Sangue Contaminato. Amy Blankenship
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Sforzandosi, Devon girò la testa di scatto, rimanendo con il braccio staccato in bocca. Warren lasciò cadere la gamba e fece qualche passo indietro quando Devon saltò e affondò le zanne nel collo del demone.
Warren si sedette e iniziò a ripulirsi quando sentì il verso inconfondibile di un altro demone proprio dietro gli alberi. Guardando Devon che stava finendo lâaltro, decise di andare a controllare.
Devon vide Warren allontanarsi e finì la creatura prima di girarsi di scatto. Lasciando cadere la testa mozzata, guardò nella direzione in cui era andato Warren. Avevano fatto un buon lavoro di squadra e si stava divertendo da matti.
Fece pochi passi quando un altro demone scese da un albero di fronte a lui. Un ringhio profondo irruppe dalla sua gola e lui si accucciò a terra, preparandosi a saltare. I suoi occhi felini si strinsero quando notò che il demone sembrava molto agitato.
Si guardarono a vicenda prima che la creatura si accucciasse imitando il giaguaro. Devon ringhiò e saltò verso il demone, intenzionato a finirlo subito. La creatura saltò nello stesso istante e i due si scontrarono a mezzâaria.
Devon scattò gli artigli verso la creatura ma la mancò, mentre il colpo diretto a lui lo prese in pieno alla testa. Il demone atterrò illeso a quattro zampe mentre Devon, privo di sensi, atterrò con un duro tonfo.
La creatura sibilò con aria vittoriosa, si avvicinò al giaguaro e lo prese per una zampa. Trascinandolo attraverso il cimitero, la creatura raggiunse una piccola cripta e, aprendo la porta, portò dentro il giaguaro prima di uscire, fermandosi a guardarlo per un attimo.
Inclinò la testa di lato come se stesse pensando al modo migliore per uccidere la sua preda ma poi uscì dalla cripta. La creatura tornò poco dopo, trascinando sullâerba umida due dei suoi fratelli morti. Lasciandoli accanto al giaguaro, uscì di nuovo e chiuse la porta, bloccando la serratura.
Senza guardarsi indietro, il demone corse a tutta velocità attraverso il cimitero, evitando i cacciatori di demoni sparsi in tutta la zona. Proseguendo lungo una strada secondaria, si fermò e sembrò che facesse un profondo respiro prima di iniziare a trasformarsi.
Nel giro di pochi secondi la creatura svanì e al suo posto apparve Trevor.
Roteando il collo e le spalle, si abbassò per raccogliere i vestiti che si era tolto prima e tornò con calma alla sua auto. Era tornato e aveva parcheggiato lì prima di rientrare nel cimitero con la scusa di controllare i progressi dei combattimenti. Una volta lontano dalla sua auto si era trasformato in una creatura viscida e aveva messo in atto il suo piano. Ora tutto quello che doveva fare era vestirsi e portare a termine la sua missione personale.
Trevor si passò le dita tra i capelli... non gli piaceva quello che aveva fatto, ma ciò non gli impedì di sorridere. Quando Evey aprì la portiera si avvicinò, poi si fermò quando la sentì fischiare.
Guardando il proprio corpo nudo si chiese a cosa accidenti stesse pensando Ren quando aveva dato a Evey una personalità umana. Era un bene che lâauto non sapesse cosâaveva fatto, altrimenti sarebbe finito nella merda.
âChe magnifico esemplare...â disse Evey.
âOh, ti prego.â ringhiò Trevor, e si vestì rapidamente. Si affrettò, sapendo che avrebbe avuto solo un paio dâore prima che Devon si svegliasse. Doveva sbrigarsi se voleva portare a termine il suo piano.
Era rimasto in silenzio mentre guidava verso un altro luogo appartato. Si fermò e rimase seduto per qualche minuto con gli occhi chiusi, chiedendosi se stesse facendo la cosa giusta.
âVa tutto bene, Trevor?â chiese Evey.
âSì, sto bene.â disse Trevor. âHo bisogno che tu faccia una cosa molto importante per me. Ho una missione segreta da portare a termine, nessun altro del PIT deve saperlo... è top secret.â Si sentì rimpicciolire per quello che stava per dire âStorm non vuole che vengano presentati rapporti a riguardo e non puoi dirlo a nessuno.â.
Evey rimase in silenzio per un attimo âQuanto tempo starai via?â gli chiese.
âSolo un paio dâore.â rispose Trevor. âNon ci metterò molto.â.
âFaâ attenzione.â disse Evey, poi i fari si spensero.
Trevor scese dalla macchina e iniziò a camminare lungo la strada. Quando fu lontano dalla vista di Evey si trasformò di nuovo, questa volta in Devon Santos, e corse verso casa di Chad. Entrando con la chiave di riserva che Envy aveva dimenticato di farsi restituire, si fece strada nellâappartamento silenzioso.
Sapeva che Chad stava dormendo superò la stanza dellâamico, diretto verso quella di Envy. Aprendo la porta, entrò e guardò la ragazza. La sua espressione si rattristò quando sentì lâodore delle sue lacrime nella stanza. Si sentiva male per averla fatta piangere, ma stava gestendo la sua gelosia nel miglior modo possibile.
Quando era tornato al cimitero câera stato un momento in cui aveva pensato di uccidere Devon. Senza il giaguaro sarebbe stato lui la consolazione di Envy? Si era sforzato per scacciare via quel pensiero allettante, ma rimase sconvolto dalla velocità con cui gli venne in mente Non avrebbe mai potuto ferire Envy in quel modo ed era spaventato per averlo preso in considerazione anche solo per un attimo. Dâaltra parte, vederla innamorata di un altro uomo o affranta per la sua morte sarebbe stato doloroso comunque. Anche se gli faceva male, Trevor sapeva che Envy amava entrambi... non le aveva mentito quando glielo aveva detto qualche ora prima.
Muovendosi in silenzio, Trevor si tolse lentamente i vestiti e sâinfilò nel letto con Envy. Se era questo ciò che doveva fare per avere pochi attimi da solo con lei allora... poi improvvisamente interruppe quel pensiero. Era dâaccordo sul fatto che in amore e in guerra non ci sono regole, e adesso si sentiva in mezzo alle due cose.
Envy sentì un movimento sul materasso dietro di lei e si girò subito verso Devon, stringendolo forte e nascondendo il viso sul suo petto. Aveva pensato soltanto a Trevor nellâultima ora e si sentiva in colpa per questo.
Vedendo il PIT in azione si era resa conto che Trevor le aveva nascosto dei segreti perché non aveva scelta. Era stata così insensibile da lasciarlo per colpa di qualcosa che non dipendeva da lui, lo aveva addirittura aggredito con il taser. Come aveva potuto essere così crudele?
Adesso lui soffriva per colpa sua e lei non lo avrebbe di certo punito... poteva almeno provare ad essere di nuovo sua amica e magari il suo cuore sarebbe guarito. Strofinò la testa contro la mano di Devon quando lui le accarezzò i capelli.
âSei tornato.â sussurrò, augurandosi che il peso nel suo petto svanisse.
âCosa câè, Envy?â chiese lui.
âNiente.â Envy mentì e si scostò per sorridergli.
âAllora perché hai pianto?â Lui vide Envy accigliarsi confusa. Prima che lei potesse negarlo le ricordò âPosso sentire lâodore delle tue lacrime. Non puoi nascondermi i tuoi stati dâanimo.â Doveva sapere se avrebbe raccontato a Devon quello che era successo quando lâaveva portata lì.