Sanctuary – Serie ”Legami Di Sangue” – Volume 9. Amy Blankenship
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Читать онлайн книгу Sanctuary – Serie ”Legami Di Sangue” – Volume 9 - Amy Blankenship страница 7
L’uomo le si avvicinò e la prese tra le braccia. Si diedero un bacio appassionato prima che l’uomo si abbassasse per prenderla in braccio. Le lunghe gambe di lei gli si avvolsero attorno alla vita e, quando lui la scostò leggermente, la donna piegò la testa all’indietro esponendo la propria gola.
Il respiro di Aurora accelerò quando le labbra dell’uomo sfiorarono la pelle della donna, facendola rabbrividire. Lui si voltò e si diresse in un’altra stanza, chiudendo la porta e impedendo ad Aurora di vedere altro. Un lieve sorriso triste le sfiorò le labbra e, per un momento, desiderò essere umana.
Si girò e si appoggiò all’edificio, scivolando lentamente lungo il muro finché non fu seduta con le ginocchia piegate davanti a sé.
Aveva passato la sua infanzia a nascondere ciò che era, cercando di fingersi un essere umano. Il suo unico desiderio era sempre stato quello di essere come gli umani. Se lo fosse stata, non avrebbe scoperto l’inferno di Samuel e sarebbe stata libera di amare chiunque avesse scelto.
Era stato un suo coetaneo ad informarla di ciò che era veramente. Il suo nome era Skye. Per gli umani, lui aveva solo sette anni ma lei sapeva la verità. Era stato il suo migliore amico per molto tempo e l’unico compagno di cui potesse fidarsi.
Sorridevano quando gli umani li scambiavano per fratelli, avevano quasi gli stessi colori e, secondo i canoni di questo mondo, erano bellissimi.
Skye le aveva raccontato le storie sui caduti e sui demoni che essi avevano inavvertitamente generato. Lui lo sapeva, era una di quelle creature, ma ciò non lo preoccupava. Una volta le disse che gli piaceva somigliare ad un caduto, perché era meglio essere un angelo che un demone. L’aveva anche avvertita che gli umani avevano paura e, se avessero mai scoperto cos’era veramente, avrebbero cercato di ucciderla.
Per anni lei e Skye erano stati insieme, spostandosi periodicamente da un luogo all’altro prima che gli umani si accorgessero che non crescevano come i bambini normali.
Ricordava ancora l’ultima volta che aveva visto Skye. Le aveva sorriso prima di addentrarsi nella foresta con alcuni uomini del villaggio, per una perlustrazione.
Quello fu il giorno in cui arrivarono i demoni... erano in tanti ed eliminavano tutto ciò che li ostacolava. La terra tremò e si squarciò, sprofondando prima che una grande spaccatura fendesse la piazza centrale del villaggio.
Aurora non poté fare altro che assistere terrorizzata a ciò che stava accadendo. Inciampò all’indietro quando un demone corse ruggendo verso di lei, proprio mentre tre uomini si precipitavano per fermarlo. Gridò per lo spavento quando, invece di cadere a terra, sentì il terreno sollevarsi.
Un guerriero del villaggio si lanciò dietro di lei ma fu afferrato a mezz’aria da un demone... quella fu l’ultima volta che lo vide. Anche altri uomini stavano sprofondando e, all’improvviso, si rese conto di essere finita proprio nell’enorme crepa. Le sue ali apparvero come un’ombra e lei cercò di tornare in superficie, ma una forza inspiegabile continuava a trascinarla giù... lontano dalla casa che aveva scelto con Skye.
Prima che le grida svanissero, l’intero villaggio era già sprofondato nella crepa... intrappolando umani e demoni allo stesso modo. Aurora chiuse gli occhi per cancellare dalla mente ciò che era successo e rivolse i propri pensieri a Skye, contenta che lui non fosse lì ad assistere alla distruzione. Ancora adesso, l’unica speranza a cui si aggrappava era che fosse ancora vivo e felice.
Tornando al presente, Aurora si avvicinò al vetro per sbirciare, la coppia umana non era tornata dall’altra stanza. Allungò una mano e sospirò quando il balcone si aprì facilmente. Sgattaiolò all’interno e si diresse silenziosamente verso la porta d’ingresso, uscendo nell’atrio del palazzo.
Arrivata in strada, si assicurò di camminare nelle zone ben illuminate, nel caso in cui Samuel fosse riapparso per un altro round... non si sentiva più così sicura di poter vincere. Non sapeva dove stesse andando né da quanto tempo stesse camminando... tutto quello che voleva era riposare per una notte.
Quand’era stata l’ultima volta che aveva dormito davvero, senza temere di essere attaccata? Era successo prima di cadere nella crepa e, da quando si era liberata, l’unico attimo di felicità l’aveva vissuto con quell’uomo nel tunnel della metropolitana.
Allungò la mano per toccarsi la collana, si sentiva combattuta tra la malinconia e l’eccitazione per quegli attimi di felicità rubata. Quell’oggetto era un ricordo di lui... sapeva che non lo avrebbe mai più rivisto.
Aurora distolse lo sguardo dalla recinzione accanto a lei e si guardò intorno, nascondendo la collana nella camicia. Per la prima volta, da quando era uscita dalla crepa, non sentiva demoni nelle vicinanze. La recinzione metallica circondava un edificio enorme e, avvicinandosi, osservò il parcheggio.
Non sapeva leggere l’insegna rossa illuminata e, non essendoci demoni nei paraggi, ribattezzò l’edificio con ‘santuario’, dopodiché si arrampicò sulla recinzione e raggiunse il tetto del palazzo.
Muovendosi silenziosamente come al solito, si rannicchiò accanto all’unica porta che conduceva all’interno. C’era una piccola tettoia che le avrebbe impedito di essere svegliata troppo presto dalla luce del sole. Si sentì al sicuro e sorrise... finalmente un posto dove poter riposare.
Rimase distesa con gli occhi chiusi e acuì i propri sensi, percependo tutte le barriere che circondavano quel luogo. Non sapeva né come né perché ma si sentiva come su un’isola in un mare di demoni, che non potevano uscire dall’acqua per prenderla. Aprendo gli occhi, inspirò profondamente quando sentì l’energia demoniaca attorno al perimetro della barriera.
Percepiva la rabbia e la frustrazione dei demoni che cercavano di entrare e non poté fare a meno di sorridere... quella notte non sarebbero riusciti a prenderla.
Capitolo 3
Dire che Skye fosse confuso era un eufemismo. In qualche modo era passato da una prigione all’altra, senza rendersene conto finché non fu troppo tardi. Dopo essere stato inaspettatamente liberato dalla caverna in cui era prigioniero, aveva seguito Misery, sapendo della sua intenzione di liberare i demoni dalla crepa.
Una parte di sé sperava davvero che lei riuscisse nel suo intento, ma non per le ragioni che si potrebbero pensare... solo perché lui era un demone, non significava che simpatizzasse per quelli della sua razza.
Per secoli aveva sperato che Aurora fosse ancora viva da qualche parte, alla ricerca di un modo per tornare in questo mondo. Tuttavia, quando vide tutto ciò che fuoriuscì dalla crepa, le sue speranze si spensero e provava dolore ancora adesso. Non c’erano possibilità che Aurora fosse sopravvissuta in mezzo a tutti quei mostri.
Lui era stato intrappolato con un solo demone, Misery, e riusciva comunque a percepire il mondo esterno. Trovarsi ad un passo dalla libertà gli aveva ridato la speranza di cui aveva bisogno per rimanere lucido. Aurora, invece, era rimasta intrappolata in un altro mondo con una miriade di demoni, tra cui molti maestri.
Era così innocente, candida e pura, ma per i demoni era uguale al nemico che dava loro la caccia, perseguitandoli e intrappolandoli.
Adesso la città era piena di quelle creature e Skye era stato costretto a mimetizzarsi tra gli umani. Aveva notato anche un piccolo esercito di cacciatori di demoni che ne eliminavano un po’ per volta, solitamente appena essi conquistavano un territorio. Molti altri, invece, avevano