Moon Dance. Amy Blankenship

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Moon Dance - Amy Blankenship Legami Di Sangue

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sangue.

      Envy fece per girare la testa per guardarlo, ma si fermò. Le sensazioni provocatele dalla sua vicinanza si erano diffuse lungo le spalle e il collo. “Sono stata cattiva.” sussurrò, sentendo ancora un’ondata di calore nel basso ventre. Quel tipo era pericoloso per i suoi sensi, non sapeva se girarsi e leccarlo o correre via e nascondersi.

      Le labbra di Devon accennarono a un sorriso, ma lui non si mosse “Quindi te ne vai in giro a colpire i ragazzi con il taser senza motivo?” Poteva sentire la crescente eccitazione della ragazza e la cosa stava rendendo i suoi pantaloni decisamente troppo stretti.

      â€œNo.” Envy fu felice del diversivo quando prese la penna stilografica dal portapenne davanti a sé, e cominciò a compilare la domanda. “Solo quelli che se lo meritano.” rispose, non volendo parlarne.

      Devon si raddrizzò e resistette al forte desiderio di prenderla e farla sedere sulla scrivania. Al momento le stava già passando le dita tra quei capelli di seta, oltre lo schienale della sedia.

      Rimase in silenzio mentre Envy compilava la domanda di lavoro e lesse da dietro, prendendo nota di ogni parola. ‘Envy Sexton’, e i club dei puma e dei vampiri erano fortunatamente assenti dalla lunga lista di locali in cui lavorava. Capì che con un paio di telefonate avrebbe potuto liberare gran parte del suo tempo, dicendo agli altri club di cancellarla dai loro turni. Non voleva condividere quella gattina selvaggia con nessun altro.

      Envy completò la domanda e fece per alzarsi, ma Devon le mise una mano sulla spalla per tenerla seduta, prese subito il foglio di carta e si diresse verso la porta.

      â€œAspetta qui, torno tra pochi minuti con una risposta.” Devon afferrò la maniglia, ma si fermò quando lei parlò.

      â€œChi sei?” chiese Envy, domandandosi se non avrebbe dovuto consegnare la domanda al proprietario in persona, magari avrebbe potuto anche fare direttamente il colloquio.

      â€œDevon Santos.” rispose lui, poi scomparì prima che lei potesse fermarlo.

      Sapeva che Nick lo stava aspettando fuori la porta perché sentiva il suo odore. Consegnandogli il foglio, Devon lo informò “Abbiamo una nuova barista.” Aspettò che Nick leggesse il foglio, sapendo che stava controllando le stesse cose che aveva già controllato lui.

      Nick aveva allontanato un vampiro e un paio di sue fan che erano entrati di nascosto nel club, rovinandogli l’umore per la serata. Odiava i vampiri e qualsiasi umano che fosse così stupido da frequentarli. Non vedendo alcun indizio che la ragazza fosse legata a loro, e sentendo l’odore dell’eccitazione di suo fratello, Nick decise di lasciare che Devon gestisse i propri affari.

      Alla fine gli restituì la domanda “Dille di lasciare il taser a casa.” Nick guardò suo fratello per un momento, prima di aggiungere “Kat ha detto che il tipo che lei ha colpito era il suo ragazzo, e quello che l’ha trascinato via in manette era suo fratello.”.

      â€œIl suo fidanzato aveva una pistola, ho sentito l’odore.” Devon strinse le spalle, e anche i suoi occhi si strinsero “Forse non era un granché come fidanzato.”.

      â€œFaresti meglio ad andarci piano.” Nick scosse la testa, vedendo ancora più interesse negli occhi del fratello. “Se la vuoi, allora è tua responsabilità controllarla quando è qui.” Nick digrignò i denti, quando sentì l’odore di un vampiro. Senza dire nulla, si girò e scese le scale.

      Envy si guardò attorno nervosamente e vide un ascensore che non aveva notato prima. Rimase perplessa nel vedere che aveva un tastierino numerico invece di un semplice pulsante. Picchiettò con la penna sulla scrivania, chiedendosi quanto a lungo avrebbe dovuto aspettare. Doveva ancora scoprire se Chad aveva davvero arrestato Trevor o se lo aveva soltanto fatto uscire dal club.

      Guardò la scrivania per distrarsi un po’. Era un’investigatrice nata, proprio come suo fratello, anche se lui cercava di nascondere la cosa. In realtà Chad era un grande detective, diceva a tutti di essere solo un poliziotto di quartiere, ma non era vero... era il capo della SWAT.

      Alla fine diede un’occhiata al foglio che aveva preso distrattamente, era la ricevuta di un fornitore. Lesse le informazioni e il nome in calce, poi sbatté il foglio sulla scrivania. ‘Devon Santos’... accidenti a lui. Era uno dei proprietari e le aveva fatto credere di essere solo un ballerino.

      In quel momento si aprì la porta dell’ufficio e Devon entrò. “Quando vuoi iniziare?”

      *****

      Nick attraversò di corsa la pista da ballo e salì le scale fino all’entrata. Aprì la porta con più forza del necessario e lanciò un’occhiataccia all’uomo che stava cercando di superare i controlli di sicurezza. Visto che quasi tutti i buttafuori erano mutanti, potevano sentire l’odore di un vampiro anche quando non c’erano segni apparenti che lo fosse.

      Di solito il look di un vampiro normale sembrava ispirato alla scena gothic-dark. Tuttavia, negli ultimi mesi, circa una decina di vampiri avevano cercato di entrare vestiti da uomini d’affari o con abiti da discoteca. Per questo motivo si affidavano così tanto all’olfatto piuttosto che alle apparenze. Regola numero uno: nessun vampiro poteva passare senza il permesso del proprietario.

      â€œCome mai è qui?” chiese Nick, cercando di sembrare professionale davanti agli umani. L’uomo inclinò la testa e gli rivolse un sorriso che fece rivoltare lo stomaco a Nick.

      â€œVorrei entrare.” disse Raven, dilatando le pupille mentre usava i suoi poteri su chiunque fosse suscettibile all’incantesimo di costrizione dei vampiri.

      Nick lo squadrò. Il tizio aveva capelli neri con le punte colorate di rosa che gli incorniciavano il viso. Era giovane, forse non aveva neppure venticinque anni, con la pelle molto pallida e un eyeliner marcato intorno agli occhi. Le sue labbra erano colorate con un rossetto nero, in tinta con lo smalto sulle unghie.

      â€œMi dispiace, signore...” Nick era molto vigile, osservava tutti i movimenti del vampiro. Non importava la stazza o l’età, i vampiri erano pericolosi e non andavano sottovalutati.

      â€œChiamami Raven.” rispose l’uomo, chiedendosi fino a che punto potesse spingersi con il giaguaro.

      â€œMi dispiace Raven, siamo pieni.” spiegò Nick, stringendo con le dita le due pistole derringer, che teneva nella tasca della sua giacca di pelle. Le aveva caricate con pallottole d’argento riempite di acqua santa. Accennò un sorriso sadico sentendo il coltello di legno col manico d’osso che teneva legato al braccio.

      â€œAllora perché tutte queste persone sono ancora in fila?” chiese Raven, vedendo il colore dorato iniziare ad irrompere nelle iridi del giaguaro.

      Nick sorrise, ma sembrò che digrignasse i denti. “Loro hanno prenotato.”.

      Gli occhi di Raven brillarono per un secondo nella penombra come se stessero risplendendo minacciosamente di un fuoco interiore. Nick scese i tre gradini dell’ingresso e si mise tra Raven e la folla di umani, poi si avvicinò al suo orecchio.

      â€œSparisci, vampiro.” sussurrò con calma glaciale, premendo la punta del suo pugnale di legno contro le

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