Delitti Esoterici. Stefano Vignaroli

Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Delitti Esoterici - Stefano Vignaroli страница 15

Delitti Esoterici - Stefano Vignaroli

Скачать книгу

in occasione della scomparsa dei tre giornalisti, che facevano parte della redazione della rivista: Stefano Carrega, Giovanna Borelli e Dario Vuoli. Era riportato, in un riquadro, uno spezzone tratto da appunti del quaderno del Vuoli, rinvenuto all'interno della tenda abbandonata dei tre.

       Che senso ha cercare le streghe? Soprattutto, chi sono e come si riconoscono le streghe oggi? Non c'è più Inquisizione che ce le indichi. Forse esistono ancora, forse hanno solo un aspetto diverso. Nel 1587 era più facile riconoscerle: “Le vedrete mettere immagini di cera e sostanze aromatiche sotto la pala dell'altare. Ricevono la Comunione del Signore non sopra, ma sotto la lingua, perché possono così facilmente cavarsi dalla bocca il corpo di Cristo per servirsene nelle loro pratiche odiose. Inoltre ciò che distingue una strega da una peccatrice, o da una donnaccia, è la capacità di volare nella notte”...

      Già, magari verso la fine del '500 ancora la gente comune non sapeva riconoscere i trucchi e le illusioni di queste ciarlatane, e li prendeva per magia o stregoneria. Ma nel XXI secolo, andiamo! Questi tre giornalisti erano andati a cercare le streghe nel loro paese, e magari le avevano trovate! E si erano fatti rapire da loro? Ma via! Questa era tutta una montatura, ma a che scopo? Nascondere un delitto, voler far sparire le proprie tracce, o per quale altro motivo? E cosa c'entrava la setta, come diavolo si chiamava? Enomolas id ivres. Cosa poteva significare?

      Con la mente affollata da questi interrogativi, mi andai a lavare e mi ritirai nella stanza indicatami da Mauro. Le giornate erano lunghe e anche se erano quasi le nove di sera, fuori c'era ancora luce. Mi distesi sul letto senza neanche tirar giù le coperte. Mi stavo appisolando, quando sentii bussare alla porta. Era Mauro, che recava un bicchiere di carta con una bevanda fumante.

      «Non è dei migliori, è Tè del distributore automatico, ma ho pensato che poteva essere piacevole prima di coricarsi. Hai voglia di qualcosa da mangiare?»

      «No, grazie, devo ancora digerire le trofie.»

      «Beh, comunque ho una notizia per te. Il tuo cane, Furia, sarà qui al più tardi entro domani pomeriggio. Ho fatto ripulire il box in cortile, dove il tuo predecessore teneva il suo Pastore Tedesco. Penso che, per il momento, possa essere una buona sistemazione.»

      «Grazie di tutto, Mauro! Ma ora lasciami riposare. Sono molto stanca e domani dovremo affrontare un'altra giornata davvero intensa! Buonanotte.»

      Cercai nella valigia una leggera camicia da notte, mi spogliai e mi misi a letto. Mi addormentai e sognai streghe che volavano a cavallo delle loro scope, che si riunivano per invocare Satana, che partecipavano a Sabba sotto grossi alberi di noci. E poi inquisitori che le catturavano, le torturavano, le processavano e le facevano bruciare al rogo. Ma il fuoco non riusciva a consumare i loro corpi e ridevano e scherzavano, nonostante i vestiti e i capelli in fiamme. E, alla fine, le streghe si allontanavano dal luogo del supplizio, palleggiando tra loro bambini in fasce.

      CAPITOLO V

      L'indomani mi alzai di buon ora e iniziai a sistemare il mio ufficio. Verso le sette e mezzo notai che il distretto iniziava ad animarsi. Le stanze si riempivano, qualcuno si faceva un caffè al distributore, altri scherzavano e si scambiavano battute nell'attesa di dedicarsi all'attività lavorativa. Era un clima che mi ricordava gli anni di servizio trascorsi in questura ad Ancona. Iniziai a girare per i corridoi e salutare chi incontravo, erano tutti molto affabili e ricambiavano il mio saluto con un sorriso o una cordiale stretta di mano. Bene, il mio nuovo posto di lavoro non era male! Riconobbi il sovrintendente che avevo apostrofato la mattina precedente a Triora.

      «Buongiorno, sovrintendente...?»

      «D'Aloia, Dottoressa, mi chiamo Walter D'Aloia, ai suoi ordini!»

      «Bene, D'Aloia, riusciresti a procurarmi una di quelle lavagne a fogli bianchi e dei grossi pennarelli di vari colori? Ho bisogno di fare il punto sull'indagine e scrivere degli schemi mi aiuta a non perdere di vista nulla.»

      «Nel giro di qualche minuto le farò avere tutto ciò che ha chiesto.»

      «Grazie. Vi aspetto tutti alle otto in punto per le dovute presentazioni.»

      All'ora stabilita, una ventina di persone, di cui quattro donne, erano schierate avanti a me, mentre Mauro era al mio fianco e me le presentava, elencando nomi, gradi e attitudini di ognuno.

      «Un'ottima squadra!» commentai. «Io e l'ispettore Giampieri saremo molto impegnati nelle indagini sull'omicidio di Triora quindi, per quanto riguarda le normali attività, esse saranno coordinate dall'ispettore Gramaglia, che è il più anziano di voi. La sovrintendente Laura Gigli, che è un'esperta informatica, aiuterà invece noi due. Non credo che io e l'ispettore Giampieri ce la faremmo a condurre a termine da soli un'indagine che appare così complessa. Nei limiti del possibile e quando sarà il momento, mi avvarrò comunque della collaborazione di tutti voi, quindi tenetevi pronti. Ora ritornate pure alle vostre attività. Mauro, Laura! Voi no, rimanete qui con me.»

      Quando fui sola con i due, presi in mano un pennarello e cominciai a tramutare i miei ragionamenti in schemi, che via via scrivevo sul foglio bianco.

      «Da ieri abbiamo una vittima, ma credo che dovremmo partire da venti anni fa e cercare di capire come e perché alcune persone sono scomparse a Triora, mentre altre ne sono comparse. Abbiamo la sessantenne Aurora, che se ora fosse viva dovrebbe avere ottant’anni. Partì per il Nepal con una ragazza rumena, Larìs Dracu, alla fine degli anni '80, e delle due donne si perse qualsiasi traccia. Partite dall'aeroporto internazionale di Fiumicino nel giugno 1989, non c'è alcuna segnalazione di un loro rientro in Italia. Dopo qualche mese, però, comparve un'omonima ventenne, che è l'Aurora Della Rosa che abbiamo conosciuto ieri, la quale si spacciò per la presunta nipote della strega e si insediò nella sua abitazione. La differenza di età fra le due potrebbe farci credere che sia la figlia e non la nipote della vecchia Aurora, ma qualcuno in paese asserisce addirittura che la vecchia e la giovane siano la stessa persona, in quanto, nel viaggio in Nepal, la strega avrebbe trovato il modo di ringiovanire. Il primo compito per te, Laura, è quello di verificare gli archivi anagrafici di Triora. E veniamo a Larìs Dracu. Scomparsa nel nulla in Nepal? Ritornata in Romania, o presente qui a Triora? Chi è la mora dall'accento straniero che a volte accompagna Aurora al ristorante "Da Luigi"? Voglio una ricerca sui database delle persone scomparse, Laura, voglio sapere tutto ciò che c'è da sapere su Larìs.»

      In un angolo del grande foglio bianco scrissi in stampatello “AURORA” e “LARIS” e rinchiusi i due nomi in un cerchio.

      «La seconda persona scomparsa è Mariella La Rossa. Nel 1997 partì dall'Abruzzo e giunse a Triora, visitò alcuni luoghi cari alle nostre streghe, la Fontana della Noce, la Fontana di Campomavùe, la Via Dietro la Chiesa e il Lagu Degnu, si inoltrò nel bosco, in una notte di luna piena, e scomparve nel nulla. Escludendo a priori che l'abbia rapita Satana, che fine ha fatto? É rimasta nascosta per anni nei boschi di Triora? O è stata uccisa, e il suo cadavere è stato occultato da qualche parte? E che nesso c'è con il camioncino andato a fuoco, nella stessa notte, per opera di presunti teppisti? Se abbiamo una morta bruciata oggi, la stessa fine potrebbe essere stata riservata, a suo tempo, a Mariella La Rossa. L'assassino allora magari ebbe il tempo e il modo di far sparire il cadavere! Quindi un'altra ricerca sarà incentrata su questa Mariella e sul camioncino andato in fiamme dodici anni fa.»

      Scrissi i nomi “MARIELLA” e “CAMIONCINO” su un altro angolo del foglio e li cerchiai.

      «Nell'anno 2000 scomparirono nel nulla tre giornalisti, due uomini e una donna: Stefano Carrega, Dario Vuoli e Giovanna Borelli. Di loro e della loro storia abbiamo molti elementi, a giudicare dal contenuto di quello scatolone...»

      «Un momento» mi interruppe Laura. «io sono originaria di questi

Скачать книгу