Dal Vangelo Secondo Giuda. Andrea Lepri

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Dal Vangelo Secondo Giuda - Andrea Lepri

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mia moglie» confessò subito Giuda, un attimo dopo maledì la propria incapacità a mentire.

      «Mi arrendo» annunciò allora l’assassino abbassando il braccio, Giuda lo guardò sconcertato e lui lasciò cadere l’arma sul pavimento. Si chinò sulle ginocchia tenendosi il fianco, aveva l’aria distrutta.

      «Sei felice?» gli domandò guardandolo di sotto in su.

      «Si, penso di esserlo» ammise lui vergognandosene un po’.

      «Vorrei conoscere tua moglie» chiese l’assassino quasi garbatamente, spiazzandolo del tutto. Lui non intendeva esporre Nicole a un simile rischio, ma temeva che in caso di un suo rifiuto l’altro avrebbe nuovamente perso la testa.

      Maledizione, perché Nicole è venuta qui? E quel tipo che la stava rimproverando chi è? Accidenti, proprio adesso che quest’uomo aveva deciso di arrendersi... pensò mentre cercava di prendere una decisione.

      «Avanti, non ho più voglia di lottare contro i mulini a vento» insisté l’assassino col tono di chi chiede un favore. Giuda esitò, era convinto che l’assassino potesse essere ancora capace di qualsiasi cosa, ma questi raccolse l’arma e gliela posò gentilmente in mano, come se gli avesse letto nel pensiero.

      «Avanti, di che cosa hai paura? Ora quello armato sei tu!»

      Lui andò ad affacciarsi alla finestra, pregando di non aver fatto la scelta sbagliata.

      «State calmi, è tutto a posto» gridò, qualcuno ordinò ai poliziotti di abbassare le armi e lui chiamò Nicole, che nel frattempo era rimasta sola sotto quel lampione perché Fred e l’altro uomo misterioso si erano dileguati.

      Giuda aveva impugnato la pistola e si era piazzato davanti alla finestra, da là, in caso di bisogno, avrebbe potuto facilmente chiedere aiuto. Intanto, con mano tremante, cercava di tenere sotto tiro l’assassino che si era sistemato al centro della stanza, ad aspettare sua moglie.

      «Non ho alcuna intenzione di farvi del male» si affrettò a dirle lui non appena Nicole si affacciò sulla soglia, quasi temesse un suo ripensamento. «Non aver paura, avvicinati» aggiunse poi in tono fin troppo affabile, per rassicurarla. Lei fece una faccia sorpresa e trattenne a stento un’esclamazione, suo marito ebbe la sensazione che in qualche modo quei due si conoscessero già. Nicole si accorse che lui la stava scrutando perplesso, scosse la testa e andò ad abbracciarlo senza rispondere al suo sguardo interrogativo.

      «Siete proprio una bella coppia!» commentò l’assassino dopo aver fatto un passo indietro, per osservare meglio il quadretto familiare. «Devi essere orgogliosa di tuo marito, è un uomo intelligente e coraggioso. Credo che siano davvero pochi, quelli che stasera avrebbero accettato di entrare in questa casa. E poi è saggio, perché dice che la Legge va rispettata... e tra un po’ vedremo se la penserà ancora in questo modo, o se diceva tanto per tenermi buono» proseguì avvicinandosi a un divanetto posto in fondo alla stanza. Alzò uno dei cuscini e afferrò una mazza da baseball.

      «Metti giù quella mazza!» gli ordinò Giuda irrigidendo il braccio armato, ma lui si voltò e continuò a parlare a Nicole come se non lo avesse sentito. «Vedi questa? E’ il gioco preferito di mio figlio, ha soltanto pochi mesi ma dovresti vedere come guarda le partite in televisione. Gli ho promesso che un giorno gli avrei insegnato a giocare, ma purtroppo non potrò farlo. Giuda mi ha detto che anche voi avete una bambina e che mi capisce, ma secondo me non è vero. Secondo me non può capire, perché non è mai stato costretto a scegliere» spiegò, intanto aveva ripreso a muoversi a scatti, nervosamente. «La Legge a volte è crudele... troppo crudele. A volte non possiamo limitarci a chiedere quello che ci spetta, dobbiamo lottare con tutte le nostre forze per prendercelo. Forse tra un po’ capirete quello che voglio dire, perché certe cose vanno provate di persona» annunciò sempre più eccitato, Nicole fece per correre via ma lui le sbarrò il passo con la mazza.

      «Fermati!» gli ordinò nuovamente Giuda, lui rispose con un’alzata di spalle.

      Nicole cominciò a strisciare lungo la parete per tenerlo alla larga, l’assassino prese a seguirla passo dopo passo come in un’assurda coreografia mentre suo marito li guardava atterrito, non riusciva a prendere una decisione. Non sapeva che cosa fare, avrebbe voluto sparare a quell’uomo ma temeva di colpire sua moglie. D’un tratto l’assassino si mise in posizione come un vero battitore, con le gambe divaricate e la mazza in posizione orizzontale all’altezza della spalla, allora Giuda lasciò cadere l’arma e gli si avventò addosso.

      «Non farlo, non farlo!» gridò, ma l’assassino effettuò una mezza torsione del busto.

      «Adesso capirete!» sentenziò, la mazza fendette rapidamente l’aria e colpì in pieno ventre Nicole, che cadde a terra senza fiato. Subito dopo lui alzò la mazza per colpirla di nuovo e l’altro lo caricò come un toro, lottarono rotolando sul pavimento finché Giuda riuscì ad assestargli un pugno nel fianco, nel punto esatto in cui aveva la macchia di sangue. L’assassino si accasciò con un gemito e lui si rialzò per soccorrere Nicole, convinto che il dolore avrebbe tenuto buono per un po’, ma l’assassino lo inseguì e gli sferrò da dietro un pugno alla tempia. La vista gli si sdoppiò, si voltò per reagire ma le sue braccia si fecero improvvisamente fiacche, il chip collegato alle sue ghiandole surrenali aveva cominciato a fare il suo dovere. Dapprima un vago senso di torpore si impadronì dei suoi muscoli, appena un istante dopo fu la volta del dolore. Giuda si irrigidì e andò giù disteso senza poter più muovere un solo dito, con la sensazione che tarli famelici dai denti affilati stessero nutrendosi della sua carne e delle sue ossa. Intanto l’assassino era corso in cucina, adesso stava tornando verso di lui ridendo come un ossesso mentre gli mostrava un coltello elettrico.

      «Questo è solo l’inizio» ringhiò chinandosi su di lui, che era terrificato dal fatto di aver perso completamente il controllo del proprio corpo. Tentò di chiedere aiuto ma non riusciva neanche ad aprire la bocca, non riusciva quasi neanche a respirare. L’assassino gli affondò l’affilatissimo coltello nel torace fino a toccare le costole, dopodiché cominciò a scorrerlo in senso orizzontale.

      «A volte non si può scegliere, ora lo capirete anche voi» ripeté ancora una volta, poi si disinteressò a lui e si alzò per tornare a dedicarsi a Nicole. Avanzò verso di lei puntando il coltello in direzione della sua pancia, aveva appena cominciato a calarlo quando il vetro di un lucernario andò in frantumi, attraversato da un proiettile. Schegge dai riflessi sfavillanti inondarono la stanza, una macchia rossa si allargò rapidamente sulla schiena dell’assassino togliendogli le forze. Giuda lo vide andar giù senza dire una sola parola, poi riuscì a guardare un’ultima volta Nicole, raggomitolata a terra con gli sporchi di orrore. Infine, tutto quanto si fece buio.

      L’autoambulanza che trasportava Giuda e Nicole partì veloce in direzione dell’ospedale, i curiosi cominciarono a disperdersi pigramente. Erano ancora eccitati per quello spettacolo fuori programma, lievemente pensierosi perché stavolta il cattivo di turno aveva rischiato di vincere. Alcuni si allontanavano radunati in gruppetti e si raccontavano a vicenda i momenti più intensi di tutta la storia, scambiandosi opinioni e gesticolando come al termine di una partita di football.

      Dopo aver pazientemente che il quartiere tornasse deserto e silenzioso, Sir Jonathan salì a bordo del furgone mortuario destinato a trasportare l’assassino e fece cenno all’autista di mettersi in movimento. Sedette accanto al corpo apparentemente privo di vita disteso sulla lettiga, aprì una borsa di cuoio e tirò fuori un apparecchio per monitorare le funzioni vitali. Ripose l’apparecchio e aspirò il contenuto di una boccetta con una siringa, sbottonò la camicia dell’assassino e gli praticò l’iniezione al petto, senza alcun garbo. L’uomo aprì gli occhi di scatto, come svegliandosi di soprassalto, subito dopo li socchiuse nel tentativo di mettere a fuoco.

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