Sangue Contaminato. Amy Blankenship
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Читать онлайн книгу Sangue Contaminato - Amy Blankenship страница 12
Envy si scostò allâistante e guardò Devon quasi con rabbia âNo, mi hai promesso che non gli farai mai del male a prescindere da ogni cosa.â Il cuore le sbatteva contro il petto, non voleva vederli mai più combattere tra loro. Se uno dei due fosse rimasto ferito avrebbe odiato lâaltro, adesso ne era consapevole.
Trevor smise quasi di respirare quando la sentì prendere le sue difese. Aveva fatto promettere a Devon di non fargli del male... e Devon aveva acconsentito per la stessa ragione per cui lui non lo aveva ucciso poco fa nel cimitero.
âA proposito delle lacrime...â Envy abbassò la voce, controllando le sue emozioni â... ho sognato che uno di quei mostri ti ha preso e mi sono svegliata piangendo.â Beh... era vero anche quello.
âEra solo un sogno.â sussurrò lui e la abbracciò. Trevor chiuse gli occhi, chiedendosi se il legame che lei condivideva con entrambi le avesse provocato quel sogno così realistico. Non volendo pensarci, la fece girare sulla schiena e la guardò, prima di abbassare lentamente le labbra sulle sue.
Envy gemette e inarcò la schiena, spingendo il seno contro il suo petto. Gli avvolse le braccia intorno al collo, ma lui le prese i polsi e li bloccò sul materasso.
Le loro bocche si separarono ed Envy piegò la testa allâindietro quando le labbra di Devon iniziarono a tracciare un lungo e tortuoso percorso lungo il collo fino alle clavicole. Sorridendo per quella sensazione, gli avvolse le gambe attorno alla vita per avvicinarlo fin quando non sentì la sua erezione.
Trevor si fermò e la guardò per un attimo prima di spingersi in lei. Non gli importava di quali sembianze avesse, quello era il suo corpo ed esattamente dove voleva che fosse. Fece lâamore con lei come un uomo perso nella sua stessa follia.
Envy si morse il labbro per non gridare e svegliare suo fratello. Si aggrappò a Devon cercando di seguire il suo ritmo, ma si rese conto di non riuscire a stargli dietro stavolta. Tutto quello che poteva fare era resistere mentre lui la portava al culmine.
Trevor catturò subito le sue labbra quando lei dimenticò che non erano soli in casa, e non aveva comunque intenzione di farla arrivare così presto. Lui si trattenne in pieno controllo e non cedette finché non fu passata più di unâora.
La osservò per qualche minuto mentre dormiva, prima di darle un tenero bacio sulle labbra e scivolare giù dal letto.
*****
Warren stava iniziando a preoccuparsi, cercava lâodore di Devon da unâora. Quando prima si era allontanato da suo fratello pensava che lui lo avrebbe seguito, ma aveva ucciso altri tre demoni prima di accorgersi che Devon non era lì.
Aveva anche emesso un ringhio acuto, il segnale con cui i giaguari si tenevano in contatto, ma non ci fu un ringhio in risposta. Tornando nel punto in cui aveva visto Devon lâultima volta, Warren vide i segni della lotta ma nessuna traccia di suo fratello. Dopo alcuni minuti percepì finalmente lâodore di Devon e lo seguì fino ad una vecchia cripta.
Avvicinandosi con cautela, fiutò tutto il perimetro prima di toccare la porta. Ringhiò trovando la serratura bloccata e pensò a due possibilità , o Devon era stato portato lì da qualcuno o in qualche modo la porta si era chiusa e bloccata da sola durante la lotta.
Tornando alla sua forma umana, Warren aprì la porta staccandola dalle cerniere con uno stridio, e spalancò gli occhi quando vide Devon a terra con due demoni accanto a lui.
Devon aprì leggermente gli occhi quando la porta si spalancò, ma li richiuse subito quando la luce del mattino invase la cripta, accecandolo. Si sentiva come se avesse bevuto tutte le scorte di Heat e fosse finito in una rissa.
âChe cavolo è successo?â chiese Warren.
Devon ringhiò e si trasformò nella sua forma umana. Portandosi una mano sulla testa, si mise a sedere lentamente con lâaiuto di Warren e si guardò intorno.
âLâultima cosa che ricordo è di aver combattuto con un demone dopo che ti sei allontanato.â rispose Devon. âDevo averlo intrappolato qui dentro e lâho ucciso...â guardò le due creature e si accigliò â... li ho uccisi. Uno deve avermi colpito alla testa prima di finire k.o.â.
âPenso che abbiamo combattuto abbastanza, per oggi.â dichiarò Warren. âAbbiamo bisogno di dormire.â.
Devon annuì e si fece aiutare ad alzarsi. âFantastico, siamo nudi.â borbottò.
âCi toccherà correre.â sorrise Warren. âVuoi passeggiare lentamente e vedere quanti fischi riceviamo, o preferisci correre?â
âAl mio tre.â rispose Devon.
Quando tornarono al veicolo indossarono gli abiti di ricambio che avevano portato con sé per sicurezza.
âLasciami a casa di Chad. Envy è lì, dormo con lei.â disse Devon appoggiandosi al sedile. âAh, fammi un favore.â.
Warren lo guardò mentre guidava. âNon lo dirò a nessuno così Envy non verrà a saperlo.â.
Devon sorrise per lâincredibile capacità che aveva suo fratello maggiore di sapere sempre cosa pensava la gente, evitava lâimbarazzo a volte.
âGrazie.â disse Devon. âOdio quando si preoccupa.â.
Pochi minuti dopo, Warren si fermò davanti allâappartamento di Chad e guardò Devon. âVai a dormire e poi chiamami quando siete pronti per tornare a casa.â.
Devon scosse la testa âNon ti preoccupare, ci darà un passaggio Chad o chiamerò un taxi.â.
Warren aspettò che Devon aprisse la porta ed entrasse prima di andarsene. Non voleva dirglielo ma trovarlo in quello stato lo aveva fatto imbestialire. Il modo in cui la porta era stata bloccata dallâesterno sembrava intenzionale e si chiese se qualcuno o qualcosa lâavesse fatto di proposito. Scuotendo la testa decise di non pensarci più... era esausto.
Devon si mosse in silenzio verso la stanza di Envy. Aprì la porta e sorrise vedendo il suo viso angelico rilassato nel sonno. Togliendosi i vestiti si infilò nel letto e le si avvicinò, avvolgendole un braccio attorno alla vita.
Lei si rannicchiò nel suo abbraccio prima di rilassarsi contro il suo petto e piegare la testa allâindietro. Riprese a respirare profondamente nel sonno e Devon si rilassò. Decise di lasciarla dormire invece di svegliarla per farle sapere che era tornato... doveva ricordarsi di fare più attenzione alle sue abitudini dâora in poi.
*****
Il settimo piano dellâospedale era tranquillo, era stato un turno lungo e noioso per le infermiere che facevano i loro giri tra i vari pazienti. I respiratori artificiali emettevano un segnale acustico costante, creando un rumore di sottofondo grazie al quale il reparto