Europa en su teatro. AAVV
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La mia presenza in Spagna continuò poi in estate quando, invitato al Corso della Complutense all’Escorial (17-21 luglio), sul tema La Edad Media fantástica: Los bestiarios y la Edad Media española parlai del «Fantastico biblico» e proiettai la Coena Cypriani. Là incontrai —oltre Nicasio Salvador Miguel, ideatore del Corso— Ana Vian e Pérez Priego. In quell’occasione incontrai anche una giovane studiosa, Irene Romera Pintor, italianista poliglotta che avrebbe poi frequentato i nostri convegni.
Ana Vian parlò poi al nostro XIII Convegno su Il Carnevale: dalla tradizione arcaica alla traduzione colta del Rinascimento: «Una aportación hispánica al teatro carnavalesco medieval y renacentista: las Églogas de Antruejo de Juan del Encina», e, per la prima volta il colto italianista Giulio Ferroni, studioso del teatro comico, ci intrattenne brillantemente su «Morti dal ridere e carnevali letterari». E anche, per la prima volta, il mio ex assistente e collega Tadeusz Lewicki era presente.
In ottobre poi, a Maratea, nell’Incontro sulle traduzioni, incontrai gli amici Oleza e Salvat. In quel mese ebbi la possibilità di programmare un invito a Sirera, presso l’Università Maria Assunta, a tenere un corso sul teatro medioevale spagnolo, che venne effettuato poi nell’aprile del 1990, e seguito con grande interesse.
Il 1990 fu un anno di grandi novità per il nostro «Centro Studi» per l’intensificarsi dei rapporti coi colleghi spagnoli. Infatti il XIV Convegno si svolse a Vicenza sul tema Nascita della tragedia di poesia nei Paesi Europei e lo spettacolo: la Sofonisba del Trissino venne rappresentata nello storico Teatro Olimpico. Tra i relatori italiani Renzo Cremante, il cattedratico che aveva, con i suoi studi e le raccolte di testi, surclassato il mio giovanile lavoro su Il teatro tragico italiano. Egli illustrò «L’elaborazione della grammatica tragica cinquecentesca: applicazioni intertestuali». Relazioni stimolanti anche quelle dell’illustre studioso Alfredo Hermenegildo: «Experiencias dramáticas y publicos teatrales: la tragedia española del Renacimiento», del colto specialista valenciano José Luis Canet «La evolución del estilo trágico en el Teatro Español hasta el Concilio de Trento» e di Anna Giordano «Il sentimento tragico nella Semiramis di Muzio Manfredi e nella Gran Semíramis di Cristóbal de Virués. Tecnica teatrale». L’italianista parigina Corinne Lucas Fiorato, moglie di Adelin Fiorato (cattedratico della Sorbonne Nouvelle dove mi aveva spesso invitato) —un amico che pur-troppo ci è mancato un mese fa— Corinne parlò su «Narrazione e azione nelle tragedie di G. B. Giraldi Cinzio».
La Sofonisba venne replicata a Viterbo e fra i presenti vi era il professor Santoja che in luglio avrebbe organizzato il Corso della Complutense all’Escorial (9-13 luglio), dedicato a Las literaturas fantásticas, diretto da María Kodama, la vedova del grande Borges. Vi partecipai introducendo la proiezione della Mascherata macabra e Bal do sabre.
In ottobre Sirera mi accompagnò a Elche dove Luis Quirante —ormai qualificato docente universitario— aveva organizzato il Festival Teatro y Música Medieval preceduto da un Seminario. Era il debutto di un progetto biennale realizzato in un luogo celebre per la secolare devozione religiosa celebrata con Misteri d’Elx, la suggestiva liturgia drammatico-musicale dell’Assunzione, nella grandiosa basilica di Santa Maria. Quirante, con l’appoggio della Rodríguez, allora «Directora General de Patrimonio Cultural», e delle autorità locali, delegò Oliva a coordinare il Seminario.
Il Festival, cui parteciparono gruppi di diversi paesi, destò vivo interesse così come il Seminario; vi tenni una relazione sull’ «Evoluzione del teatro religioso in Italia dal Medioevo al Rinascimento» ed ebbi la soddisfazione di assistere, nella chiesa di San Giuseppe, alla rappresentazione di Guarda bene disciplinato recitato dagli attori diretti da Luigi Tani.
Il 1991 fu un anno ricco di iniziative vicendevoli e caratterizzato da un’importante novità: lo scambio di spettacoli. Infatti, al nostro XV Convegno, sugli Sviluppi della Drammaturgia Pastorale nell’Europa del Cinque-Seicento, partecipò José Javier Rodríguez che illustrò «La imitación de Il Pastor Fido en la Comedia de Diana y Silvestro (el valor histórico de un texto olvidado)». Poco dopo a Volterra si svolse un importante convegno su Il Teatro Rinascimentale fra Italia e Spagna. Organizzato dall’ispanista Rinaldo Froldi e da Joan Oleza, riunì in quella città importanti studiosi: come Julio Alonso, José Camoens, José Luis Canet, Manuel Diago, Teresa Ferrer, Alfredo Hermenegildo, John Varey e alcuni italiani. L’incontro venne valorizzato dalla rappresentazione della Sofonisba, messa in scena dalla compagnia di Ezio Maria Caserta (che aveva debuttato a Vicenza) e dalla successiva rappresentazione de La Gran Semíramis con la prestigiosa regia di Ricard Salvat.
Il 1992 mi offrì una significativa esperienza; mentre al XVI Convegno Esperienze dello spettacolo religioso nell’Europa del Quattrocento, partecipava Ángel Chiclana Cardona con «La estructura dramática de algunos textos medievales en la lengua castellana», venni invitato da Sirera e Diago a tenere un corso per gli studenti latinisti dell’Università e potei proiettare e commentare gli spettacoli latini realizzati nei primi anni viterbesi.
Impossibilitato a intervenire al Festival di Elche, mi sostituì il regista Salvo Bitonti, che aveva allestito, per il nostro convegno, la Sacra Rappresentazione Storia di S. Onofrio, e che introdusse la proiezione.
Qui ho il dovere di ricordare l’assidua presenza ai nostri convegni romani di Irene Romera Pintor —ormai italianista affermata a Valencia— partecipava a sue spese e ci regalava una documentazione fotografica degli avvenimenti.
Il 1993 fu, soprattutto per me, un anno di gradevoli novità: dopo che al XVII Convegno su Origini della Commedia nell’Europa del Cinquecento avevano parlato Manuel F. Nieto su «La comicidad del teatro español del siglo XVI según Agustín de Rojas» e Manuel Diago di «Una adaptación española de Il Negromante de Ariosto: la comedia llamada Carmelia de Joan Timoneda», due studiosi spagnoli parteciparono al convegno internazionale su Il teatro e la Bibbia che avevo organizzato, per incarico dell’Associazione BIBLIA, a Trieste: Luis Alonso Schökel, docente di sacra scrittura al Biblico di Roma che offrì una suggestiva interpretazione su «Davide e la donna di Tekòa» e il collega valenciano Alonso Asenjo, che presentò «Assalonne ovvero Los cabellos de Absalon di Calderón de la Barca». Un buon esito, ma la novità importante per me fu l’invito inatteso che ricevetti dall’Università de la Laguna a Tenerife, nelle isole Canarie, grazie ad una segnalazione fatta da un assessore che anni prima aveva assistito a un mio corso a Valencia. Le lezioni sul teatro medioevale e le proiezioni vennero accolte con grande interesse e fui sorpreso dalle manifestazioni di simpatia dei colleghi e di quei giovani studenti di diverse culture.
Il 1994 fu un anno meno movimentato anche perché il «Centro Studi» affrontò un tema impegnativo e assente dalla vita teatrale di oggi: quello della drammaturgia dei Gesuiti. Il convegno, che venne simpaticamente ospitato nella celebre Università Gregoriana, ebbe il titolo I Gesuiti e i primordi del Teatro Barocco in Europa. Oltre ad alcuni padri gesuiti e studiosi di diversi paesi, parteciparono Josep Lluís Sirera, che analizzò «Espectáculo y adoctrinamiento: las raíces del teatro religioso de Lope de Vega» e ancora Alonso Asenjo, che descrisse «La tragedia de San Hermenegildo: encrucijada de prácticas escénicas y géneros dramáticos».
In quegli anni, il «Centro Studi», operando a Roma, mentre offriva ai relatori ospiti una gradevole opportunità, si trovava a organizzare convegni in