Geschichte und Region/Storia e regione 29/2 (2020). Группа авторов
Чтение книги онлайн.
Читать онлайн книгу Geschichte und Region/Storia e regione 29/2 (2020) - Группа авторов страница 8
Negli ultimi anni, tuttavia, il beneficio è stato indagato anche alla luce dei risultati offerti dalle ricerche antropologiche sullo scambio di doni. Paul Fouracre in particolare, riflettendo sugli usi del termine beneficium, ha osservato che fin dall’età tardo antica all’interno di una vasta gamma di significati vi era quello di una forma particolare di concessione che risulta legata a quanto studiato dagli antropologi a partire dalla pubblicazione del Saggio sul dono di Marcel Mauss.24 La concessione beneficiaria, infatti, sembra rappresentare bene la dinamica dell’obbligatorietà del contro-dono in un sistema di gift exchange, adattandosi nello specifico a una forma di dono paradossale indagata dall’antropologa statunitense Annette Weiner.25 Nel suo lavoro dedicato ai possessi inalienabili la studiosa ha ben mostrato come, nel contesto di scambio di doni interno alle comunità del Pacifico da lei indagate, vi siano alcuni beni che devono necessariamente fare ritorno a colui che li ha ceduti generando una dinamica paradossale, di carattere universale, riassunta nella formula keeping-while-giving. Tali beni presentano, infatti, una natura ambigua in quanto si pongono al tempo stesso come simboli di stabilità e cambiamento, di uguaglianza e gerarchia, e si caratterizzano per l’impossibilità di essere ceduti. Dal momento che, tuttavia, la loro durata nel tempo supera quella dei loro proprietari, essi devono essere necessariamente trasferiti all’interno del gruppo in modo tale da garantirne la preservazione. Alla base del paradosso vi sarebbe quindi la necessità di assicurare la permanenza in un mondo che è sempre percepito come sottoposto a perdita e decadenza, pertanto la messa in circolo di beni sui quali il detentore originario continua a mantenere il controllo produce l’illusione del mantenimento dello status quo.26 Fouracre, nel suo studio sull’uso del beneficium in area franca, ha posto dunque in evidenza come, nell’assegnazione e nella ricezione dei benefici, i beni ceduti non vengano alienati in via di principio e come tale favore non intacchi la virtù del concedente. La concessione, infatti, pone in risalto il prestigio e la proprietà di quest’ultimo che ne rimane il vero detentore e il capitale non subisce alcuna diminuzione dal momento che la concessione stessa si presenta come un atto virtuoso elevandolo culturalmente.27
Alla luce di tali nuovi approcci procederò dunque nella seconda parte di questo lavoro con l’analisi di alcuni documenti, in parte attinti da corpora documentari di importanti monasteri, che consentono l’osservazione dei vari usi del beneficium nel regno italico di tradizione longobarda. Tali usi non sono confinati unicamente alla sfera vassallatica, ma al tempo stesso non sono nemmeno necessariamente legati alla conquista franca del regno longobardo in quanto, come già si è accennato e come si vedrà dal primo caso proposto, l’istituto del beneficium, già presente nella tradizione giuridica romana, emerge sporadicamente anche in età longobarda. Beneficium, d’altra parte, è un termine che assume varie sfumature a seconda del contesto di impiego, ma la sfumatura originaria di favore non verrà mai meno affiancandosi in alcuni casi alla specifica forma di concessione. Lo studio del beneficio, tuttavia, ha posto il problema di abbandonare una scansione temporale per periodi nettamente distinti, pertanto in tale sede seguirò un andamento cronologico a partire dall’inizio del secolo VIII per affacciarmi al secolo X prendendo come estremo l’anno 924 quando venne assassinato l’imperatore Berengario I, ultimo erede di Carlo Magno, sia pur non in linea diretta, che cinse entrambe le corone d’Italia e dell’Impero. Il primo termine è dettato dalla stessa documentazione in quanto è a partire dal secolo VIII che le fonti scritte iniziano a farsi consistenti dopo la grave penuria che caratterizza i due secoli precedenti. Il secondo, invece, è suggerito da un evento politico come la morte di un sovrano che, sebbene tradizionalmente sia stato visto come uno dei tanti deboli re “nazionali” che sarebbero emersi dalla frammentazione dell’Impero carolingio, di fatto fu la figura dominante nella politica del regno dopo la scomparsa del cugino Carlo III nel gennaio 888. Anche la scelta del 924 come estremo cronologico è certo un atto di interpretazione ma funzionale a concentrare l’indagine, per un tema come quello del beneficium, su un arco temporale definito che consenta di evidenziare al tempo stesso sia come alcune tracce di tale forma di concessione emergano anche prima della conquista franca, sia come il mondo carolingio, in cui l’istituto beneficiario ebbe ampia diffusione, per molti aspetti non terminò bruscamente dal momento che alcuni suoi elementi si protrassero nei decenni successivi all’888 trasformandosi gradualmente nel corso del secolo X.
Tra beneficio concesso e beneficio conteso nelle fonti del regnum Italiae Nell’ottobre 724, al