La plebe, parte II. Bersezio Vittorio
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– Ah! ce n'è ancora di anime d'oro sulla terra; e la Provvidenza ha voluto, nell'eccesso della nostra miseria, mandarcene due.
– Sì: proruppe in quella Andrea colla sua voce rauca e commossa: due angioli.
Virginia si volse vivacemente verso la sorella di Francesco.
– E il merito è tutto di chi venne per primo: diss'ella con infinita grazia, facendo un passo verso Maria.
Quest'essa, quasi abbacinata da quell'aspetto, chinò gli occhi, arrossì e non seppe rispondere che con una riverenza.
Virginia fermò il suo sguardo limpido ed espressivo sulle graziose sembianze di Maria. Riconobbe che esse non erano nuove per lei, e ad un tratto ricordò dove le avesse viste e qual nome portasse chi le aveva. Di botto ella non ebbe più il menomo dubbio che a quel giovane, per la cui sorte in quel momento ella era in pena, fosse congiunta la fanciulla che le stava dinanzi. Per moto irriflessivo, fece vivamente alcuni passi verso Maria, e disse con accento vibrato, come impresso di subita emozione:
– Ma noi ci conosciamo, s'io non m'inganno. Non fu ella nel Sacro Cuore?
– Sì: rispose Maria a cui questo riconoscimento con voce ed espressione così cordiali della marchesina produceva un aggradevol sentimento, quasi di gratitudine.
– Madamigella Benda, non è vero?
– Per l'appunto.
Gli occhi di Virginia balenarono d'un lampo di vero affetto; le sue mani si tesero tuttedue verso Maria che si affrettò a stringerle con affettuosa effusione.
– Con quanto piacere la rivedo! Ogni qual volta mi avviene di trovare alcuna compagna di quel tempo è per me una festa.
Maria non si domandò neppure come avvenisse che essa, a cui nel convento la marchesina non aveva badato più che tanto ed appena era se avesse parlato due o tre volte, ora destasse sì viva emozione nell'aristocratica donzella; ma, buona ed innocente com'ella era, si commosse per quell'accoglienza, e partecipò di vero cuore a quel sentimento quasi di tenerezza che si adombrava nelle parole e nel contegno della sua antica compagna.
– Anche per me: disse Maria un po' confusa; gli è un piacere… Io veramente sono stata così poco tempo in quel collegio… Ero d'altronde così bambina ancora!.. Ho avuto pochi rapporti con Lei; ma tuttavia ricordo che fra le grandi Ella era una delle più graziose verso noi piccole, e mi ricordo sopratutto che la ammiravo già come prima e migliore di tutte in tutto.
Virginia sorrise con modestia.
– Ella mi vuole insuperbire.
– Oh no: proruppe Maria con quella sua schietta e irriflessiva vivacità; no, perchè a me non piacciono i superbi.
– Ed ha perfettamente ragione: disse graziosamente la marchesina.
Tacque un istante, e parve cercare una transizione affine di passare a dir cosa che le importava e per cui non sapeva troppo come cominciare; poi decisasi ad un tratto, disse sollecitamente, non senza arrossire un pochino:
– Ella è parente, s'io non erro, del sig. Benda, che scrive così graziose composizioni musicali?
– È mio fratello: rispose Maria con ingenuo orgoglio.
– Ah!..
Virginia esitò un momentino; poi con leggerezza d'accento che un osservatore avrebbe conosciuta un po' forzata:
– L'ho veduto questa notte al ballo della Filarmonica… che fu in verità uno stupendo ballo… Suo fratello le avrà detto quanta folla ci fosse…
– Mio fratello non mi ha dello nulla: interruppe Maria sorridendo: perchè quando sono uscita di casa egli dormiva ancora della grossa.
La marchesina mandò un'esclamazione quasi di gioia, e prese vivamente la destra di Maria.
– Dormiva? Davvero! Ella è certa che suo fratello non fosse uscito di casa?
La sorella di Francesco guardò tutto stupita in volto alla sua antica compagna.
– Altro che certa; rispose. La mamma mi fece parlare e camminar piano tutta la mattina, per non disturbare sor Francesco.
Virginia mandò un sospiro che pareva la manifestazione d'un sollievo sopravvenuto all'anima oppressa, e i suoi occhi lampeggiarono lietamente.
Ma Bastiano che aveva udito il colloquio, si fece avanti in quella con aria tra impacciata e tra inquieta e disse:
– Scusi, madamigella, mi rincresce contraddirla; ma il fatto gli è che sor Francesco è uscito quando era appena l'alba… e mi aveva un aspetto diverso dal solito che mi diede molto da pensare.
Virginia lasciò andare la mano di Maria e divenne pallida; Maria si volse vivacemente verso il portinaio:
– Francesco è uscito all'alba?
– Sì signora. Vennero due giovani a prenderlo, e partì con essi nella carrozza di uno di quei signori.
– Ah mio Dio! Esclamò la marchesina, impalliditasi ancora di più.
– Che vuol dir ciò? Chiese Maria, la quale si accorse del turbamento di Virginia. Qualche pericolo minaccia forse mio fratello?.. Ed Ella lo sa!.. Oh per amor del cielo mi dica tutto.
– No, non so nulla: incominciò per rispondere la marchesina: ma poi non essendo ella affatto capace di mentire, inoltre avvisando essere assai miglior consiglio il prevenire quella famiglia d'una disgrazia che poteva colpirla, che a quel momento forse l'aveva già colpita, soggiunse subitamente con voce affrettata: ebbene sì, il caso ha voluto ch'io apprendessi una cosa che riguarda suo fratello. Se egli è uscito così per tempo di casa… molto probabilmente… gli è per andare a battersi.
Maria gettò un grido di spavento e divenne pallida a sua volta come un cencio.
– Battersi! Povero Francesco! Povera mamma!.. O mio Dio! Ma come è ciò possibile?
– Ah! Ben me n'ero accorto che c'era qualche cosa di sospetto: esclamò Bastiano.
– Che cosa fare? Diceva Maria fuor di sè, tutto tremante. Come impedirlo? Dove andare?..
Virginia voleva tranquillare alquanto lo sgomento della giovanetta, ma era troppo turbata ancor essa per valerci a ritrovare ragioni che bastassero.
– Andiamo a casa: interruppe ad un tratto Maria: oh la mia povera mamma! Ch'io vada presso di lei…
La marchesina le prese di nuovo tuttedue le mani.
– Coraggio! Diss'ella con voce piena di emozione e d'affetto.
La sorella di Francesco, vinta dalla tenerezza, si lasciò andare sul seno e tra le braccia della nobile sua nuova amica scoppiando in pianto.
– Ah! se ci uccidono mio fratello, uccidono anche la mamma.
– Coraggio!