Ti Presento Francesca. Loretta Candelaresi

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Ti Presento Francesca - Loretta Candelaresi

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alla porta di casa non vede l'ora di uscire .

      L'emozione è mascherata dalla curiosità e dalla voglia di voltare pagina.

      La mattina alle h 7,30 è sempre la prima ad essere pronta. Organizzatissima, sa sempre cosa deve mettere nello zaino e soprattutto, mostra molto interesse per ciò che si appresta ad apprendere. E poi sembra subito ben inserita. La sua classe è abbastanza vivace, soprattutto i maschi sono molto irrequieti, ma lei, come al solito, riesce a difendersi ed anche ad essere generosa .

      L'anno scolastico 2000-2001 è quello in cui Francesca inizia le elementari, le sue priorità sono lo studio e la danza.

      Naturalmente la scuola elementare che lei frequenta è a tempo pieno e le lezioni terminano alle 16.30. E tre volte a settimana c'è anche la frequenza in palestra per la danza.

      Interrogativo come fare ? Noi lavoriamo a Roma e le scuole dei ragazzi sono a Frascati, la scuola elementare di Francesca e la scuola media di Gabriele sono attigue. E questo è già un risultato; ma per quanto abbiamo cercato di organizzarci, non riusciamo a coprire tutti gli spostamenti.

      Sono costretta a chiedere un part-time e questo ci consente di avere un margine maggiore di tempo. La mattina si arriva a scuola col pulmino giallo.

      Facciamo amicizia con una ragazza meravigliosa dal nome Laura.

      Lei- Laura- ha un lampo di genio e mi dice” Non preoccuparti per Francesca, c'è una bambina, Lorena, che abita accanto alla palestra di danza- posso accompagnarla direttamente a danza se vuoi. Visto che esiste già una fermata dello scuolabus.” Meraviglioso!!!!

      Così la mia piccola al mattino parte con due zaini- uno per la scuola, ed uno per la palestra. Nel tardo pomeriggio andiamo a riprenderla dopo il corso di danza.

      In questo modo possiamo sdoppiarci e seguire anche Gabriele a scherma.

      Le maestre sono contente di lei e mi dicono che Francesca è un'alunna generosa e serena, che aiuta volentieri chi ne ha bisogno, instaurando con i compagni un buon rapporto. E' sempre entusiasta di ogni attività didattica e le sue capacità le hanno consentito di raggiungere ottimi risultati in tutte le aree del sapere.

      Con queste premesse, tu ti abitui, e ti sembra naturale che tutto vada per il meglio.

      Sai che lei intesse amicizie preziose e si fortifica ogni giorno di più.

      Il gruppetto delle sue preferite è costituito da Alessia, Ilaria, Elena, Noemi ed altre.

      Con Elena si crea una specie di simbiosi. Anche lei arriva a scuola con il pulmino.

      Anche lei per problemi organizzativi, deve fare lunghi percorsi con lo scuolabus, poiché sua madre – capofamiglia- è costretta ad andare al lavoro presto e per tutto il giorno. Quando Elena torna a casa ormai alle 17,00 trova sua sorella maggiore ed insieme devono studiare.

      Loro organizzatissime un giorno mi annunciano che studieranno insieme a casa di Elena. Strategia -Ci arriveranno con lo scuolabus-.

      Cosi ho dovuto firmare una speciale autorizzazione da consegnare alle maestre e all'autista del pulmino ma loro sono riuscite nel loro intento.

      L'amicizia con Elena travalica i banchi di scuola, c'è un rapporto intimo che le porta ad organizzarsi anche una vacanza insieme. A casa della nonna di Elena a Norcia.

      Lei è così decisa che non si riesce a dirle di no. E così prima dei nove anni, Francesca già si prepara da sola, la prima valigia per partire.

      Con Alessia è ugualmente un bel rapporto, sembrano affiatatissime:. Qualche volta alla fine dell'anno scolastico, si incontrano anche al centro estivo di Capocroce e li il divertimento è sempre tanto.

      più tardi negli ani ho trovato uno scritto di Alessia su facebook che parla così dell'amicizia con Francesca:

      Ce l'ho ancora quel disegno......al piano terra ci doveva essere lo studio e sopra la nostra casa. Dovevamo andare a convivere.....la regola era: accetteremo tutti gli animali, possiamo guarire anche i coccodrilli!) ci eravamo proprio impegnate a fare quel disegno!

      E pensare che quel giorno in classe non ci volevo proprio entrare.... mi ero fermata fuori dalla porta a piangere, avevo paura della maestra che strillava troppo! Poi sei arrivata tu, mi hai dato un bacio, mi hai preso per mano e mi hai portato dentro ….. era proprio un bel disegno!

      L'alunna Francesca cresce di pari passo con la ballerina.

      Giugno 2001 saggio di danza al teatro dell'oratorio di Capocroce, le foto la ritraggono sul palcoscenico col tutù rosa, danzare in una armonia perfetta con assoluta semplicità.

      A pensarci oggi sembrava tutto così normale . Allora, tu ,quella gioia, la davi per scontata.

      Ciò che la nostra bambina esprimeva attraverso la danza, era poesia, bellezza,arte, gioia.

      Una volta una insegnante in palestra, disse “Chi è la mamma di questa danzatrice? Un po' intimorita mi feci avanti e dissi “Sono io la mamma” e lei “Signora sua figlia ha una attitudine assoluta per la danza, la sua postura e le sue gambe sono perfette; solo il 20% delle ballerine può vantare tali qualità. La segua nel suo cammino di ballerina, sarà un vero talento”.

      Rossa in faccia, ma orgogliosa, la accompagnai alla sua lezione .

      La sua faccia neanche a dirlo splendente di sorrisi.

      Il leit motif della sua vita è sicuramente la gioia, espressa o trattenuta nell'animo , che affiora appena Nella primavera 2003, a Pasqua, c'è un altro motivo ad illuminare il viso di Francesca: entra a far parte della nostra vita familiare un cane : un cucciolo, incrocio tra un pastore maremmano e un pastore tedesco.

      Bellissimo! Sono andati a sceglierlo Gabriele Francesca e Raffaele tra una cucciolata di 6 cagnolini.

      Lo hanno scelto perché era l'unico, che incuriosito, si è staccato dalla mamma cagna e dagli altri cuccioli per saltellargli intorno.

      Tornando a casa ho trovato un biglietto appeso sul cancello: “Ciao mamma, siamo andati a scegliere il cucciolo !!!!!!”

      Ricordo la faccia di tutti loro e soprattutto di Francesca. Intenerita e allo stesso tempo entusiasta di quel batuffolo dal corpo bianco e con il muso che aveva un colore di chi sembrava averlo intinto in un secchio di miele.

      Francesca, sarà stata l'incoscienza della più piccola, ma infilava la sua faccia nella scatola, che lo conteneva e non voleva saperne di staccarsi da lui.

      Il nome scelto dai ragazzi per il cane è Scotch, si come il wiscky; precedentemente avevamo avuto per un breve periodo un cane trovatello che si chiamava Tequila.

      Il cane si presenta subito come un tipo, un po' irrequieto: un giorno lasciato in cantina per una breve pausa, è riuscito a togliere il tappo da una botte e l'abbiamo trovato inzuppato di vino.

      Gabriele con pazienza e tenacia lo ha ripulito tutto e ha capito subito, che bisognava dargli delle direttive e cercare di educarlo, in qualche modo.

      Ma nel prosieguo della storia, Gabriele suo malgrado si accorgerà che non è poi così semplice. Perché anche Scotch è, come tutti, del resto in famiglia, un tipo molto indipendente ed ama fare di testa sua.

      A luglio 2003, dobbiamo correre dal veterinario perché cominciamo subito con una frattura del cucciolo.

      Ricordo

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