Ti Presento Francesca. Loretta Candelaresi
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Tre mesi senza scuola sono interminabili; Il nostro obiettivo sono i centri estivi.
Ci hanno parlato bene dell'oratorio di Capocroce a Frascati.
Gabriele che sta iniziando il catechismo per la Prima Comunione ha già conosciuto don Vincenzo.– “”E' un personaggio tosto, un trascinatore uno che ci sa fare””– commenta lui. Ed è proprio Gabriele a farsi promotore dell'iniziativa : “”Ogni estate a Capocroce ci sono 15 giorni di vacanza con gli animatori: una specie di giochi senza frontiere, intervallati da gite al mare a Torvaianica, un litorale piatto vicino Roma””.
Tanto entusiasmo da parte di Gabriele quasi sorprende, l'ultima volta che l'ho visto così deciso è stato quando ha scelto come sport la scherma!
Comunque un po’ incuriosita, ma anche disperata dalle circostanze, ho deciso di andare a parlarci. La questione era imponente: come facevo ad iscrivere soltanto Gabriele che ormai aveva 11 anni?
E con Francesca come avremmo fatto? L'idea di lasciarla a Roma dalla nonna non poteva essere una valida alternativa.
All'incontro, -Don Vincenzo mi accoglie con un sorriso enorme e pieno di fiducia- e mi dice, “”Non disperarti fammela conoscere, vediamo- se è una bambina a modo e responsabile si può fare! “”
Incredula torno a casa, e racconto l'accaduto: Francesca pur non avendo compreso completamente la situazione saltellava già di gioia.
Certamente in quel caso suo fratello sarebbe stato il suo alfiere. Durante l'incontro:
Don Vincenzo ci dice “” Me la porto con me al mare, stai tranquilla, questa bambina è meravigliosa ed è più responsabile anche di suo fratello. Iscrivila al centro estivo e prendi per lei la maglietta più piccola che c'è. Semmai , se è troppo lunga faremo un nodo. Sarà la nostra mascotte!”
Il ricordo della gioia di quelle estati ancora mi pervade! La frenesia di preparare gli zaini per andare al mare, vederli tornare stanchi, scottati dal sole, pieni di sabbia, ma felici.
Li sentivi cantare mentre li portavi a casa.
Finalmente qualcosa da condividere: Le rivalità per le gare sempre a cercare strategie per far vincere la competizione alla propria squadra.
I nomi delle squadre erano quelli dei personaggi delle fiabe, oppure dei fumetti, oppure di eroi fantastici. Le magliette tutte di colori diversi erano come una lavagna, piene di scritte di firme di disegni.
Che bella atmosfera. Ricordo la gioia ogni mattina, quando nelle limpide mattine d'estate, li lasciavo mano nella mano, con le promesse di una nuova avventura da vivere.
Li guardavo, mentre mi allontanavo per andare al lavoro, i miei ragazzi, ed ero piena di orgoglio e di gratitudine. Grazie Don Vincenzo!
Al ritorno una volta che ero arrivata in anticipo a riprenderli, mi capitò di assistere alla cerimonia degli oggetti dimenticati. C'era una specie di vendita all'asta.
Solo che chi si era dimenticato oggetti sulla spiaggia, poteva riappropriarsene, con la promessa di maggiore attenzione nel futuro, e recitando qualche preghiera.
Don Vincent l'altro sacerdote giovanissimo, che li accompagnava, era uno specialista del recupero oggetti; e riusciva sempre a raccontare qualche storiella divertente per finire bene la giornata. Altra sua specialità era la chitarra. I ragazzi ne erano entusiasti. Alla conclusione del periodo del centro estivo, dopo due settimane, c'era la festa finale fino a tarda sera.
Il cuore dell'oratorio era il teatro. Lì si svolgeva la cerimonia di premiazione di tutte le squadre.
Ma prima della premiazione, c'era un vero e proprio spettacolo di canti, balli e recite.
Gli animatori davano la loro parte migliore, nell'organizzare tutto, i testi, i costumi, e soprattutto le danze. Indovina un po' chi primeggiava nelle danze?
Francesca ancora così piccola, ma così determinata, svincolata per un po' dalle rigide regole della danza classica, si lanciava in capriole e rullate, quasi che stare con la testa in giù, fosse uguale ad avere i piedi per terra.
Ogni anno in occasione della festa di Capocroce, ogni famiglia portava qualcosa da mangiare. Era una gara bellissima.
Ricordo ancora le battute con il nostro caro amico barista. Il suo regno era il bar dell'oratorio, la sua simpatia inenarrabile, ottima compagnia. Era il nonno ideale di tutti i ragazzi. Immancabile anche di fronte al bar, , altro teatro di interminabili partite da parte di genitori e ragazzi.
Mariella, colei che li nutriva con pentole enormi di pasta, era la regina della festa e per lei c'erano sempre gli hip hip hip urrà! Gridati da tutti i ragazzi dell'oratorio.
Scusami cara Alessandra mi sono lasciata prendere la mano nel raccontare, ma l'entusiasmo era troppo forte. E forse allora non percepivi quanto, la gioia di quel momento, fosse grande.
Per tutta la mia famiglia quel periodo è stato fonte di grande gioia.
Capirai bene che per Francesca l'occasione di essere catapultata, anche se come mascotte, in un contesto di socialità così stimolante , è stata una grande occasione per espandersi ancora di più, per protendersi ancora di più verso gli altri.
Per oggi mia cara devo salutarti, ti ringrazio per la complicità e la pazienza che dimostri ma ti prometto che saprò ascoltarti anch'io, e lo faremo meglio quando, alla fine di questo periodo, potremo finalmente incontrarci
Un caro saluto e un abbraccio forte.
Loretta
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“Cara Loretta,
sono orgogliosa di te abbiamo proprio ripreso il ritmo come quando eravamo ragazze, mi sto nutrendo di nostalgia, ma anche di curiosità. il racconto si sta facendo avvincente e così mi sembra di aver vissuto sempre vicine , come due sorelle. Proprio come se non ci fosse stata nessuna interruzione nella nostra amicizia.
Intanto volevo raccontarti di me........di Robert..... del mio lavoro.......
CAPITOLO 3
Cara Alessandra,
vale anche per me, la confidenza che si instaura da contatti frequenti in qualche modo rende più fluido e intenso il rapporto, sento che questo riavvicinamento ci fa bene.
Sarà necessario arrivare ad una perfetta condivisione perché alla fine, dovrò chiederti due cose molto importanti.
Per ora non posso anticiparti altro tranne che proseguire il racconto.....
L'amicizia è alla base della vita di Francesca, dovunque si inserisce, lei, suscita coesione e simpatia. Intorno a lei, si alza, come un nugolo di consenso e tutto sembra così naturale.
Con l'inizio dell'avventura della scuola elementare si ricomincia d'accapo.
Tutte nuove conoscenze, lei è impaziente, si fa scattare