La Spia. Juan Moisés De La Serna
Чтение книги онлайн.
Читать онлайн книгу La Spia - Juan Moisés De La Serna страница 4
– Un regalo? – mi chiese stupito.
– Sì, un regalo del Creatore.
Il capitano perplesso, dopo aver fatto una pausa, disse:
– Non importa, sono sicuro che farai un servizio migliore in Pennsylvania, dove ti prepareranno per fare qualcosa di importante.
– E i miei genitori? Che posso dirgli? – risposi sorpreso e sconcertato dalle sue parole.
– Non preoccuparti, l’esercito si prenderà cura della tua famiglia in tua assenza, è questo che volevi, giusto?
– Sì, in effetti siamo appena arrivati, e i miei genitori non conoscono la lingua, e anche se alcuni nostri amici li aiutano come possono, non hanno ancora trovato lavoro.
– Stai tranquillo, verranno pagati puntualmente ogni mese, ma devi fare la tua parte.
– Certo, sarò il migliore! Non la deluderò! Ma, perché sto andando in Pennsylvania?
– Avrai il tempo di scoprirlo, tutto quello che posso dirti al momento è di rendere i tuoi genitori fieri di te!
Sono state le sue ultime parole, o ordini, non ne sono sicuro! Il giorno dopo, due soldati arrivarono nella mia baracca, dove dormivo con il mio plotone e mi fecero uscire dalla base dove stavo facendo addestramento, verso una destinazione incerta.
Caspita! Che stranezza! Posso quasi sentire il sapore della sabbia sulla strada che sollevava la jeep, mentre ci avvicinavamo a quella base militare.
Era una giornata particolarmente calda, ma l’eccitazione del momento mi impediva di pensare a qualcosa di diverso che non fosse scoprire come potevo usare le mie doti.
Lo ricordo quasi come se lo stessi rivivendo ora, eppure non riesco a ricordare il nome della base.
Sono sicuro che dopo tre anni di addestramento lì lo dovrei sapere senza esitazione, ma il passare del tempo cancella ciò che vuole e senza preavviso.
Anche se i nomi più familiari si stavano dissolvendo dalla mia memoria, già da tempo avevo ideato il sistema di scrivere tutti i nomi, le date e gli eventi importanti della mia vita, e di tanto in tanto, mi mettevo di fronte a un foglio bianco e cercavo di trascrivere tutto ciò che ricordavo.
Era un gioco da ragazzi all’inizio, come potevo non ricordare il nome dei miei nipoti? O la data del mio matrimonio? Ma col tempo e con mia grande costernazione, il foglio bianco che stavo cercando di riempire restava sempre più vuoto fino a quando un giorno dimenticai anche dove tenevo la lista che conteneva le date, i nomi e gli eventi che non avrei mai pensato di poter dimenticare.
Ricordo ancora quando comprammo quel tostapane sopra la cucina, e come io e mia moglie avevamo litigato per il colore. Lo voleva giallo limone, e io lo preferivo color argento.
Alla fine, come in tutte le cose, ho ceduto alla sua decisione, in realtà le nostre dispute se si possono definire così, sono state per cose insignificanti nella maggior parte delle occasioni, allora perché non arrendersi? E in fondo, che importanza aveva il colore del tostapane?
Preferiva avere tutto fatto a modo suo anche se non ero convinto di quei colori vistosi, ma lei diceva sempre che “è così che si rende allegra l’atmosfera”.
D’altra parte, ora, non riesco a ricordare quando ha smesso di funzionare, se è stato danneggiato o perché non lo usi più, per me è solo un impiccio in più, come molte di quelle che trovo in giro per casa, cose delle quali ignoro perfino la funzione.
A volte apro i cassetti per vedere cosa c’è dentro e trovo di tutto, pentole in alcuni, attrezzi in altri, scatole vuote in quello dopo, non sapevo che avessimo accumulato così tanto materiale che ora è inutile.
In uno dei cassetti ho trovato una cassetta degli attrezzi, ma se non ho mai cambiato una lampadina perché dovrei volerla adesso? Malgrado me lo chieda, e dopo qualche istante passato a guardarla cercando di ricordare se fosse mai stata usata, semplicemente richiudo il cassetto.
Mia moglie, quanto mi manca! Se solo sapessi dove si trova, sono sicuro che sia in cielo, ma il cielo è così lontano!
Non ho dubbi che se qualcuno si merita il riposo quella è lei, sempre così disposta ad aiutare gli altri in tutto ciò di cui avevano bisogno, e lo faceva con un grande sorriso e senza lamentarsi.
Non si è nemmeno lamentata delle molte ore di solitudine che ha passato, mentre io ero rinchiuso nel mio ufficio a lavorare o dei viaggi che mi allontanavano per settimane.
Ogni volta che tornavo, trovavo un bel sorriso ad aspettarmi e una voce calda che mi chiedeva come era andato il viaggio, malgrado sapesse che non potevo dire nulla in relazione al mio lavoro.
A volte mi alzo e dopo essermi lavato e fatto i miei esercizi, mi siedo al tavolo da pranzo, e aspetto, e aspetto, non so quanto tempo passi fino a quando mi rendo conto che mia moglie non è qui, e che non mi porterà la colazione, quindi sento una grande nostalgia, e non ho quasi voglia di alzarmi per prepararmelo da solo.
A dire il vero, non sono mai stato un amante della cucina, perché non sono mai stato bravo a cucinare o friggere, solo quando non avevo scelta aiutavo in quello che mi chiedeva, soprattutto durante le feste, dal momento che si aggiungevano così tante persone che mia moglie a mala pena riusciva a preparare tutto.
Mi interessava di più preparare la tavolo e pulire alla fine del pasto e andare a fare la spesa quando non la consegnavano a domicilio, ma poco di più.
D’altra parte, da quando se n’è andata, nonostante abbia resistito all’inizio considerandolo “il suo territorio”, ora ho la sensazione di passare la mia vita in cucina.
Non avevo davvero compreso tutto il lavoro che comporta la cucina e le ore che occupa, e resto con il rimpianto di sapere che quelle cose erano sue, e che ora non le userà mai più.
Molte volte… restavo in silenzio, in attesa di sentire qualcosa, forse un rumore in cucina, come succedeva mentre preparava la cena, magari sentirla cantare mentre si occupava delle sue piante… beh, non so esattamente cosa sto facendo, ma mi manca molto, questo mi è chiaro.
Anche quando tornai alla mia vita civile, continuavo a essere in contatto con i miei ex colleghi, preoccupato di essere aggiornato su tutto ciò che avveniva fuori dalla mia zona, nonostante ciò e le molte ore che ho dedicato allo studio nella mia vita, il tempo sembra non avere avuto pietà di me.
Tuttavia, la lista di persone con cui mi tengo in contatto è sempre più corta, dal momento che alcuni si sono trasferiti lontano, e ci sono anche coloro che non vogliono più sapere nulla su questi problemi di governo.
È vero anche che altri sono venuti a mancare e devo essere grato per questo, perché almeno posso contare su un altro giorno di vita, ma ho perso da tempo il conto di quanti ne ho guadagnati, infatti se non fosse per quel quaderno che ho sempre con me, non saprei nemmeno in quale anno sono nato.
In questo piccolo quaderno ho scritto i dati più importanti, il mio nome, il mio indirizzo, la data di nascita, quali sono le cose che dovrei fare di giorno, chi chiamare se ho qualche problema…
Sebbene non sappia perché, ci sono sempre meno numeri rimasti in quella lista, dal momento che molti sono cancellati, suppongo che la persona abbia cambiato