Europa en su teatro. AAVV

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Europa en su teatro - AAVV Parnaseo

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2004 fummo in grado di riprendere i rapporti con gli amici valenciani, quando organizzammo il XXVIII Convegno Romanzesche avventure di donne perseguitate nei drammi fra ′4 e ′500 con la rappresentazione del testo fiorentino Stella nella basilica di San Saba. Là, Teresa Ferrer affrontò un tema suggestivo «Aventuras novelescas en el teatro español de fines del siglo XVI: heroínas perseguidas en la obra de Cristóbal de Virués y Francisco Agustín Tárrega». Alejandro García Reidy scrisse un’accurata bibliografia: «La mujer perseguida en el teatro español de los siglos XV y XVI: la perspectiva de la crítica». Stella venne invitata al Festival di Elche e presentata dal musicologo e regista Alberti.

      Nel 2005, dopo una diligente ricerca su testi rinascimentali ispirati dalle guerre di religione, tema tristemente attuale ancor oggi, programmammo il XXIX Convegno Guerre di religione sulle scene del Cinque-Seicento. Fra gli studiosi che analizzarono alcuni testi significativi gli amici: Corinne Lucas Fiorato con «Tragédies des hommes de paille: Daniele Barbaro, Vincenzo Giusti, Valerio Fuligni»; Renzo Cremante «Appunti sul tema della guerra, ed in particolare del-la guerra d’Oriente, nella tragedia italiana del Cinquecento» e Giulio Ferroni «Tasso e le guerre di religione». Contributi, oltre che da Ricard Salvat «Presencias y ausencias de las guerras de religión en el teatro del Siglo de Oro», vennero dagli ispanisti Maria Grazia Profeti «Guerre di religione nel teatro aureo spagnolo: tipologie e strategie di drammatizzazione» e Michele Olivari: «La Española-Inglesa di Cervantes e i luoghi comuni della belligeranza ideologica castigliana cinquecentesca. Antefatti e premesse di una revisione radicale». Lisa Falli curò la bibliografia spagnola.

      Nel 2006 il XXX Convegno su Libidine dei potenti e angoscia dei vinti. Drammaturgia della crisi alla fine del Rinascimento, ebbe la gradita partecipazione di Sirera, che tenne una penetrante analisi «Sin esperanza y vencidos: sobre algunos personajes y algunas tragedias españolas del Quinientos» mentre Felipe Pedraza Jiménez trattava «Sexo, poder y justicia en el primer Lope: El Marqués de Mantua». La bibliografia fu redatta da Almudena García González e Rosa Sanmartín.

      Nel 2007 venne esplorato un ambito dello spettacolo medioevale assente da secoli dalla vita teatrale, tema del Convegno Umor nero. Astuzia e sarcasmo nei testi comici popolareschi dell’Europa tardomedioevale. L’amico José Luis Canet descrisse con sottile arguzia «Astucia y sarcasmo en los inicios del teatro español». María Bayarri Rossellò raccolse la «Bibliografía sobre los orígenes del teatro medieval español hasta el teatro prelopista». Ma furono i ben quattro spettacoli allestiti in due teatri romani ad attrarre l’interesse dei partecipanti e del pubblico. In particolare l’originale e sorprendente montaggio di venticinque brani di autori spagnoli del XV secolo che creavano un vario panorama comico in chiave goliardica con vivaci spunti satirici. Il testo, intitolato Per Sant Lluc, che si riferiva alla festa cinquecentesca per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Valencia, era stato felicemente assemblato da Sirera per lo spettacolo diretto da Pep Sanchis, che venne ulteriormente ravvivato da un incontro con il regista e gli attori coordinato dalla competente e appassionata Irene Romera Pintor che fu presente anche nel 2008, come relatrice al nostro XXXII Convegno Fortuna Europea della Commedia dell’Arte, quando descrisse «La impronta española en la nueva vía gozziana: Cimene Pardo, de la ‘Commedia dell’Arte’ al drama», mentre Giulio Ferroni animava un dibattito su «Tra realtà e finzione: il teatro nel teatro».

      Quell’anno, tenni a Valencia, nel mese di aprile 2008, invitato da Sirera e Anna Giordano, alla Facoltà di Filologia, un Seminario sul teatro medioevale e rinascimentale per laureati e dottorandi.

      Poi, la crisi finanziaria che coinvolse l’Europa provocò la fine dell’attività organizzativa del «Centro Studi» con la cessazione delle sovvenzioni ministeriali. Tuttavia, nel 2009 riuscimmo ad organizzare un ultimo Convegno, il XXXIII, su un tema sino allora trascurato: L’eroe sensibile. Evoluzione del teatro agiografico nel primo Seicento, e a rappresentare un testo analizzato, sessant’anni prima nella mia tesi, e ritrovato da Tadeusz Lewicki nella biblioteca dell’Università dell’Illinois: Margherita d’Antiochia.

      Con l’aiuto di Tadeusz, riuscimmo poi a pubblicare e distribuire gli Atti del Convegno cui aveva partecipato anche Francisco Florit Durán dell’Università di Murcia con «La protagonista femenina en el teatro hagiográfico de Francisco de Rojas Zorilla».

      Comunque perdurava la malinconia per il pluriennale percorso interrotto, che venne temporaneamente attutita da un inatteso invito ad un Incontro organizzato a Parigi da Corinne Lucas Fiorato e da Françoise Decroisette con la partecipazione di colleghi di tre diverse università, che riconosceva il lavoro culturale e artistico compiuto dal «Centro Studi».

      Quello che in Italia era divenuto impossibile, a Valencia invece, grazie al talento organizzativo e alla passione di Sirera e di Irene, era ancora realizzabile. Infatti, nel novembre del 2010, indissero il Simposio Internacional sul tema La mujer: de los bastidores al proscenio en el teatro del siglo XVI. Vi parteciparono illustri studiosi di diversi paesi e anche il «Centro Studi» diede il proprio contributo. Parlai di «Isabella enigmatica diva e versatile artista nella vita culturale del suo tempo»; mia sorella Mariangela dell’Università di Milano, su «Esempi di personalità femminili tra i personaggi della Commedia Italiana del Cinquecento: stereotipi allegorici o modelli di contemporaneità?» e la classicista Myriam Chiabò su «Merope: un mito, una donna»; furono invitati anche due affezionati collaboratori del «Centro Studi»: Maria Concetta Frezza e Giovanni Di Bello.

      Nel novembre 2011, Irene e gli amici valenciani Canet e Sirera, mi chiesero di presentare il volume degli Atti di quel Simposio Internacional nel corso delle Giornate internazionali Les dones escriven a l’emperador. La relació de les dones amb el poder dirette da Júlia Benavent.

      Nel 2012, a maggio, presentai ancora il volume nel corso del Seminario internazionale svoltosi a Pavia: Il teatro rinascimentale tra Italia e Spagna diretto da Renzo Cremante e Giuseppe Mazzocchi. Insieme a Irene furono invitati anche i colleghi Canet, Pérez Priego e Sirera.

      Nello stesso anno —dopo l’incontro a Pavia— in onore di Renzo Cremante, che concludeva l’insegnamento, nel 2012, Irene, infaticabile, allestì un nuovo Simposio Internacional: G. B. Giraldi Cinthio: hombre de Corte, preceptista y creador. Presenti, come sempre illustri studiosi. Fra gli italiani Renzo Bragantini, Giulio Ferroni, Enrico Malato, Susanna Villari… e fra i francesi Jean Balsamo, Christian Biet, Corinne Lucas Fiorato… Descrissi le prime rappresentazioni dell’Orbecche illustrando l’attività del poeta regista («Sulle prime rappresentazioni dell’Orbecche e Giraldi ‘corago’»). L’incontro si concluse con cordiale omaggio a Renzo Cremante che si concretizzò poi con i contributi di diversi colleghi, raccolti nel volume Filologia e critica nella modernità letteraria. Studi in onore di Renzo Cremante, fra i quali anche il mio, dal titolo scherzoso: «Incontro con un cattivo maestro. Note su Il Pedante di Francesco Belo».

      Oggi, manca fra noi Josep Lluís Sirera che, con Irene, aveva voluto questo incontro, ma egli vive nel ricordo della sua generosa e versatile personalità, della sua cultura e delle sue tante iniziative; lo ringrazio e ringrazio tutti voi, che avete dato contributi fondamentali al nostro lavoro e mi avete sostenuto e confortato con la simpatia e l’affetto.

      Ora, per concludere, finché vivo, devo guardare l’avvenire. L’avvenire è nelle mani di Dio, dice un detto italiano, in realtà per me le mani di Dio mi hanno sorretto nel passato e anche oggi e lo ringrazio. Per quanto riguarda la vita del «Centro Studi» devo informarvi che, mentre, nei mesi scorsi mi preoccupavo che il nostro fondo (non voglio definirlo «patrimonio») costituito, come sapete, dai volumi degli Atti dei Convegni, dai testi rari rappresentati, dalle registrazioni audiovisive degli spettacoli, non finisse in una discarica, improvvisamente alcuni studiosi hanno espresso il desiderio di poterlo ricevere, per un opportuno utilizzo. Quindi, oltre all’onnicomprensivo deposito esistente nell’Università Salesiana, tutelato dall’infaticabile

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