Moon Dance. Amy Blankenship
Чтение книги онлайн.
Читать онлайн книгу Moon Dance - Amy Blankenship страница 10
Envy fece per girare la testa per guardarlo, ma si fermò. Le sensazioni provocatele dalla sua vicinanza si erano diffuse lungo le spalle e il collo. âSono stata cattiva.â sussurrò, sentendo ancora unâondata di calore nel basso ventre. Quel tipo era pericoloso per i suoi sensi, non sapeva se girarsi e leccarlo o correre via e nascondersi.
Le labbra di Devon accennarono a un sorriso, ma lui non si mosse âQuindi te ne vai in giro a colpire i ragazzi con il taser senza motivo?â Poteva sentire la crescente eccitazione della ragazza e la cosa stava rendendo i suoi pantaloni decisamente troppo stretti.
âNo.â Envy fu felice del diversivo quando prese la penna stilografica dal portapenne davanti a sé, e cominciò a compilare la domanda. âSolo quelli che se lo meritano.â rispose, non volendo parlarne.
Devon si raddrizzò e resistette al forte desiderio di prenderla e farla sedere sulla scrivania. Al momento le stava già passando le dita tra quei capelli di seta, oltre lo schienale della sedia.
Rimase in silenzio mentre Envy compilava la domanda di lavoro e lesse da dietro, prendendo nota di ogni parola. âEnvy Sextonâ, e i club dei puma e dei vampiri erano fortunatamente assenti dalla lunga lista di locali in cui lavorava. Capì che con un paio di telefonate avrebbe potuto liberare gran parte del suo tempo, dicendo agli altri club di cancellarla dai loro turni. Non voleva condividere quella gattina selvaggia con nessun altro.
Envy completò la domanda e fece per alzarsi, ma Devon le mise una mano sulla spalla per tenerla seduta, prese subito il foglio di carta e si diresse verso la porta.
âAspetta qui, torno tra pochi minuti con una risposta.â Devon afferrò la maniglia, ma si fermò quando lei parlò.
âChi sei?â chiese Envy, domandandosi se non avrebbe dovuto consegnare la domanda al proprietario in persona, magari avrebbe potuto anche fare direttamente il colloquio.
âDevon Santos.â rispose lui, poi scomparì prima che lei potesse fermarlo.
Sapeva che Nick lo stava aspettando fuori la porta perché sentiva il suo odore. Consegnandogli il foglio, Devon lo informò âAbbiamo una nuova barista.â Aspettò che Nick leggesse il foglio, sapendo che stava controllando le stesse cose che aveva già controllato lui.
Nick aveva allontanato un vampiro e un paio di sue fan che erano entrati di nascosto nel club, rovinandogli lâumore per la serata. Odiava i vampiri e qualsiasi umano che fosse così stupido da frequentarli. Non vedendo alcun indizio che la ragazza fosse legata a loro, e sentendo lâodore dellâeccitazione di suo fratello, Nick decise di lasciare che Devon gestisse i propri affari.
Alla fine gli restituì la domanda âDille di lasciare il taser a casa.â Nick guardò suo fratello per un momento, prima di aggiungere âKat ha detto che il tipo che lei ha colpito era il suo ragazzo, e quello che lâha trascinato via in manette era suo fratello.â.
âIl suo fidanzato aveva una pistola, ho sentito lâodore.â Devon strinse le spalle, e anche i suoi occhi si strinsero âForse non era un granché come fidanzato.â.
âFaresti meglio ad andarci piano.â Nick scosse la testa, vedendo ancora più interesse negli occhi del fratello. âSe la vuoi, allora è tua responsabilità controllarla quando è qui.â Nick digrignò i denti, quando sentì lâodore di un vampiro. Senza dire nulla, si girò e scese le scale.
Envy si guardò attorno nervosamente e vide un ascensore che non aveva notato prima. Rimase perplessa nel vedere che aveva un tastierino numerico invece di un semplice pulsante. Picchiettò con la penna sulla scrivania, chiedendosi quanto a lungo avrebbe dovuto aspettare. Doveva ancora scoprire se Chad aveva davvero arrestato Trevor o se lo aveva soltanto fatto uscire dal club.
Guardò la scrivania per distrarsi un poâ. Era unâinvestigatrice nata, proprio come suo fratello, anche se lui cercava di nascondere la cosa. In realtà Chad era un grande detective, diceva a tutti di essere solo un poliziotto di quartiere, ma non era vero... era il capo della SWAT.
Alla fine diede unâocchiata al foglio che aveva preso distrattamente, era la ricevuta di un fornitore. Lesse le informazioni e il nome in calce, poi sbatté il foglio sulla scrivania. âDevon Santosâ... accidenti a lui. Era uno dei proprietari e le aveva fatto credere di essere solo un ballerino.
In quel momento si aprì la porta dellâufficio e Devon entrò. âQuando vuoi iniziare?â
*****
Nick attraversò di corsa la pista da ballo e salì le scale fino allâentrata. Aprì la porta con più forza del necessario e lanciò unâocchiataccia allâuomo che stava cercando di superare i controlli di sicurezza. Visto che quasi tutti i buttafuori erano mutanti, potevano sentire lâodore di un vampiro anche quando non câerano segni apparenti che lo fosse.
Di solito il look di un vampiro normale sembrava ispirato alla scena gothic-dark. Tuttavia, negli ultimi mesi, circa una decina di vampiri avevano cercato di entrare vestiti da uomini dâaffari o con abiti da discoteca. Per questo motivo si affidavano così tanto allâolfatto piuttosto che alle apparenze. Regola numero uno: nessun vampiro poteva passare senza il permesso del proprietario.
âCome mai è qui?â chiese Nick, cercando di sembrare professionale davanti agli umani. Lâuomo inclinò la testa e gli rivolse un sorriso che fece rivoltare lo stomaco a Nick.
âVorrei entrare.â disse Raven, dilatando le pupille mentre usava i suoi poteri su chiunque fosse suscettibile allâincantesimo di costrizione dei vampiri.
Nick lo squadrò. Il tizio aveva capelli neri con le punte colorate di rosa che gli incorniciavano il viso. Era giovane, forse non aveva neppure venticinque anni, con la pelle molto pallida e un eyeliner marcato intorno agli occhi. Le sue labbra erano colorate con un rossetto nero, in tinta con lo smalto sulle unghie.
âMi dispiace, signore...â Nick era molto vigile, osservava tutti i movimenti del vampiro. Non importava la stazza o lâetà , i vampiri erano pericolosi e non andavano sottovalutati.
âChiamami Raven.â rispose lâuomo, chiedendosi fino a che punto potesse spingersi con il giaguaro.
âMi dispiace Raven, siamo pieni.â spiegò Nick, stringendo con le dita le due pistole derringer, che teneva nella tasca della sua giacca di pelle. Le aveva caricate con pallottole dâargento riempite di acqua santa. Accennò un sorriso sadico sentendo il coltello di legno col manico dâosso che teneva legato al braccio.
âAllora perché tutte queste persone sono ancora in fila?â chiese Raven, vedendo il colore dorato iniziare ad irrompere nelle iridi del giaguaro.
Nick sorrise, ma sembrò che digrignasse i denti. âLoro hanno prenotato.â.
Gli occhi di Raven brillarono per un secondo nella penombra come se stessero risplendendo minacciosamente di un fuoco interiore. Nick scese i tre gradini dellâingresso e si mise tra Raven e la folla di umani, poi si avvicinò al suo orecchio.
âSparisci, vampiro.â sussurrò con calma glaciale, premendo la punta del suo pugnale di legno contro le