Geschichte und Region/Storia e regione 29/2 (2020). Группа авторов

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di tre denari in occasione della messa in onore della titolare del monastero, il 15 agosto. Esattamente cinque anni dopo, il 18 luglio 813, è una donna a ricevere in beneficio quanto aveva donato all’abbazia pro remedio animae otto giorni prima.40 In quell’occasione, dunque, l’ancilla Dei Helina chiedeva all’abate Benedetto che i beni donati le venissero riassegnati sub beneficiali ordine in usufrutto vitalizio41, in cambio del pagamento di una pensione di tre soldi d’argento o dell’equivalente in tessuti da versare annualmente all’abbazia sempre il 15 agosto.42 Helina non si limitava comunque a chiedere in beneficio unicamente quanto aveva precedentemente donato, ottenendo infatti anche alcune terre monastiche con i coloni e le relative famiglie, mentre nel documento veniva posta una clausola secondo cui la donna non avrebbe potuto alienare in alcun modo quanto le veniva assegnato.43 Si trattava di un atto indicato nella sottoscrizione della donna come precaria e dunque tale caso consente di osservare quanto rilevato da Brigitte Kasten in merito alla stretta connessione tra il beneficium e tale tipologia contrattuale che avrebbe fornito un modello per la concessione di beni inalienabili. È possibile tuttavia osservare come in quell’area, alcuni anni prima della conquista franca del regnum Italiae, la stessa donna fosse stata protagonista di altri due atti registrati da Gregorio da Catino nel Regesto Farfense. Nel maggio 770 Helina aveva infatti donato al monastero le sue proprietà in Sabina mentre l’anno seguente ad essere oggetto della donazione erano stati i beni che erano appartenuti in passato alle sue sorelle Taciperga e Liutperga, al tempo dei re longobardi Desiderio e Adelchi, del duca Teodicio di Spoleto e del gastaldo di Rieti, nonché nipote della donna, Ilderico.44 In entrambi i documenti Helina riservava per sé e per la madre Teudiperga l’usufrutto vitalizio dei beni donati senza tuttavia indicarlo come un’assegnazione sub beneficiali ordine; la struttura del documento è d’altra parte molto simile ma si può osservare come nell’area, a quell’altezza cronologica, non fosse ancora diffuso il formulario riscontrabile alcuni decenni dopo per quella tipologia di concessione.

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