Il Guerriero Depravato. Brenda Trim

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Il Guerriero Depravato - Brenda Trim

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qualcuno emergere dallo specchio d’acqua.

      Kyran. L’uomo era una vista altrettanto magnifica. Rispecchiava la definizione di un Dio, se ne fosse esistita una. Era senza vestiti, quindi Mackendra poté apprezzare la possanza dei muscoli di lui, che le faceva venire l’acquolina in bocca. I capezzoli turgidi di lui attirarono l’attenzione della ragazza. Si dimenticò di tutti i motivi per cui non avrebbe dovuto bramarlo, e il corpo di Mackendra si fece sempre più voglioso. Indubbiamente Kyran tirava fuori il lato più selvaggio di lei.

      I due si guardarono negli occhi per qualche secondo. Mackendra si accorse che Kyran dilatò le narici, e gli occhi di lui presero a brillare in modo vivido. Come ipnotizzata, Mackendra raggiunse la battigia. Kyran non distolse lo sguardo dal corpo di lei nemmeno per un secondo, il che la eccitava. Si fermò sulla banchina e lasciò cadere lo zaino senza esitare, poi si tolse gli stivali. L’uomo sgranò gli occhi quando la ragazza si portò le dita al bottone dei jeans. Kyran sentì le spalle farsi tese quando la udì abbassarsi la zip. L’espressione sul volto di lui le fece aumentare improvvisamente l’autostima, e si tolse immediatamente i pantaloni prima di abbandonarli accanto agli stivali.

      “Togliti tutto” l’ordine che le impartì non diede spazio all’esitazione.

      Sorrise nel portarsi il top sopra la testa e si immerse nell'acqua con addosso il reggiseno e le mutandine prima di nuotare verso di lui.

      “Ti ho detto di toglierti tutto” ringhiò Kyran.

      “Nessuno mi dice cosa fare. Devo lavare questi vestiti” era sua intenzione tentare il vampiro, ma sapeva che non era il caso di denudarsi in sua presenza. Per quanto fosse sottile l’intimo che aveva addosso, le serviva la barriera che esso costituiva. Quando abbassò lo sguardo sull'acqua trasparente non si sorprese del fatto che Kyran fosse completamente nudo. Mackendra si rese conto che non erano solamente i muscoli di Kyran a essere possenti, anche il suo membro era lungo e molto duro.

      “Su una cosa ti sbagli, Mackendra. Tu obbedirai ai miei ordini” la informò quando le girò attorno per slacciarle il reggiseno. La ragazza era scioccata dall’intraprendenza di lui, e voleva urlargli contro, eppure non fu in grado di pronunciare nemmeno una parola. Non oppose nemmeno resistenza fisica, il che gli diede modo di toglierle velocemente il reggiseno prima di lanciarlo sul bagnasciuga. Quando Kyran le tolse di colpo le mutandine, Mackendra perse l’equilibrio e finì sott’acqua. Il contatto con il liquido le servì per farle ottenere una reazione, infatti la ragazza si rimise subito in piedi, pronta ad affrontarlo.

      Quando si spostò i capelli dal volto notò lo sguardo ardente di Kyran su di sé. “Come hai osato?” Le parole di lei avevano l’intenzione di ammonirlo, ma mancavano di astio. Per Mackendra risultò difficile comportarsi in maniera indignata quando le mani di Kyran erano sui suoi fianchi e le facevano provare scosse di eccitamento. Aveva sempre saputo come gestire le avance degli uomini senza mai cadere vittima della loro seduzione. Non aveva mai ritenuto un uomo irresistibile, nonostante avessero trascorso insieme dei momenti intimi. In quel momento si ritrovò a desiderare di non fermare Kyran. Odiava ciò che lui era, e desiderava ancora lo sterminio di tutti i vampiri, ma le sensazioni che le faceva provare erano troppo allettanti da ignorare. Desiderava ciò che stava per accadere; il resto avrebbe potuto attendere.

      “Ho osato farlo perché sei mia, Mackendra” le ringhiò all’orecchio. Il respiro caldo di lui le si insinuò nelle ossa, facendole abbassare ulteriormente la guardia. La ragazza si arrese completamente alla tentazione, nonostante fosse una donna che non cedeva tanto facilmente. “Non puoi negare di volermi” commentò lui nello spostare lo sguardo dagli occhi al seno di lei, i cui capezzoli erano turgidi.

      L’assalì improvvisamente l’agitazione. Aveva avuto tutta la sicurezza del mondo quando aveva affrontato la feccia dell’inferno, ma un uomo che la studiava così attentamente faceva riaffiorare tutte le sue insicurezze. Il suo promesso sposo l’aveva rifiutata a causa delle cicatrici, e non poteva non chiedersi che cosa pensasse Kyran al riguardo, e che opinione avesse sul suo corpo. Odiava il fatto che per un secondo netto pensò da tipica donna, preoccupandosi di essere brutta o grassa.

      Gli portò una mano sul petto, indecisa se spingerlo via o se tirarlo a sé. Prima che potesse scegliere il da farsi, una mano di Kyran vincolò entrambi i polsi di Mackendra bloccandoli dietro la schiena di lei.

      “Non sei mai stata con un vampiro” la sua non era una domanda, bensì un’affermazione, il che la colse di sorpresa. E ora che cos’avrebbe fatto, l’avrebbe fermato? “Sono il tuo padrone, Mackendra”.

      La cosa fece diminuire un po’ il desiderio di lei. “Nessuno è il mio padrone, sanguisuga” protestò lei con fare adirato, spingendo il petto contro quello di lui nel tentativo di liberarsi le mani. I capezzoli di Mackendra gli accarezzarono la pelle, facendolo eccitare, ma fu il gemito di lui che seguì a immobilizzarla. Alzò lo sguardo e si rese conto che il rumore emesso da Kyran non era stato volontario, e la ragazza notò che stava sortendo un certo effetto su di lui, quasi di più di quanto lui avesse su di lei. Le tornò alla mente l’affermazione di Kyran secondo il quale il semplice tocco di Mackendra sul proprio marchio gli faceva desiderare di scoparla fino a farle perdere i sensi. Forse avrebbe potuto utilizzare tale nozione per prendersi una rivincita su di lui; non voleva assolutamente fermare ciò a cui avevano dato inizio.

      Decise di testare la propria ipotesi, e passò la lingua sul marchio di accoppiamento di Kyran, godendosi l’imprecazione di lui che seguì. “Porca puttana” e sentì il membro di lui contrarsi contro di sé, ma prima che potesse fare qualcos’altro, Kyran la fece voltare su sé stessa e Mackendra si ritrovò con la schiena contro al petto di lui.

      “Perderò il controllo se non la smetti con queste buffonate” le disse all’orecchio, leccandole il lobo e facendole venire i brividi.

      “È quello il punto, vero? Mi rifiuto di essere la proprietà di qualcuno, ma la passione tra noi è innegabile” ammise lei.

      “Non rifiuterai nulla di ciò che ti ordinerò” ribatté lui nel prenderla in braccio dirigendosi verso la cascata.

      La ragazza esitò e non riuscì a rispondere quando Kyran la fece coricare su un enorme masso oscurato dalla schiuma. Si aspettava di percepire dei bitorzoli sotto di sé, ma la superficie era incredibilmente morbida e liscia. La raggiunse lo spruzzo generato dall’acqua, aumentando la sua eccitazione. Percepì in maniera sensuale il liquido freddo che le bagnò la pelle calda, e si ritrovò a inarcare la schiena.

      Kyran restò a guardarla per così tanto a lungo da farle accrescere pericolosamente il desiderio. Mackendra cercò di provocarlo in modo da farlo agire, e lo fece toccandosi il seno. “Metti le mani sopra la testa e non muoverle”. Mackendra si rifiutò di obbedire al comando di lui; al contrario si pizzicò un capezzolo. Quando la ragazza gemette, fece lo stesso sull’altro capezzolo e si perse nella sensazione del calore delle proprie mani.

      Mackendra iniziò ad accarezzarsi l’addome, ma Kyran le strinse immediatamente le mani in una morsa. Agì talmente rapidamente che la ragazza non se ne accorse, e i due si ritrovarono a guardarsi negli occhi. Quelli di lui brillavano del loro colore argenteo e promettevano di punirla per la disobbedienza. Mackendra non era certa di cosa aspettarsi dall’espressione negli occhi di lui, ma s’irrigidì percependo un po’ di tensione. Kyran le sollevò le braccia sopra la testa con forza ma con fare sorprendentemente delicato.

      L’azione le fece sobbalzare il seno, il che catturò l’attenzione di lui. Kyran aprì la bocca per prendere un respiro, e in quel momento Mackendra notò i canini di lui che brillavano alla luce violacea della luna. Le si mozzò il respiro in gola quando si ricordò di chi e cos’era Kyran. L’apprensione di lei scemò completamente quando l’uomo le portò una mano tra le gambe. Una delle sue dita lunghe le accarezzò

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