Il Clan Del Nord. Jessica Galera Andreu

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Il Clan Del Nord - Jessica Galera Andreu

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perdere tempo, la giovane donna si mise a sedere e cercò di alzarsi.

      “Aiutami.”

      “Chi diavolo sei?chiese Jaren, tendendole la mano. llei gli mise un braccio sopra la spalla e lui la tenne per la vita, camminando verso l'acqua. La sua freschezza alleviò il calore della notte e immaginò che in lei avrebbe alleviato anche il dolore. Avanzarono lentamente finché il livello dell'acqua gli arrivò appena sotto i fianchi, il sangue tinse rapidamente l'acqua, circondandoli con un inquietante cerchio scarlatto. La giovane donna si spostò i capelli di lato e Jaren dovette fare grandi sforzi per non baciarla di nuovo; non aveva più una scusa ma sentiva anche di non averne bisogno. Confermò a se stesso che quella sconosciuta era la creatura più bella che avesse mai visto.

      “Mi chiamo Dayrsenne, e quello che hai fatto ti sarebbe potuto costare la vita...se non fosse stato per il fatto che ha funzionato.”

      Dayrsenne alzò lo sguardo, fissandolo e immergendolo di nuovo nel color miele dei suoi occhi che lo avevano completamente catturato. Jaren avrebbe detto per sempre, senza sapere perché gli sembrava cosi tanto tempo.

      Lei era ancora aggrappata al suo collo, mentre con l'altra gli teneva la gamba.

      “Suppongo che allora ti devo la mia vita.”rispose lui.

      Lei si voltò a guardarlo.

      “Suppongo...”

      “Te lo assicuro”

      Dayrsenne non rispose.

      “Non sei di queste parti, vero?”insistette Jaren.

      Lei alzò lo sguardo in direzione della foresta che circondava il fiume sui ripidi pendii. Il suo gesto allertò Jaren, che scrutò l'oscurità dell'ambiente.

      “Che succede”chiese.

      Dayrsenne si staccò da lui e zoppicò fino a riva.

      “Devi andare.”disse soltanto.

      “Cosa?”

      “Dai, devi allontanarti da qui.”

      “Perchè?”Jaren camminò lentamente dietro di lei; quando arrivò, Dayrsenne gli diede uno strattone sul braccio e lo tirò fuori dall'acqua; poi gli tirò la camicia, strappandogli un pezzo di stoffa con cui si avvolse la coscia, tappando la ferita. “Hey, in cosa ti sei cacciata?Ti stanno inseguendo? Ti posso aiutare.”

      “Non ti importa. Vattene.”

      “A Vianta è morta una donna per l'attacco di qualche animale, probabilmente un lupo. Non è sicuro stare in giro nel cuore della notte. Se qualcuno ti sta cercando, ti offro protezione.”

      “E chi sei tu per offrirmi qualcosa, contadino?Vattene subito da qui!”Jaren non poté negare di essere felicissimo che lei non sapesse chi fosse, e questo confermava solo che non era di lì. Eppure come poteva una ragazza essere arrivata da sola in quel luogo remoto?Cercando di dissipare quei dubbi, Jaren guardò su per il pendio, quando sentì il nitrito di Donko, che vide scomparire nella boscaglia.

      “Troppo tardi.”mormorò Dayrsenne”Non hai la sana abitudine di legare il tuo cavallo?”

      “Donko non scappa mai.”

      “Donko è appena scappato.”

      La giovane donna prese la mano di Jaren e iniziò a correre zoppicando, portandolo con sé. Corsero il più velocemente che potesse, avendo lei una gamba ferita, e sebbene lui cercasse di aiutarla, non poteva negare a se stesso di essere agitato senza sapere da cosa stava scappando. Un lupo? I suoi inseguitori?Nonostante quanto gli costasse quell'avanzata, l'abilità con cui lei si muoveva era sorprendente, la ferita le inzuppò di rosso il brandello della camicia e le gocciolò fino alla caviglia. Si fermò, sul punto di cadere, e quando cercò di rialzarsi, Jaren la afferrò per il polso e la tenne stretta.”Se non mi dici di cosa diavolo si tratta, non mi muovo da qui. Da cosa stai scappando?”

      “Te. Non devo badare a te.”

      Dayrsenne si voltò, facendo un paio di passi in avanti, prima di fermarsi e voltarsi di nuovo. Sbuffò, mostrando la sua esasperazione per la testardaggine di Jaren. Non poteva semplicemente obbedirle?

      “Ti fidi di me?”gli chiese allora.

      “Ti ho appena conosciuta. Non ho motivo per farlo.”

      “Hey, mi hai aiutato, e te lo devo. Sto cercando di restituirti il favore. Ti prego, fidati di me.”

      Jaren le tese di nuovo la mano e lesse l'urgenza nel suo sguardo, la silenziosa supplica e qualcosa contro cui non poteva competere. Fece un respiro profondo, e anche se aveva ancora bisogno di un motivo per fare quello che stava facendo, finì per stringerle la mano e scappare di nuovo con lei, senza chiedere altro.

      Affrettarono la marcia e lei gli lasciò la mano per correre più facilmente. Era a piedi nudi, ferita, con solo brandelli di vestiti che coprivano aree del suo corpo che in quel momento Jaren era grato di non vedere perché doveva stare concentrato; rami secchi e foglie le graffiavano la pelle, ma niente la fermò. Ciò che fermò la sua avanzata fu una leggero pendio che Jaren non vide, andando a urtare la schiena di Dayrsenne ed entrambi finirono per precipitare giù, sopra un pantano. Lo spinse via e si mise a sedere faticosamente.

      “Dannazione...”esclamò.

      Jaren si alzò in piedi e poi udirono uno strano ululato nelle vicinanze. Il ragazzo cercò il pugnale nella sua cintura e lo prese, impugnandolo con forza mentre scrutava i dintorni. Dayrsenne si voltò e lo guardò.

      “Che cos'è?”chiese.

      “Non hai mai visto un pugnale?”

      “E cosa vorresti fare con quello?”

      “Ti ho già detto che una donna è morta a Vianta a seguito di un attacco di un animale. Non l'hai sentito? Quel lupo è vicino.”

      “Credi che un lupo ci sbranerà?”

      Jaren la guardò da cima a fondo, perché gli sembrava ancora surreale. Anche le ragazze con cui aveva avuto un'intimità fingevano di vergognarsi di farsi vedere nude, ma questa giovane donna si muoveva con totale naturalezza, e sebbene non stesse mostrando nessuna parte del suo corpo eccessivamente compromettente, non aveva l'aspetto di qualcuna che potrebbe essere considerata una brava ragazza.

      “Se fossi in lui lo farei”disse alla fine.

      Dayrsenne lo guardò e Jaren avrebbe potuto giurare che stava cercando di trattenere un sorriso.

      “Non otterrai niente con quell'arma.”disse.

      “Beh, spero di si, perché in questo momento è tutto quello che ho.”

      Sentirono di nuovo l'ululato, e lei alzò lo sguardo. Dayrsenne avanzò verso di lui come se stesse per attaccarlo, afferrandolo per il petto, o quello che riuscì a prendere, e sbattendolo sulle rocce da cui erano caduti come se cercasse di impedire a quel lupo di vederli se avesse seguito le loro orme, poiché non sarebbe saltato dall'altezza da cui erano precipitati. Erano così vicini che Jaren poteva sentire il respiro di Dayrsene sul suo collo e le mani della ragazza sul suo petto.

      “Attirerò

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