Moon Dance. Amy Blankenship

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Moon Dance - Amy Blankenship Legami Di Sangue

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      Portandosi una mano all’orecchio, attraverso la ricetrasmittente quasi invisibile, Devon sentì suo fratello dire che la ragazza accanto alla gabbia aveva un taser e voleva usarlo contro quell’uomo. Guardò la pista da ballo attraverso la luce scura che illuminava i gradini e vide Nick lì, in piedi, pronto ad intervenire in caso di necessità.

      Era la voce di Warren nell’auricolare, dunque Devon immaginò che suo fratello maggiore stesse osservando tutto da una delle videocamere a visione notturna appese sotto le scale.

      Vedendo le mani di lei muoversi sul corpo dell’uomo, Devon sentì l’improvviso bisogno di staccare la testa a quel tizio, finché non vide un luccichio mentre la mano della ragazza si dirigeva verso le anche dell’uomo. Devon accennò un sorriso e decise che non era ancora il momento di intervenire.

      â€œCi penso io.” sussurrò Devon nella ricetrasmittente.

      Chad e Jason si scambiarono un sorriso, sapendo che era il momento di scendere, e si mossero verso le scale che portavano giù alla pista da ballo.

      Trevor si rese conto che neanche Envy gli aveva detto che sarebbe venuta lì, ma allora perché si sentiva così colpevole? “Ti ho chiesto che ci fai qui.” ripeté con voce ferma, mentre si strofinava su di lei. Brutta mossa. Quasi perse il filo del discorso quando quasi tutto il suo sangue defluì verso l’inguine, provocandogli un’erezione per la prima volta da quando aveva messo piede nel club.

      Envy si spinse contro il corpo di Trevor in modo seducente, così poi avrebbe potuto scostarsi molto velocemente. “Sono venuta per darti una cosa.” rispose, e sfoderò uno sguardo infuocato per distrarlo.

      â€œSpero che sia la stessa cosa che ho io per te.” disse Trevor con un gemito quando sentì la mano di Envy sulla propria erezione.

      â€œScopriamolo.” sibilò lei, premendo il taser e scattando all’indietro proprio quando lui sussultò e cadde sulle ginocchia senza emettere un suono. “Oops!” esclamò Envy e rimise subito in tasca il taser prima di girarsi e allontanarsi. L’ultima cosa che voleva era trovarsi ancora lì quando Trevor avrebbe avuto la forza per rialzarsi.

      Mentre si faceva largo nel buio attraverso la pista da ballo, qualcuno la afferrò per un braccio. Pensando che fosse suo fratello, non si preoccupò di guardare e lo seguì fiduciosa. Quando alzò lo sguardo, si aprì una piccola porta e vi fu spinta dentro.

      Envy ebbe a malapena il tempo di girarsi, prima che essa venisse chiusa a chiave. Una fioca luce si accese, svelando dei monitor e l’uomo che prima era nella gabbia. Lei aprì la bocca per parlare, ma lui la interruppe.

      â€œHo pensato che forse sarebbe meglio se vedessi cos’hai fatto al sicuro qui, in ufficio.” Devon fece un sorrisetto, indicando un monitor.

      Envy diede un’occhiata allo schermo, pensando che vedere Trevor contorcersi l’avrebbe fatta ridere... ma, invece, si sentì davvero male per lui. Le sembrò che il cuore le sprofondasse nel petto. Vedendolo soffrire fu felice che il monitor non avesse l’audio, perché era certa di non voler sapere cosa stava dicendo.

      Guardò in silenzio quando Chad e Jason apparvero tra la folla e lo aiutarono ad alzarsi da terra. Non riuscì a capire cosa stesse dicendo ma, quando Trevor spinse Chad con più forza di quella che avrebbe dovuto avere dopo una scarica simile, si preparò a correre fuori prima che uno di loro si facesse male.

      Vide il ballerino scuotere la testa come avvertimento mentre si metteva tra lei e la porta, allora Envy guardò di nuovo il monitor, sorpresa di vedere che Jason teneva fermo Trevor mentre Chad lo ammanettava.

      Sentendosi ancora più arrabbiata con se stessa per essere stata così infantile, si avviò verso la porta per dire a Chad di lasciar andare Trevor. Si sentì di nuovo afferrare per un braccio. Abbassò lo sguardo per non incrociare i suoi occhi, visto che era iniziato tutto per causa sua. Il senso di colpa si aggiunse alla rabbia e lei ritrovò il coraggio.

      â€œDopo avermi visto usare un taser, pensi davvero che sia una buona idea?” Alzò lo sguardo e cercò di non restare senza fiato dopo il contatto. Ora che poteva vederli più da vicino, i suoi occhi erano ancora più incredibili di quanto sembrassero da dietro la gabbia.

      â€œChiunque siano quei tipi faresti meglio ad aspettare che escano, prima di tornare a ballare.”. Devon la avvisò di nuovo, vedendo le fiamme nei suoi occhi. La sentì quasi infuriarsi per il desiderio di andare ad aiutare il tizio che aveva appena ferito, e lui non aveva alcuna intenzione di permetterglielo. “Come ti chiami?”

      â€œPerché vuoi saperlo?” Envy tirò via il braccio dalla sua presa. “Così i proprietari mi impediranno di tornare qui?”

      â€œNon esattamente.” Devon ringhiò minacciosamente a quel pensiero. “Ma forse vuoi conservare quel taser.” Vide Envy girarsi di nuovo verso il monitor e realizzare che la sua vittima era andata via.

      â€˜Maledizione.’ sibilò Envy mentalmente, appoggiandosi con la schiena alla porta e sentendo le vibrazioni della musica attraverso il legno. Si morse il labbro inferiore sapendo di essersi spinta troppo oltre. Ricordò l’altro motivo per cui era venuta al Moon Dance quella sera e si domandò se fosse un buon momento. ‘Perché non provarci?’ E si fece coraggio. “Sai se cercano personale?”

      Devon non riuscì a trattenere il sorriso che gli esplose sulle labbra. Cos’avrebbe dato per averla in quella gabbia per un po’ e tentare di domare il fuoco che c’era in lei. “Sei una ballerina?” le chiese speranzoso.

      Envy spalancò gli occhi, ricordandosi di quando lo aveva visto nella gabbia, e le sue cosce andarono in fiamme... ma purtroppo anche le sue guance lo fecero. “No.” sussurrò con voce un po’ troppo roca “Non ballo. Faccio la barista in altri locali della zona e volevo fare domanda qui, già che ci sono.”.

      â€œPeccato.” Devon fece un sorrisetto e aprì un cassetto della scrivania. Tirò fuori un modulo per la domanda di assunzione e glielo porse. Lei non gli aveva ancora detto il suo nome ma, compilando il modulo, avrebbe avuto tutte le informazioni che gli servivano. Inoltre, voleva essere sicuro che non avesse lavorato al Night Light.

      Stava iniziando a stancarsi della gente mandata lì a ficcanasare. Era stato Quinn a mettere fine all’amicizia tra puma e giaguari, quindi i puma potevano anche andare all’inferno per quanto gli riguardava.

      Qualcuno del Night Light aveva mandato lì l’ultima persona che avevano assunto e, adesso che era stata uccisa, i puma cercavano le risposte al Moon Dance... così come i poliziotti. Per sua immensa fortuna, l’unica sera in cui lei aveva lavorato lì, gli aveva chiesto di entrare nella gabbia con lui.

      Devon scostò la sedia dalla scrivania, sapendo che il modo più veloce per farla rimanere era darle quello che voleva. “Puoi compilarlo ora, magari avrai un nuovo lavoro entro la fine della serata.”.

      Envy si sedette, ma guardò il monitor con un’espressione accigliata. “Pensi che il proprietario mi abbia vista usare il taser?” si morse il labbro inferiore, cercando di immaginare come doveva essere apparsa la scena a chi l’avesse vista. “Vorrei davvero non averlo fatto.”.

      Devon

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