrontare su i citati MSS. la edizione del Di Gregorio, e copiare gli squarci di testo della Storia d'Affrica tradotti dal Caussin e altri che gli erano sfuggiti. Debbo al professor Dozy altri capitoli risguardanti scrittori siciliani, copiati sul MS. di Leyde. Così ho potuto quasi raddoppiare i frammenti del nostro autore dati nel Rerum Arabicarum; senza dir dei nomi proprii e geografici che mi è occorso di correggere, nè degli squarci non bene interpretati, dei quali ho dovuto rifare la versione.
Debbo avvertire infine che M. Des Vergers pose la versione di varii capitoli della Storia d'Affrica del Nowairi in appendice alla parte di Ibn-Khaldûn pubblicata da lui; e che il baron De Slane ha tradotto in francese la prima parte della Storia d'Affrica, inserita nel Journal Asiatique, série III, tomo XI-XII (1841), e ristampata in appendice alla Hist. des Berbères par Ibn-Khaldoun, tomo I, p. 313, seg. M. De Slane ha giudicato troppo severamente il Nowairi, incolpandolo di tutte le favole del conquisto musulmano d'Affrica, che quegli non avea fatto che copiare da altri compilatori92.
LV. Dsehebi (Scems-ed-dîn-Abu-Abd-Allah), morto il 1347, fu compendiatore come i contemporanei suoi Abulfeda, Nowairi, e Scehâb-ed-dîn-Omari; se non che attese alla sola storia, e particolarmente alla letteraria, o, per dir meglio, alle biografie degli uomini dotti. Questo è il pregio delle opere che ci rimangono di lui. La principale intitolata Târîkh el-Islâm è tavola cronologica, divisa per decennii e corredata alla fine di ciascun decennio da una lunga serie di cenni biografici. La Biblioteca di Parigi ne possiede due volumi staccati, Ancien Fonds 626 e 646, dei quali il primo corre dall'anno 1º al 40º dell'egira, l'altro dal 301 al 370. Un altro MS. della stessa Biblioteca, Ancien Fonds 753, che abbraccia gli anni dal 581 al 620, mi pare appartenente non al Târîkh, ma al compendio che ne fece lo stesso Dsehebi, del quale v'ha esemplari a Leyde e altrove93. Pochissime notizie ho cavato, sì da cotesti tre volumi, sì dai due del Suppl. Arabe 746, opera dello stesso autore, intitolata Kitâb el-'iber ec. (Avvertimenti su le geste dei trapassati). All'incontro, ho preso una ventina di buoni cenni biografici di Siciliani, dal MS. di Leyde, nº 654 Warn., Catalogo del Dozy, tomo II, p. 205, nº DCCCLXXVI, compendio che fece il Dsehebi dell'Anbâ en-Nohâ di Abu-Hasan-Ali-el-Kifti, morto alla metà del XIII secolo.
LVI. Scehâb-ed-dîn'Omari (Abu-Abbâs-Ahmed-ibn-Iahîa), detto Ibn-Fadhl-Allah, soprannominato anche Dimascki, da Damasco ond'era oriundo, e 'Omari dal nome di Omar il grande, dal quale pretendea discendere; nacque verso il 1300 di famiglia benemerita ai sultani d'Egitto; fu professore di tradizion del Profeta; servì nelle cancellerie di Damasco e del Cairo; e morì il 1349. Costui accozzò una enciclopedia a modo suo, intitolata Mesâlek el-Absâr ec. (Escursioni degli sguardi sopra i varii reami della terra). Dei ventisette volumi di tal compilazione, i pochi che ci rimangono trattan di geografia, storia e antologia poetica. La parte geografica è cavata da buone opere, e, tra le altre, da Abulfeda; ma l'Omari vi aggiunse non poche notizie raccolte dassè, sia da documenti oficiali, sia dalle relazioni di viaggiatori e mercatanti ch'egli interrogava, ben usando le comodità che gli dava l'oficio suo. Pertanto il capitolo su la Sicilia, che ho tolto da un MS. della Bodlejana, Pococke 191, Catalogo tomo I, nº CM, contiene ragguagli contemporanei, anche di fatti storici. Nel medesimo volume ho veduto una descrizione della Calabria, porto di Taranto e altri luoghi d'Italia.
Dobbiamo saper grado, altresì, all'Omari degli squarci di poesie d'Arabi Siciliani ch'ei ci conservò; i quali ho copiato dal MS. di Parigi, Ancien Fonds 1372.
Allo incontro, la parte storica non può servire ad altro che a confrontare qualche passo d'Abulfeda; i cui annali l'Omari copiò sfacciatamente, trinciandoli di decennio in decennio, forse per occultare il plagio. Dissi già che alcuni estratti della Storia relativi alla Sicilia furono tradotti da un MS. dell'Escuriale, il quale poi si perdè, probabilmente nell'incendio del 1671. Il Di Gregorio ristampò la versione latina che ne avea fatto il Caruso su la italiana dello Inveges, presa dalla latina di Marco Dobelio Citeron. Io ho trovato parte del testo arabico nel MS. di Parigi, Ancien Fonds 642, il quale corre dall'anno 541 al 744, cioè dall'ultimo capitolo della versione del Di Gregorio in poi; nè posso rammaricarmi troppo della perdita dei precedenti, poichè ne abbiamo il tenore originale in Abulfeda. Nelle citazioni che mi occorrerà di farne, aggiugnerò il nome patronimico di Omari al titolo di Scehâb-ed-dîn (Fiaccola della Fede), ch'è comune a cento altri dottori musulmani; e però mal si è adoperato a significare il nostro autore. Avverto poi non esser questi il cadi Scehâb-ed-dîn-Ibn-Abi-l-Damm, da Hama, come suppose il Di Gregorio94, traendo nel proprio errore il Wenrich95; perocchè quel cadi visse un secolo innanzi l'Omari, sendo morto il 1244; e Abulfeda cita sovente l'opera sua, ch'è intitolata: Tarîkh Mozafferi, e non Mesâlek el-Absâr96. Su Scehâb-ed-dîn-'Omari si veggano: Quatremère, nelle Notices et Extraits des MSS., tomo XIII, p. 151 seg.; Catalogo della Bodlejana d'Oxford, tomo II, p. 599; Catalogo de' MSS. Orientali del British Museum, parte II, p. 273, nº DLXXV; Reinaud, Géographie d'Aboulfeda, Introd., p. CLII97.
LVII. Ibn-el-Wardi (Zîn-ed-dîn-Abu-Hafs-Omar), morto il 1348; mezzo copiò e mezzo compendiò le notizie di Edrisi e Dimascki su la Sicilia. Quali ch'elle siano, le darò, secondo la lezione dei MSS. di Parigi, Ancien Fonds 590, 593, 594, confrontata col testo che ha pubblicato il Tornberg98 di questa mediocre compilazione geografica, intitolata Kharîdat el-'Agiâib (Perla delle Meraviglie).
LVIII. Sefedi (Selâh-ed-dîn-Khalîl-ibn-Ibek), che morì il 1362, compose un dizionario geografico, addimandato El-Waki bil-Wefeiât (Il Conservatore delle Necrologie), diligente e giudiziosa compilazione. La Biblioteca di Parigi ne possiede due volumi staccati, Suppl. Arabe 706, che contengono le lettere dell'alfabeto arabico dalla Kha al Sad; dalle quali ho cavato tre biografie, e, delle tre, due sono di Cristiani: re Ruggiero, cioè, e l'ammiraglio Giorgio d'Antiochia.
LIX. Domairi (Kemâl-ed-dîn-Abd-Allah) scrisse nel 1371 l'Haiât el-Haiwân, opera di Storia naturale; in cui, trattando dello scorpione, l'autore cita i versi e la trista fine di un poeta del Iemen che si trovò avviluppato in una cospirazione contro Saladino, tramata da malcontenti egiziani con la corte normanna di Sicilia. Ho cavato questo squarcio dal MS. di Parigi, Suppl. Arabe 873.
LX. Ibn-Khaldûn (Wâli-ed-dîn-Abu-Zeid-Abd-er-Rahmân-ibn-Mohammed), nacque a Tunis il 1332 d'illustre famiglia, passata dall'Arabia meridionale in Spagna ai tempi del conquisto, e rifuggitasi in Affrica nel XIII secolo. Nobile dunque e povero, cominciò sua carriera da calligrafo nella Segreteria dei principi hafsiti di Tunis. Da costoro passò al servigio dei loro nemici i Merinidi; poi, sempre da un regolo a un altro, di que' che usurpavan oggi e cadean domani sì in Affrica e sì in Spagna: appo i quali ei fu cortigiano, agente diplomatico, ministro, professore; or arricchito e onorato, or imprigionato e perseguitato per gara di altri intriganti, e sospetti che destava quel suo far da Girella. A cinquant'anni, ristucco dell'Affrica, se n'andò in Egitto; ove diessi all'insegnamento pubblico; toccò una pensioncella dal Sultano; salì allo uficio di cadi di scuola malekita al Cairo: e sì balzano è l'animo degli uomini, che quello statista di larga coscienza fu deposto della magistratura per la rettitudine e severità ch'ei manteneva tra la corruzione degli altri giuristi. Il caso, alfine, lo fe' trovare nel 1400 sotto le mura di Damasco in mezzo alle orde dei Tartari e in presenza di Tamerlano; al quale ei fu prodigo di adulazioni, e n'ebbe onori e profferta di rimanere alla corte tartara; ma destramente ei se ne svincolò. Tornato in Egitto, salito e sceso, e risalito all'oficio di cadi, moriva il 1406. Questi particolari tolti dall'Autobiografia
91
92
93
Catalogo del Dozy, tomo II, pag. 148, nº DCCLXIII, seg.
94
95
96
Veggasi la prefazione di Adler nel primo volume degli
97
I volumi che io conosco del
I. Bibl. Bodlejana, Pococke, 191, già citato. – Geografia.
III. Parigi, Ancien Fonds 583. – Altra parte di Geografia.
XIV. Parigi, Ancien Fonds 1371: British Museum, Catalogo, nº DLXXV, parte II, p. 273. – Antichi poeti arabi.
XV. Escuriale, Catalogo di Casiri, tomo I, p. 68, nº CCLXXXV. – Altri poeti.
XVII. Parigi, Ancien Fonds 1372, già citato. – Altri poeti.
XXIII. Parigi, Ancien Fonds 612. – Storia già citata.
XXIII. (Numero di volume sbagliato o appartenente a una copia divisa altrimenti). Parigi, Ancien Fonds 904. – Mineralogia e Storia antica.
Il Casiri, Catalogo, tomo II, p. 6, nº MCDXXXIV e MDCXXXV, nota un
98
Stampato ad Upsal il 1839, un vol in-8.