Europa en su teatro. AAVV

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Europa en su teatro - AAVV Parnaseo

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privi dell’originario rapporto con gli ambienti storicamente coevi ai testi.

      Ma proprio nel 1994, grazie all’interesse manifestato dall’assessore alla cultura della antica città di Anagni, gli spettacoli ritrovarono un quartiere medioevale, con le sue piazze, la cattedrale, il famoso Palazzo Papale e i convegni una rilevanza pubblica che quell’ambiente offriva. Inoltre, il sindaco auspicò addirittura la creazione di un Festival di spettacoli. Naturalmente ci impegnammo ad organizzarlo, invitando gruppi teatrali e musicali di diversi paesi. Avemmo come primi ospiti la Schola Antigua de Madrid che eseguì canti gregoriani e la compagnia del Teatro Universitario di Valencia che rappresentò La comedia de Amphitrion de Joan de Timoneda. Era presente anche José Monleon, nuovo direttore del Festival di Elche, con cui si stabilì un rapporto di collaborazione.

      I nuovi impegni assorbirono molte energie, così come, nel 1995, l’ideazione e organizzazione del XIX Convegno Origini della Commedia Improvvisa o dell′Arte e l’allestimento del canovaccio La pazzia di Isabella che venne rappresentata a Roma, ad Anagni e a Verona. In quell’occasione Rinaldo Froldi ricordò «I comici italiani in Spagna», mentre al II Festival venne rappresentato El Grifo y el Dragón ideato da Francesco Massip recitato dagli studenti dell’Università Rovira i Virgili, diretti da Joan Pasqual.

      Nel 1996, grazie ad un contributo della Regione Lazio proponemmo ai colleghi valenciani una settimana di relazioni e proiezioni, essi accolsero con favore la proposta. Vennero con me alcuni collaboratori, presentammo Il triduo sacro, Guarda bene disciplinato e il regista Caserta La pazzia di Isabella. Su invito di Sirera, Anna Giordano e Quirante si fece una Tavola Rotonda in cui si analizzarono le iniziative dei primi vent’anni del «Centro Studi». Partecipai anche, su invito di Joaquín Espinosa, ad ottobre, al VII Convegno degli italianisti El Teatro Italiano, presso l’Università Menéndez y Pelayo, dove presentai Aminta. Quindi, da Valencia mi trasferii con Sirera ad Elche, per il IV Festival e, al Seminario da lui diretto: Del actor medieval a nuestrosas, lessi «El arte del actor en la cultura medieval».

      Al nostro XX Convegno Tragedie popolari del Cinquecento europeo, oltre a Cremante, che illustrò «Elementi di popolarità nella tragedia del Cinquecento», María del Valle Ojeda Calvo analizzò «Reajuste del modelo trágico clásico en el ambiente teatral de la España de fines del Quinientos: a próposito del Zibaldone de Stefanello Bottarga y algunas obras de Lope de Vega». Mentre, al III Festival anagnino, César Oliva, con gli studenti della Compagnia Andrés de Claramonte, rappresentò La Dama Boba di Lope de Vega e Rosa Saragoza con musicisti, coristi e una ballerina, eseguì «Canciones de Judíos Cristianos y Musulmanes»: musiche e danze del secolo XIV.

      Nel 1997 i rapporti con i colleghi spagnoli si differenziarono: al nostro XXI Convegno su Spettacoli studenteschi nell’Europa umanistica partecipò ancora una volta Alonso Asenjo con «Panorámica del teatro estudiantil del Renacimiento español», poco dopo, César Oliva mi invitò a partecipare ad Almagro al Festival del Teatro Classico, a un Incontro con i direttori dei festivals. In quell’occasione si definì la collaborazione fra il nostro e il Festival di Elche. Infine, padre Calahorra, musicologo dell’Università di Saragozza, mi invitò alle loro Giornate del Canto gregoriano e potei presentare il video delle nostre liturgie drammatiche.

      Il 1998 comportò un notevole fruttuoso impegno con i colleghi di Elche e di Murcia. Infatti Oliva mi incaricò di tenere, nel «Centro Municipal de Exposición» di Elche, un Corso di lezioni e proiezioni su «La Commedia dell’Arte e il Rinascimento» ai numerosi attori e registi dei gruppi amatoriali che vi parteciparono attivamente. Pochi giorni dopo mi trasferii a Murcia, dove, alla Facoltà di Lettere, Oliva aveva indetto uno scambio di esperienze didattiche fra docenti «Praxis teatral y texto dramático». Parlai della «Comedia renacentista italiana» e mostrai alcuni video.

      Qualche mese dopo venne organizzato, al V Festival di Elche, il Seminario diretto da Sirera, in cui parlai dei «Caracteres religiosos y estructura dramática de la representación de La conversión de María Magdalena y de la resurrección de Lázaro» e introdussi quel testo che venne allestito nel Palazzo di Altamira da Jana Balkan, vedova del regista Caserta.

      A sua volta Oliva fu fra i protagonisti del XXII Convegno su Vita cittadina nel teatro fra Cinque e Seicento con la relazione «El escenario urbano de Lope: decorado, ficción y realidad» e con uno spettacolo che portò al nostro V Festival: Danza de la Muerte, recitato dai suoi studenti.

      Nel 1999 dedicammo il nostro impegno, nell’imminenza del Giubileo, a curare i risultati di un concorso internazionale di drammaturgia religiosa e a programmare il XXIII Convegno intitolato a Letteratura e drammaturgia dei pellegrinaggi. Assenti gli studiosi spagnoli, ma significativa la presenza al VI Festival, del gruppo aragonese di burattinai: Los Titiriteros de Binefar, vincitori, nel 1994 del Festival valenciano della Valle d’Albaida. Presentarono un sorprendente spettacolo Almogavares, che mostrava in una successione di scenari pittoreschi, le vicende guerresche di un gruppo di soldati di ventura impegnati, in diverse zone del Mediterraneo, contro i Turchi.

      Nel 2000 il XXIV Convegno trattò il tema Martiri e Santi in scena, vi partecipò l’amico Sirera che illustrò «La comedia de santos española: un puente entre el teatro medieval y el del barroco». Nel volume degli Atti del convegno, che venne pubblicato, come di regola l’anno dopo, la bibliografia spagnola sul tema fu redatta da un borsista spagnolo invitato: Latorre Romero. Al VII Festival, il gruppo madrileno «El Retablo», diretto da Paolo Vergne Quiroga, animato da attori e marionette, rappresentò Aventuras de Don Quijote. Purtroppo, nell’aprile di quell’anno morì, per una malattia incurabile, il caro Luis Quirante che, con i suoi studi e le sue iniziative, aveva dato un impulso eccezionale alle diverse sperimentazioni sul teatro e la musica medioevale. Al VI Festival di Elche, al seminario diretto da Sirera, Luis venne commemorato dai molti studiosi presenti. La mia relazione fu su «María Virgen y Madre en la dramaturgia italiana del Medioevo» e Salvo Bitonti, regista dello spettacolo del 1999 Storie di Pellegrini, lo rappresentò.

      In novembre, per il numero speciale dei Quaderns de Filologia dell’Università di Valencia, dedicato a Quirante, scrissi un «Ricordo di Luis».

      Il 2001 fu un anno movimentato, anzi traumatico. Infatti, come era avvenuto a Viterbo, dopo dieci anni di attività culturali e il successo dei Festivals, l’avvento del partito avversario della precedente Amministrazione Comunale, provocò l’imprevedibile fine delle attività del «Centro» in Anagni.

      Costretti a programmare a Roma il XXV Convegno e a trovare uno spazio per lo spettacolo, trovammo accoglienza negli ambienti dell’Istituto Nazionale di Studi Romani sull’Aventino. Tema del Convegno Satira e beffa nelle commedie europee del Rinascimento che, oltre a Giulio Ferroni, che presentò «Vittime e aggressori nella commedia del Cinquecento», ospitò l’intervento di Pérez Priego che analizzò «La sátira en las farsas de Diego Sánchez de Badajoz». La bibliografia spagnola fu a cura del borsista Juan Antonio del Barrio Álvarez.

      L’imprevisto ritorno a Roma nel 2002, ci riportò nella condizione critica del 1986 con le nostre iniziative sommerse da innumerevoli eventi, la difficoltà di trovare spazi idonei per gli spettacoli, quindi la necessità di operare in ambienti chiusi. Infatti, il XXVI Convegno su Tragedie dell’onore nell’Europa Barocca, fu ospitato nel saloncino dell’Accademia Filarmonica Romana, mentre Tradimento per l’onore di G. A. Cicognini, imitatore di autori spagnoli, fu recitato nella sala dei concerti.

      In quella circostanza, l’illustre amica Evangelina Rodríguez tenne una brillante relazione «Quando Lope quiere, Calderón también: palabra y acción en la tragedia de honra del Siglo de Oro» e sovrintese anche alla bibliografia spagnola sul tema, redatta dalla borsista Rosario Castellò Benavent.

      Al Convegno del 2003 su Eroi della poesia epica nel teatro del Cinque-Seicento

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