Sangue Contaminato. Amy Blankenship

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Sangue Contaminato - Amy Blankenship Legami Di Sangue

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era diversa dagli altri... voleva liberarlo, non controllarlo.

      Guardando la donna, non fu necessario chiedersi perché non aveva alcun effetto su di lui. La sua anima era ancora intrappolata nella tomba e con essa anche la maggior parte delle sue emozioni. Non sentiva alcun bisogno di essere amato o odiato, né tanto meno desiderava qualcuno.

      Prendendo lo shampoo dalla mensola nell’angolo, le accarezzò delicatamente i lunghi capelli argentati, facendoli scivolare tra le proprie dita. Non c’era motivo per avere fretta, si prese tutto il tempo necessario per lavarla. Era passato molto tempo da quando aveva toccato qualcuno senza cattive intenzioni.

      Quando ebbe inalato abbastanza il suo profumo, la lavò e svuotò la vasca. Avvolgendole alcuni asciugamani intorno al corpo e ai capelli, tornò in camera e la adagiò sul letto. Aveva fatto quello che poteva per lei. Visto che durante il bagno non si era svegliata, lui capì che era caduta in un sonno molto profondo e probabilmente sarebbe durato per un po’. Senza la giusta protezione, questa guerra sarebbe stata la fine per lei.

      Togliendole l’asciugamano dai capelli, Falco Notturno le sollevò il busto e con le dita le sfiorò la ferita che aveva sentito dietro la nuca mentre le lavava i capelli. Durante la sua prima vita era stato una sorta di guaritore, uno sciamano, perciò sapeva che non era una ferita grave.

      Lasciò che la propria mente s’inoltrasse in profondità dentro di lei, cercando di capire se c’era un altro motivo per cui lei desiderasse continuare a dormire... abbandonando questo mondo per un po’. Lei non aveva mai interrotto il legame mentale che aveva stabilito con lui nel primo cimitero e ciò gli permise di usare quel legame su di lei. In passato, quando un negromante stabiliva una connessione con lui gli sembrava di soffocare. Lei, invece, sembrava porgergli e stringergli la mano.

      Anche nel sonno, percepiva la sua fame ardente... il lato della sua personalità che non apparteneva alla linea di sangue di Craven. Lei la stava tenendo sepolta dentro di sé, cercando di ignorarne il richiamo. La fame si stava manifestando per accelerare le sue naturali abilità di guarigione. Quella era l’unica cosa che l’Indiano non poteva fare poiché lei era traeva energia dalle anime e lui, al momento, non ne aveva una. Era un bene che dormisse ora, anche se era un modo più lento per guarire.

      Falco Notturno sfiorò con le dita la sua guancia morbida laddove Nile l’aveva colpita lasciando un livido scuro. Craven aveva detto che la carezza di un amante poteva guarirla. Bisognava avere un’anima per amare qualcuno? Immaginò di sì perché non provava quel sentimento da quando era morto. Il più delle volte doveva sforzarsi per provare qualsiasi emozione al di là dell’intenso torpore.

      Riadagiandola delicatamente sul cuscino, Falco Notturno si raddrizzò e guardò dietro di sé verso l’anima che lo aveva seguito da quando era tornato a casa.

      â€œTu sei sua... vero?”

      Carley sussultò sorpresa, non si era accorta che l’Indiano l’aveva vista dall’inizio. Strinse gli occhi su di lui. L’aveva semplicemente ignorata mentre lei gli inveiva contro... che idiota. L’espressione di Carley si ammorbidì... aveva smesso di urlare dopo un po’, entrando in confusione dopo averlo visto prendersi così tanta cura di Tiara.

      Lei si avvicinò lentamente, fermandosi accanto a Tiara come per sedersi sul bordo del materasso. Non aveva senso nascondersi... lui non poteva farle male neanche se avesse voluto, e lei dubitava che sarebbe successo.

      â€œQualcuno potrebbe pensare che io le appartengo... ma non è così.” rispose Carley sinceramente mentre allungava la mano, e la fece scorrere sui lunghi capelli puliti di Tiara, immaginando come sarebbe stata la sensazione a quel tocco se fosse stata ancora viva. Non era morta da molto tempo per dimenticare la sensazione del tatto.

      â€œAllora perché l’hai seguita?” le chiese.

      Carley lo guardò e alzò il mento in segno di sfida “Lei è mia amica... devo sapere che è al sicuro.”.

      Falco Notturno annuì, rispettando la sua risposta. “E la magia di Craven non ti tocca nemmeno se sei tra le sue mura?”

      Sembrava una domanda importante per l’Indiano, così Carley scosse la testa e guardò la sua amica “Grazie a Tiara la negromanzia non può più toccarmi né controllarmi. La adoro per questo, quindi ti prego, non farle del male.”.

      Falco Notturno sentì il petto gonfiarsi per la speranza. L’emozione scomparve rapidamente ma bastò un assaggio per fargliene desiderare ancora. Era l’unica cosa che avesse mai desiderato... non essere mai più chiamato agli ordini da un demone.

      â€œNon abbiamo alcuna intenzione di farle del male. È stato un suo desiderio venire con noi, così abbiamo onorato la sua richiesta. Se non mi credi allora sei libera di restare fino al suo risveglio per chiederlo direttamente a lei.” Lui diceva sempre la verità... era l’unica caratteristica che aveva conservato dalla sua vita terrena.

      â€œAllora chi l’ha ferita?” chiese Carley sapendo che non era stato lui, tuttavia quei lividi in via di guarigione rivelavano cattive intenzioni.

      â€œÃˆ stato il demone con cui stava combattendo al cimitero. Craven l’ha salvata da lui.” rispose Falco Notturno sedendosi accanto alla finestra, dove il sole poteva toccarlo. Quella era una delle poche stanze della casa in cui le finestre non erano state dipinte di nero. Falco Notturno cercò di ricordare se gli fosse mai piaciuta la luce del sole... immaginò di sì.

      Carley si accigliò quando lui si girò verso la finestra come per abbandonare la conversazione. “E Craven sarebbe il demone che era con te? Lo stesso uomo che ha circondato questa casa di così tanti mostri? Sinceramente non credo che Tiara approverebbe.”.

      Allungò una mano e la mise su quella di Tiara, anche se essa vi passò attraverso. “E perché avrebbe lasciato noi, i suoi amici, per stare con un demone?”

      â€œLei e Craven sono parenti. Craven è suo zio ma, nella sua mente, la figlia di suo fratello è anche sua. Ecco perché non le farà del male. Non è prigioniera e non sarà costretta a restare. Quando sarà guarita deciderà... se andrà via io la seguirò come suo protettore.”.

      â€œE perché lo faresti?” chiese Carley. Era Craven lo zio... non l’Indiano. “Te l’ha ordinato lui?”

      â€œNo, adesso sono fuori dal controllo di Craven.” rispose lui senza voltarsi a guardarla. “Io sono una creatura della notte e lei è l’unica che può restituirmi la mia anima.”.

      Carley spalancò la bocca... una creatura della notte? Quella sì che era una magia potente. Ripensò ai miti e alle leggende che aveva studiato, e persino in quegli antichi scritti se ne parlava raramente.

      Da quello che ricordava, una creatura della notte era un essere umano che possedeva poteri mistici durante la sua vita terrena e che era stato risuscitato come uno zombie da un potente mago. Ma quello era solo il primo passo per diventare una creatura della notte pienamente sviluppata.

      A differenza della maggior parte degli zombie, esse possono usare il loro potere per riacquisire la mente e il cuore che avevano un tempo. Si diceva che non avevano un’anima, ma lei non ricordava quali poteri possedesse una creatura del genere o se ci fosse un

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