La Tresca Perfetta. Блейк Пирс

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La Tresca Perfetta - Блейк Пирс Un thriller psychologique avec Jessie Hunt

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i detective sono d’accordo?” chiese Jessie incredula.

      “Da quello che ho capito non sono neanche sul posto ancora. È stato l’agente senior a dare l’ordine.”

      “Cosa?” chiese Jessie a bocca aperta. “Questo comprometterà del tutto la scena del crimine. Possiamo impedirglielo?”

      “È per questo che ho detto che dovevamo andare via subito,” rispose Ryan. “Cathy Bla-bla ha detto che il medico legale stava tentando di rallentare il processo, ma abbiamo circa dieci minuti prima che si ritrovi con nessun’altra scelta se non quella di insaccare il corpo.”

      “Quanto distanti siamo?” chiese Jessie.

      “Non molto,” disse Ryan mentre svoltava in una strada residenziale illuminata da lampeggianti. “È quell’edificio a metà del quartiere.”

      Parcheggiarono un paio di porte prima e uscirono. Affrettandosi, Jessie non poté fare a meno di notare che, nonostante le luci, non c’erano poi tanti veicoli quanti se ne sarebbe aspettati. C’era il furgoncino del medico legale, un’ambulanza e due auto della polizia. Di solito sulla scena di un delitto si sarebbero viste almeno il doppio di aiuto delle forze dell’ordine.

      Mentre si avvicinavano all’edificio, l’unico agente fuori dall’ingresso li guardò sospettoso. Ryan mostrò il suo badge.

      “Qual è la storia, agente?” chiese all’uomo.

      Considerato il tempo limitato, Jessie fu sorpresa che Ryan si fermasse a parlare. Il giovane agente afro-americano, che non poteva avere più di venticinque anni, aveva un’espressione nervosa. La targhetta con il suo nome diceva Burnside.

      “Signore,” rispose il giovane, la voce leggermente tremante, “abbiamo una donna caucasica, diciassette anni, numerose pugnalate al petto e all’addome. È stata trovata sul letto dalla compagna d’appartamento.”

      “I detective dell’ufficio della Valley sono sulla scena?” chiese Ryan.

      “No, signore.”

      “Chi è il responsabile, allora?”

      “Sarebbe il mio capo, il sergente Costabile, della stazione di Van Nuys,” rispose l’agente indicando a destra. “È dentro. Appartamento 116.”

      “Grazie,” disse Ryan senza tante cerimonie, facendo una leggera smorfia mentre entrava con Jessie subito dietro di lui.

      “Conosci Costabile?” gli chiese lei mentre allungava il passo per seguirlo.

      “Solo di reputazione,” disse Ryan. “Hank Costabile non è solo vecchia scuola. È antico. E da quello che sento è un pitbull.”

      “I pitbull in realtà sono piacevoli di natura,” disse Jessie, un po’ indignata.

      “Sono d’accordo,” disse Ryan. “Ma hai capito quello che intendo. Ha la fama di essere… difficile. Potrebbe essere una brutta scena, quindi preparati.”

      “Cosa significa?” gli chiese Jessie.

      Ma prima che Ryan potesse rispondere, avevano raggiunto la porta. Un agente corpulento di nome Lester si trovava subito fuori dall’appartamento circoscritto dal nastro. Sembrava sospettoso come l’agente all’esterno, ma meno nervoso. Jessie osservò che Ryan non mostrò il badge questa volta.

      “Quest’area è off-limits,” disse bruscamente l’agente Lester. “Affari di polizia. L’agente là fuori dovrebbe avervelo detto.”

      “Ah sì?” sussurrò Ryan con tono curioso e per niente da detective. “Cos’è successo? A me lo puoi dire.”

      “Non ho il permesso di dirlo,” disse bruscamente Lester. “È un residente di questo edificio, signore? Perché non possiamo permettere ai civili si girovagare attorno a una scena del crimine.”

      “Oh no, non vorremmo mai,” confermò Ryan con tono finto e viscido. “Sarebbe quasi peggio che rimuovere il corpo del cadavere prima che i detective incaricati avessero la possibilità di valutare la scena. Dico bene?”

      L’agente socchiuse gli occhi di fronte a quella domanda, non del tutto consapevole che stava accadendo qualcosa di insolito.

      “Chi è lei, signore?” gli chiese, il tono brusco ora velato da un accenno di preoccupazione.

      “Di sicuro non un detective dell’ufficio della Valley,” disse Ryan, la voce tonante.

      “Signore…” iniziò a dire l’agente, chiaramente intimidito.

      “Va tutto bene, Lester,” disse un uomo calvo e tarchiato che apparve alle sue spalle. “Non sai chi è? È il famoso detective Ryan Hernandez della Stazione Centrale. Puoi lasciarlo entrare, ma assicurati di farti firmare l’autografo prima che se ne vada.”

      “Il sergente Costabile, presumo?” chiese Ryan inarcando le sopracciglia.

      “Giusto,” disse Costabile con un sorrisino beffardo. “A cosa dobbiamo l’onore della sua presenza, detective? Deve mostrare alla sua bella signora dalle gambe lunghe come vive l’altra metà qui nella Valley?”

      “La mia bella signora dalle gambe lunghe è in realtà la profiler criminale Jessie Hunt. Sa, quella che cattura i serial killer con tanta frequenza quanto lei si becca le malattie veneree.”

      Ci fu un lungo e imbarazzante silenzio in cui Jessie pensò che Costabile potesse tirare fuori la pistola e sparare a Ryan. Il ghigno odioso dell’uomo svanì e fu sostituito da un cipiglio furioso. Dopo quella che parve un’eternità, il sergente fece una sonora e forzata risata.

      “Immagino di essermelo meritato,” disse, guardando Jessie e non apparendo per niente umiliato. “È stato maleducato da parte mia mostrare una così scarsa considerazione di lei, signorina Hunt. La sua reputazione la precede. Posso solo immaginare di cosa ci abbia graziato la lotteria delle forze dell’ordine concedendoci la presenza del suo singolare genio qui questa sera. La prego, mi dica, cosa vi porta qui?”

      Jessie avrebbe voluto disperatamente rispondere alla canzonatura con una battuta a tono, ma non voleva disturbare il piano che chiaramente Ryan aveva in mente, qualsiasi esso fosse. Quindi ricacciò indietro il suo disprezzo.

      “Temo di non poter essere completamente diretta,” disse con tono dispiaciuto. “Ma lascerò che sia il detective Hernandez a condividere quello che può.”

      “Grazie, signorina Hunt,” disse Ryan, riprendendo subito la parola. “Eravamo per caso nella zona, a concluder un interrogatorio, quando abbiamo ricevuto l’allarme di questo caso. Sembra poter essere parte di uno schema che stiamo indagando e abbiamo pensato di dare un’occhiata di persona.”

      “Pensate che sia collegato a un caso a cui state lavorando?” chiese Costabile incredulo.

      “È possibile,” rispose Ryan. “Dovremo vedere il corpo per poter trarre delle sicure conclusioni. Ovviamente non vogliamo pestare i piedi dei detective già assegnati al caso. Chi potrebbero essere?”

      Costabile fissò Ryan, incassando il suo tono di sfida. Era chiaro che Ryan sapeva che non c’erano ancora dei detective sulla scena. Costabile sembrava dibattuto se rispondere seriamente alla domanda o fare riferimento a quella che era sottesa tra le righe, vale a dire cosa esattamente stesse succedendo lì.

      “Il

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