Il Terrore Privato Il Terrore Politico. Guido Pagliarino
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âSenti, Vittorio, anche se forse la mia idea è un poâ da telenovela, lâomicida non avrebbe potuto essere lâamante di ciascuna delle quattro donne e, quindi, ognuna di esse averlo ammesso in casa senza sospetti?â
âAmante di tutte? Idea un poâ eccessiva, effettivamente, anche se non da escludere al cento per cento. Però, che dire di quellâanziano barbone pulcioso ed etilista? Anche lui amante del Mostro?â.
âOh, se è per questo, ci sono tali e tanti gusti sessuali ributtanti, Vittorio! Pensa a chi va addirittura con una bestia, il che mi sembra anche peggio dellâaccoppiarsi con un vecchio ubriacone pulciosoâ.
âGià ; e detta per inciso, non mi sento dâescludere che vengano ammessi malauguratamente in futuro anche matrimoni con un animale o, che so, che siano legalizzate altre depravazioni come il sesso pedofilo: ormai sono tanti i politici privi della morale naturale, gente immersa nel pensiero debole3 che si preoccupa solo di seguire il mutevole sentire dei propri potenziali elettori; ma tralasciando le preoccupazioni moralistiche, torniamo al caso del Mostro: se lâassassino è sempre lo stesso per tutti e cinque gli ammazzati, possiamo supporre che tanto il clochard che le quattro donne lâavessero conosciuto dapprima: senza però bisogno dâesserne stati gli amanti! Nondimeno, il Cipolla potrebbe essere stato ucciso non dal Mostro da quel serial killer, ma da un ammiratore-imitatore del medesimo, oppure da un nemico personale che voleva depistare le indagini usando il metodo del Mostroâ.
âDâaccordo, Vittorioâ.
âNon è comunque improbabile che il serial killer conoscesse almeno tre delle uccise e che le stesse gli avessero aperto la porta, e inoltre câè unâaltra cosa: ho il sospetto che i morti si fossero tutti conosciuti lâun lâaltro, in passato, e anzi in due casi, secondo una confidenza di Evaristo, è quasi sicuramente così: domattina verificherò, di persona qualcosa al riguardo e, se andrò a segno, ti riferirò, anche per il tuo giornale, mentre se sarà un fiasco, nossignoreâ.
Qui aveva affrontato il secondo piatto, portato già da un paio di minuti da una gentil signora, funghi autunnali e fiori di zucchine impanati e fritti, non proprio il massimo al fine dâuna buona digestione, soprattutto per uno stomaco ultra ottantenne come il suo.
La mattina dopo, in ottima salute, Vittorio era andato allâAnagrafe, chiedendo dâun dirigente che conosceva perché, come lui stesso, era parrocchiano di Santa Barbara.
Sapendolo questore emerito, trascurando la legge sulla privacy il conoscente gli aveva messo a disposizione un archivista e, col suo aiuto, lâamico aveva saputo quali fossero state le professioni delle cinque vittime, secondo le loro vecchie carte dâidentità . Aveva scoperto, via, via, che anche la Capuò Tron, la Piccozza Ferini e il Cipolla, per molto tempo, avevano svolto il lavoro di magazziniere. Restava da vedere dove: anchâessi nella stessa fabbrichetta di porte per docce?
Nel pomeriggio Vittorio aveva avvisato telefonicamente il commissario Sordi della coincidenza, suggerendogli dâindagare negli archivi dellâUfficio di Collocamento torinese per scoprire in quali ditte quei tre fossero stati magazzinieri: âMi chiedo, Evaristo, se fossero stati occupati nella stessa azienda dove avevano lavorato la Peritti e la Scrofagnoccaâ.
Aveva informato anche me, come sâera dâaccordo nel caso di sviluppi. perché riferissi a Carla e questa ne ricavasse un articolo.
Era stato pubblicato la mattina seguente, in prima pagina. Su richiesta di Vittorio, lâautrice sâera attribuito il merito della scoperta presso lâAnagrafe, ché il mio amico non aveva voluto figurare sui media; mâaveva detto al telefono: âNon è tanto per modestia che non voglio essere nominato, ma per buona prudenza, perché mica voglio trovarmi in casa il mostro a bucarmi il cranio col punteruolo, alla mia veneranda età â. Dal tono lâavevo indovinato sorridente.
[Da âLa Gazzetta Liberaâ]
Tutti gli uccisi dal Mostro dellâOrecchio
erano stati magazzinieri. Coincidenza?
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Le vittime si conoscevano? Potrebbero
essere a rischio anche loro ex colleghi?
Carla Garibaldi
à tristemente noto che sono arrivate ormai a cinque le vittime del Mostro dellâOrecchio, tutte ammazzate con un acuminato punteruolo piantato nellâencefalo attraverso lâapparato uditivo.
Ricordiamo che si chiamavano Maria Capuò Tron, Giovanna Peritti vedova Verdani, Margherita Piccozza Ferini, Alessandro Cipolla e Mosca Scrofagnocca.
Mentre lâidentità e lo stesso profilo psicologico dellâassassino restano purtroppo celati, un particolare nuovo è emerso ieri, da una nostra ricerca negli archivi dellâAnagrafe torinese. Tutti gli uccisi e non solo, comâera già noto alla Questura, la Peritti e la Scrofagnocca avevano esercitato per anni il lavoro di magazziniere. La Capuò Tron aveva smesso di lavorare dopo il matrimonio, comâè risultato dai confronti con le sue successive carte dâidentità , dalle quali ella risulta casalinga. La Piccozza Ferini, sempre secondo i documenti, aveva abbandonato il lavoro solo alcuni anni dopo le nozze, forse perché il marito, poi dirigente bancario, era ancora allâinizio della carriera e uno stipendio non sarebbe stato sufficiente. Il Cipolla aveva smesso il lavoro di magazziniere solo quandâera andato in pensione. Quanto alle altre due assassinate, la Scrofagnocca era ancora attiva al momento della morte, presso un magazzino di sanitari, mentre la vedova Verdani, pensionata da circa un anno al momento della morte, aveva tuttavia abbandonato il lavoro di magazziniera molto prima, quando sâera sposata con un commerciante cui aveva poi dato il proprio aiuto.
Anche se può