Sanctuary – Serie ”Legami Di Sangue” – Volume 9. Amy Blankenship

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Sanctuary – Serie ”Legami Di Sangue” – Volume 9 - Amy Blankenship

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agli umani era una cosa che aveva imparato a fare molto presto nella sua vita, poi aveva condiviso quell’abilità con Aurora.

      Quando la incontrò per la prima volta capì che avrebbero avuto bisogno di proteggersi a vicenda. Lui veniva spesso scambiato per un caduto, mentre Aurora appariva effettivamente per ciò che era... a meno che non avrebbe imparato a nascondere la sua natura.

      Il cuore gli era sprofondato nel petto quando, al ritorno dalla perlustrazione, aveva trovato il villaggio distrutto e quasi tutti gli abitanti spariti. Gli umani non erano estranei alla guerra, erano una razza resiliente a pieno titolo. Alcuni sopravvissuti erano sfuggiti al massacro nascondendosi nella foresta e fu così che lui scoprì cos’era successo.

      Gli abitanti del villaggio gridavano che i demoni erano arrivati per divorare le loro anime e che poi gli dei erano scesi dal cielo per salvarli, anche se c’erano state molte vittime. Piangevano per i morti ma erano grati che gli dei avessero salvato loro.

      Lui e gli altri guerrieri radunarono i sopravvissuti e si diressero verso un altro villaggio, visto che il loro era distrutto. Dopo due notti passate all’addiaccio, Skye aveva notato una sconosciuta tra loro... una bambina. Nessuno si era chiesto della sua presenza, pensavano che fosse fuggita da un altro villaggio distrutto... si chiamava Misery.

      La terza notte, la bimba lo prese in disparte e gli raccontò i dettagli di cos’era realmente accaduto al suo villaggio... era colpa dei Caduti. Per quanto lui riuscisse a reprimere il proprio potere, lei sapeva che non era umano e la cosa lo turbava. La bambina gli disse che era stata la sua tristezza a smascherarlo.

      Dal momento in cui raggiunsero il nuovo villaggio, Skye iniziò a temere che lei rivelasse la sua natura agli umani e, per questo, se ne stava in silenzio.

      Nelle settimane successive, Misery terrorizzò ripetutamente gli abitanti con i suoi scherzi. A notte fonda si aggirava nella sua forma putrefatta e spaventava i malcapitati di turno, seminando il panico generale. Alcuni erano riusciti a salvarsi, mentre altri non erano stati così fortunati.

      L’ultima goccia che fece traboccare il vaso fu quando tre guerrieri, amici da una vita, si uccisero a vicenda lasciando la piazza del villaggio in un lago di sangue.

      Alla fine gli abitanti iniziarono a sprangare le porte di notte e si avventuravano fuori soltanto di giorno. Non molto tempo dopo, uno sconosciuto iniziò a frequentare il villaggio facendo acquisti al mercato. Skye riconobbe la sua vera natura e non disse nulla... rimase lontano dagli abitanti e lasciò Misery alla sua rovina.

      Il suo piano di autoconservazione fallì quando Misery bussò forte alla sua porta, nel cuore della notte, chiedendogli di farla entrare. Lui l’aveva ignorata ed era sgattaiolato fuori di casa dalla porta sul retro. Sapeva che il demone era stato scoperto dallo sconosciuto... un caduto che aveva sentito voci su di lei.

      Per sua sfortuna Misery lo seguì e, di conseguenza, portò il caduto direttamente a lui. Skye si rifugiò in una grotta e si nascose, sperando con tutto se stesso di non essere trovato. Il cuore gli sprofondò nel petto quando Misery entrò di corsa nella caverna per nascondersi. Il caduto sfruttò la sua occasione, creando una sorta di barriera attorno alla grotta e intrappolandoli per l’eternità.

      Skye scacciò i dolorosi ricordi dei secoli trascorsi in quella grotta e continuò a vagare senza meta per le strade di Los Angeles. Non aveva altro da fare, oltre a camminare in quel labirinto di edifici alti e vicoli bui. Era tardi e la maggior parte degli umani dormiva, tranne quelli che bramavano la notte.

      Anche i demoni vagavano per le strade, cercando proprio quegli umani che, stupidamente, consideravano l’oscurità come la loro casa.

      Era ancora sbalordito per le dimensioni della città, non aveva mai visto niente di simile da quando aveva iniziato a vagare per il pianeta. Toccava le menti degli umani, ottenendo così le informazioni necessarie per comprendere tutto ciò che vedeva. Non aveva mai pensato che la razza umana potesse progredire fino a quel livello. Prima della sua prigionia, le abitazioni non erano altro che piccole capanne fatte di fango e paglia, mentre adesso erano torri alte fino al cielo.

      Ciò che lo avviliva di più era che le storie sull’invasione dei demoni nel corso della storia venivano attribuite a leggende, miti e folclore. Se gli umani sapessero che i loro incubi peggiori sono reali, l’intera società andrebbe in pezzi o incolperebbe il governo di qualche esperimento sulla genetica umana.

      Sentendo un improvviso bisogno di sicurezza, Skye iniziò ad evitare i pochi pedoni in giro, apparendo e scomparendo come una luce stroboscopica.

      Si fermò davanti ad un vicolo buio e lo scrutò per un momento, poi si guardò intorno per accertarsi di non essere visto. Assicuratosi che la via era libera, avanzò senza esitazione. Gli edifici intorno a lui erano alti e creavano quasi un effetto del buio che lo inghiottiva. Ce ne aveva messo di tempo ma, alla fine, aveva trovato un nascondiglio nel seminterrato dell’enorme biblioteca.

      Con la propria vista acuta individuò facilmente le sbarre che proteggevano la finestra nel buio. Accovacciandosi, sbirciò all’interno per assicurarsi che non ci fossero dipendenti ancora in servizio, com’era successo nell’ultima settimana.

      Rimuovendo le sbarre in silenzio, scivolò lentamente nella stanza prima di girarsi e rimetterle a posto. Sospirò profondamente, sapendo che sarebbe stato al sicuro per un’altra notte. Dirigendosi verso l’area principale, si fece largo tra le innumerevoli file di scaffali che contenevano volumi antichi, finché non arrivò in una sezione che non veniva mai usata.

      In mezzo agli scaffali c’era un vecchio divano, con lo schienale appoggiato ad un muro senza finestre. Intorno c’erano altri scaffali con scatole di libri qua e là. Accanto al divano c’era una lampada ma a Skye non era mai servita... avere la visione notturna era uno dei vantaggi di essere un mezzosangue.

      Si era rifugiato lì molte volte dopo la fuga dalla grotta e, finora, non era mai stato disturbato. Pur non avendo bisogno di riposare tanto spesso, quella notte Skye era esausto. Aveva compiuto un eroico tentativo per lasciare la città ma qualcuno, o qualcosa, aveva eretto una barriera rendendo impossibile la fuga. Lui sapeva che c’era una via d’uscita, doveva solo trovare “la chiave”.

      Avrebbe voluto sfogarsi contro Misery, era lei la causa di tutto, un demone potente con la mentalità di una mocciosa. Era rimasto intrappolato con lei per così tanto tempo che, quando trovò finalmente la libertà, non si rese conto che era una bugia. Non poteva lamentarsi, però... almeno questa seconda prigione era più grande e il paesaggio era migliore.

      Misery aveva tenuto fede al suo piano di liberare i demoni in questo mondo, tuttavia lui ne aveva visti alcuni tentare di fuggire. Erano stati tutti liberati da una prigione per poi finire dritti in un’altra, apparentemente senza alcuna possibilità di fuga. Era quasi come se i due mondi si fossero scontrati creando una bolla.

      Skye si avvicinò al divano per leggere un libro preso a caso. Le persone in biblioteca lo avevano indirettamente aiutato ad imparare a leggere ed era molto più facile di quanto si aspettasse. In pratica aveva toccato le loro menti per acquisire le conoscenze e, adesso, era in grado di leggere anche i libri più grossi in pochi minuti.

      Un sorriso sfiorò le sue labbra perfette quando si rese conto che impiegava più tempo a girare le pagine che a leggere. Se riusciva ad assorbire la conoscenza dalle menti delle persone, perché non provare a fare lo stesso con i libri? Posando il volume sulla scatola, Skye vi poggiò la mano e chiuse gli occhi.

      Dean era seduto su uno scaffale e osservava l’ibrido con curiosità. I suoi lunghi capelli biondi fluttuarono attorno a

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